Dodici giorni
sono troppo pochi per farsi un'idea
di un contesto immensamente complicato come quello degli Stati
Uniti.
Tanto più che
il mio era un semplice tour
organizzato senza pretese.
Fatte queste
premesse, non è peregrino dire quelle
che ritengo le mie sensazioni, assolutamente personali, su questo
immenso Paese,
di cui, peraltro ho visitato la parte occidentale, il Mitico West.
Purtroppo la
parte Est non è stata compresa in questo viaggio e su di essa non ho
competenza.
Tuttavia,
intendo dividere ciò che ho visto in due
settori.
Il primo è la
tradizionale e famosa cordialità e
simpatia dei californiani. La California è stata all'avanguardia in
tutti i
movimenti e i momenti storici più importanti del Novecento statunitense;
basti
pensare alla Beat Generation, ad Allen Ginsberg e a Jack Kerouac, al
Sessantotto
e alla contestazione studentesca americana, università di Berkeley, al
pacifismo
e alla controcultura hippy, all'opposizione contro il bellicismo di
Bush, agli
esperimenti "keynesiani" voluti da Roosevelt per fronteggiare la crisi
del 1929,
al rock rivoluzionario di Jimi Hendrix e dei Grateful Dead.
Si tratta
storicamente di uno Stato
fondamentalmente progressista, anche se governato dal conservatore
Schwarzenegger, capace di ispirare le istanze più innovative, anche nel
campo
scientifico, come per esempio la Silicon Valley.
Il carattere
della gente, soprattutto nella zona di
Los Angeles e San Francisco, risente dell'immenso cosmopolitismo di
quello
Stato, cosiccome l'apertura mentale e la capacità autocritica dei
californiani sono ammirevoli. Parlare con loro ti espande e ti
"scalda", pur nella freddissima San Francisco. Ammirevole il celebre
Golden Gate
Bridge.
Il secondo
settore è meno felice, forse è il lato
oscuro di questa parte degli USA.
Gli Stati
centro - occidentali visitati, Nevada ,
Arizona e Utah, non hanno generalmente lo stesso slancio umano della
California.
In essi, anche per la presenza di deserti, terreno arido,difficile e
montagne,
la gente è più chiusa, indisponente, forse più pragmatica. La nostra
guida, il
simpaticissimo John, ci ha detto che in questi Stati prevale il tipico
Americano
di destra, ostile agli stranieri, agli Afro-americani, ai Latino -
americani e
ai Nativi. L'Americano del WASP, insomma, razzista, quasi fascistoide,
biblicamente convinto della superiorità dei Bianchi sui Neri,
ferreamente
protestante, indisponibile a ripeterti le cose che dice, se non le hai
capite.
Se comprendi bene, se non comprendi t'attacchi al tram. "I can't speak
French!!!", ho sentito di persona, detto da una albergatrice a dei
francesi, con
spregio e fastidio, in un hotel di Laughlin, cittadina non turistica sul
fiume
Colorado.
Nelle
ferrovie si vedono ancora treni
lunghissimi, con quattro motrici e due chilometri di vagoni.
A San Francisco
scorrono numerose limousine di sei
metri, irreperibili da noi. Bellissimi i tram di Frisco, su e giù per i
colli
della città.
La Natura parla
da sola; Grand Canyon, Monument
Valley, Zion, Yosemite Park, sequoie. Ciò che mi ha colpito di più è
l'affascinante Bryce Canyon.
Per concludere,
è il paese dell'individualismo. Ma
ricco di un'ala critica all'integralismo individualista, ala sempre più
influente, che nei prossimi anni si contaminerà sempre più con elementi
latini e
ispanici, oltre che orientali. Ne verrà fuori un sempre più
imprescindibile
melting - pot, ancora osteggiato qui in Italia.
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