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IL TERZO POLO FA
LE PROVE GENERALI
Si è aperto anche a Novi il dibattito sull’avvio del
cosiddetto “Terzo Polo”, il raggruppamento che tenta di lanciare un nuovo
“centro”, costituito dall’UDC di Casini, dall’API di Rutelli e Tabacci, da
Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. Lo strappo avvenuto all’interno
dell’attuale maggioranza di governo ha favorito l’aggregarsi di forze moderate
che tendono a divenire protagoniste dell’azione politica, nazionale e locale.
“Per creare qualcosa di nuovo, che possa essere accettato
dai cittadini,occorre soprattutto entusiasmo, occorre credere che le nostre
idee possano essere vincenti, seppure a tempi lunghi. Oggi Berlusconi e il berlusconismo, con quello che
hanno significato, sono alla fine del loro percorso. E’ assolutamente
necessario che le forze che si
riconoscono in posizioni moderate scendano in campo unitariamente con
una proposta politica che sia in grado di farsi percepire come tale dalla
gente”. Così dice Francesco Giannattasio, coordinatore provinciale e locale
dell’API – Alleanza per l’Italia - la
nuova forza politica creata da Rutelli e Tabacci. Gli fa eco Gabriella De
Petro, coordinatrice novese dell’UDC di Casini: “Occorre trovare il modo di far
stare insieme forze politiche non strettamente omogenee, ma con punti di forza
comuni. Casini ha avuto il merito, almeno fino ad oggi, di farsi riconoscere
come rappresentante del cattolicesimo moderato, salvaguardando un’esperienza
storica che altrimenti correva il rischio di naufragare tra una sinistra ancora
troppo legata a schemi del passato e una destra incapace di proporre soluzioni
ad una crisi politica e morale, che ha anzi aiutato a svilupparsi”. Su questo
punto torna ad insistere Giannattasio: “Occorre ricostruire una vera coesione
nazionale, ritrovare la volontà di stare insieme, rifiutare l’egoismo che è
diventato il carattere distintivo della nostra epoca, e che si sta
materializzando ancora di più con il grande inganno del federalismo. Per fare
ciò è indispensabile che le forze politiche abbandonino parte del loro potere,
che contrastino i privilegi di ordini e caste, e che costituiscano le
condizioni per la stabilità del sistema e del governo, chiamato ad essere interprete della volontà
popolare e non degli interessi di pochi”.
Per Gianfranco Chessa, rappresentante di Futuro e Libertà, il nuovo
movimento messo in campo da Gianfranco Fini, nonché politico di lungo corso
proveniente dalle file della Democrazia Cristiana e poi del Popolo delle
Libertà, la politica va vista in un’ottica più orientata al futuro. “Il
superamento degli schemi tradizionali della Prima Repubblica, obbliga tutti ad
interrogarci sul futuro del nostro Paese, a individuare, possibilmente in modo
unitario, le vie d’uscita da una crisi che ci ha messo a terra e che rischia
ancora di più di aggravarsi. La fine inevitabile di Berlusconi e del
berlusconismo ci mette di fronte alla necessità di ripensare lo statuto della
nostra Repubblica e di orientare le scelte verso strade diverse rispetto a
quelle percorse nell’immediato passato. Il fallimento del bipolarismo,
trasformatosi via via in un bipartitismo imperfetto, segnala l’esigenza di
andare alla ricerca di modelli diversi di pensare alla politica e di gestire il
potere, sia a livello nazionale sia a livello locale”. Sulla stessa lunghezza
d’onda anche il segretario provinciale dell’UDC, Giovanni Barosini: “Registro
una grandissima attenzione nella nostra provincia perché si arrivi davvero a
costruire una grande forza di centro, dalle radici saldamente popolari e
fondata su valori condivisi dal nostro popolo. Come UDC, con API e Futuro e
Libertà, stiamo lavorando per una coesione vera, che si basi sull’esigenza di
rispondere positivamente al rigore morale ed etico che è chiesto alla politica.
Cercheremo in questo senso di attivare in tutte le zone della provincia una
serie di assemblee programmatiche, che permettano davvero il coinvolgimento
della “società civile”, che dovrà diventare la vera protagonista dei processi
di modifica verso i quali tendiamo”. “Il Polo della Nazione, o come si chiamerà
definitivamente, vuole davvero superare schematismi e divisioni per diventare
interprete di un grande processo di trasformazione dell’Italia in senso
democratico e partecipato – ribadisce Gabriella De Petro - .Anche a Novi ci
muoveremo, unitariamente, in questa direzione, attraverso il coinvolgimento di
persone e gruppi già attivi sul sociale e attraverso il recupero di persone che
negli ultimi tempi non hanno retto al degrado della politica. Molti segnali di
attenzione sono già presenti: è da questo, dal confronto su problemi concreti,
che cominceremo a muoverci”. Sul piano politico esistono però numerosi problemi
da superare, così sembra stando alle voci di divisioni ricorrenti anche
all’interno del cosiddetto Terzo Polo. E’ ancora Gabriella De Petro a
rispondere: “Per quanto riguarda l’UDC, gli organi istituzionali funzionano
regolarmente, con la conferma della sottoscritta a segretaria novese. Altre
presenze a noi vicine non possono che essere di sprone e un modo di aprirsi a
settori diversi, in cui ciascun gruppo può riconoscersi. Una profonda unità
d’intenti è sicuramente presente fra le tre forze che danno vita al Polo della
Nazione: UDC, API e FLI, senza problemi di primogeniture e di cariche”.
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