L'intervento di Francesco Rutelli sul quotidiano "Europa"
L'agosto 2011 ha aperto la falla economico-finanziaria che nel giro di tre mesi avrebbe travolto il governo Berlusconi; la scossa provocata dall'uscita di Fini dal PdL e l'aggregazione delle forze di Terzo Polo hanno creato le precondizioni per far nascere la maggioranza a sostegno di Monti (inevitabile, malsopportata, oppure desiderabile, a seconda dei punti di vista). Cosa accadrà nell'agosto 2012?
Sia la condizione dei mercati, sia quella politica sono a rischio. Perché non si apra una falla economico-finanziaria (stavolta irreparabile per il paese e per l'Europa) è indispensabile una risposta determinata e corale dell'UE: nell'immediato, chi scommette sul fallimento dell'euro non deve guadagnarci. Nel breve-medio termine, l'integrazione politico-economica deve fare passi decisivi: altrimenti la moneta unica, che sembrava la nostra assicurazione, può portarci a fondo. Anche la politica interna dipende da questi sviluppi. Credo che se ci fosse un precipizio nei mercati, nessuno accelererebbe verso elezioni anticipate. E che se ci fosse una relativa stabilità nei mercati, nessuno sarebbe premiato nel destabilizzare il governo.
Questo impone alla politica di agosto di guardare in faccia la realtà. La crisi economica si sta aggravando: per le imprese, il credito, le famiglie, il rischio di scorribande dall'estero per comprare a basso prezzo asset importanti della produzione italiana. Il confronto politico, invece, va spesso fuori strada. Deve rispondere sulla riforma elettorale, il futuro dell'agenda Monti, le alleanze.
L'agosto 2011 ha aperto la falla economico-finanziaria che nel giro di tre mesi avrebbe travolto il governo Berlusconi; la scossa provocata dall'uscita di Fini dal PdL e l'aggregazione delle forze di Terzo Polo hanno creato le precondizioni per far nascere la maggioranza a sostegno di Monti (inevitabile, malsopportata, oppure desiderabile, a seconda dei punti di vista). Cosa accadrà nell'agosto 2012?
Sia la condizione dei mercati, sia quella politica sono a rischio. Perché non si apra una falla economico-finanziaria (stavolta irreparabile per il paese e per l'Europa) è indispensabile una risposta determinata e corale dell'UE: nell'immediato, chi scommette sul fallimento dell'euro non deve guadagnarci. Nel breve-medio termine, l'integrazione politico-economica deve fare passi decisivi: altrimenti la moneta unica, che sembrava la nostra assicurazione, può portarci a fondo. Anche la politica interna dipende da questi sviluppi. Credo che se ci fosse un precipizio nei mercati, nessuno accelererebbe verso elezioni anticipate. E che se ci fosse una relativa stabilità nei mercati, nessuno sarebbe premiato nel destabilizzare il governo.
Questo impone alla politica di agosto di guardare in faccia la realtà. La crisi economica si sta aggravando: per le imprese, il credito, le famiglie, il rischio di scorribande dall'estero per comprare a basso prezzo asset importanti della produzione italiana. Il confronto politico, invece, va spesso fuori strada. Deve rispondere sulla riforma elettorale, il futuro dell'agenda Monti, le alleanze.
- La riforma elettorale è una priorità. Il bipolarismo all'italiana ha visto nel "Porcellum" il tentativo del suo consolidamento, ma l'esito è stato quello opposto. Le coalizioni forzose, col premio di maggioranza-monstre (unico al mondo) non le vuole più nessuno, perché solo dei pazzi possono voler vincere sapendo di non poter governare, a maggior ragione nella tempesta finanziaria-economico-sociale. Sappiamo che la legge elettorale non è mai neutra, poiché sono proprio le regole a determinare, in molti casi, alleanze e maggioranze politiche. E' possibile un accordo di massima - pur con varianti anche significative - nelle prossime giornate; e che il testo sia definito e approvato tra settembre e ottobre. Credo anche che si possa decidere - dopo il fiasco della riforma costituzionale-bandierina, votata da PdL e Lega - di affidare al popolo l'elezione di una Commissione Costituente che modifichi la II Parte della Costituzione nei primi 18 mesi della prossima Legislatura.
- Dall'esperimento Monti non si deve tornare indietro. Non nel senso che il governo prossimo potrà essere stabilito a tavolino: dovrà scaturire da elezioni democratiche, con un confronto esplicito. La tempra di Monti nel contesto internazionale è una rivelazione ulteriore, molto positiva. La performance della compagine di governo non è altrettanto impeccabile. Nel merito delle riforme, prendo al volo due argomenti: la timidezza nell'affrontare, con i disavanzi delle regioni, il disordine del rapporto istituzionale tra Stato e sistema regionale (c'è una chiara corresponsabilità, purtroppo, nella riforma del Titolo V voluta dal centrosinistra, mentre ci parlano chiaro e forte i messaggi del rischio-default che arrivano, nientemeno, della ricca, orgogliosa e civile Catalogna...). La carenza di messaggi di innovazione strategica, e anche di mobilitazione politico-culturale, come quello che potrebbe venire dalla green economy (nonostante il Ministro Clini ci provi, la sua voce non basta, mentre si perdono occasioni molto importanti per l'occupazione, i giovani, le imprese). Dunque: rafforziamo Monti, e la sua agenda.
- Ha una prospettiva un'alleanza di centrosinistra che consenta di proseguire nei prossimi anni con riforme coraggiose e, dunque, con una più larga condivisione delle scelte per salvare il Paese? Può contribuirvi la disponibilità di Bruno Tabacci a portare le idee e proposte di un centro riformatore, con convergenze civiche, nelle Primarie d'autunno? E' un'opportunità importante. Può essere coerente con gli obiettivi che avevano determinato la nascita del Terzo Polo e, oggi, con i nuovi doveri del concorso di riformisti e moderati alla ricostruzione nazionale? Abbiamo espresso motivate opinioni. Ora, il confronto è aperto.
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