venerdì 6 luglio 2012

La ragione vera della crisi Italiana ed Europea è di natura culturale e trova le sue radici nella disgregazione della famiglia.
Il miracolo italiano del dopoguerra è stato reso possibile proprio dai fortissimi legami che caratterizzavano le famiglie, legami dettati dalla tradizione e anche imposti da un ferreo credo religioso in grado di influenzare le coscienze ma anche le Leggi e la politica.
Questo legame aveva fatto del nucleo famigliare un’entità basata sull’ottimizzazione delle risorse e sulla mutua assistenza, dove  trovava la sua massima realizzazione il vecchio detto popolare secondo il quale “l’unione fa la forza”.
All’interno della famiglia si lavorava tutti quanti per il raggiungimento di un obiettivo comune, ciascuno secondo le proprie possibilità. Tutte le risorse venivano conferite al Capofamiglia il quale provvedeva alla loro redistribuzione in funzione delle esigenze primarie secondo un sano criterio di contenimento degli sprechi. Da qui ha preso origine il risparmio degli italiani, quella quantità di denaro che i capifamiglia   avevano l’abitudine di accantonare per il futuro e che oggi rende le famiglie italiane le più virtuose del mondo con oltre 8000 miliardi d attivo complessivo depositati nelle banche laddove all’estero invece si contano i debiti.
Con l’Unione Europea è accaduto che invece di esportare il nostro modello virtuoso abbiamo importato quello degli altri e nell’inseguimento della modernità  abbiamo intrapreso la strada della disgregazione della famiglia che tanto era in voga nei Paesi del Nord Europa.
I primi segnali si sono avuti con la vogla, poi divenuta pretesa, di indipendenza dei figli. I figli a carico costavano sempre di più mentre i figli lavoratori trattenevano interamente per se i propri salari indebolendo la forza finanziaria della famiglia. La crisi del lavoro ha poi causato forti squilibri all’interno delle famiglie più numerose, nelle quali i figli che avevano un salario non ne volevano sapere di dare il loro contributo al mantenimento dei fratelli  studenti o nullafacenti obbligando così i genitori ad indebitarsi per provvedere a loro. Diventa così di moda, quasi usuale, seguire l’esempio dei fratelli nordici e andare a vivere da soli non appena raggiunta la maggiore età, ma ovviamente in questo modo si moltiplicano i costi e viene a mancare quella razionalità nella distribuzione delle risorse che stava alla base del Risparmio
Separazioni e divorzi poi rappresentano il naturale punto di arrivo di questo sistema malato, una situazione nella quale una famiglia normalmente benestante viene frazionata in 2 individui ridotti sull’orlo della povertà e spesso con dei figli da mantenere.
Tutto questo, unitamente ad uno Stato inefficiente, sempre più esoso, e a salari sempre più bassi, ha invertito la tendenza al risparmio delle famiglie italiane che hanno anzi iniziato ad erodere i capitali accantonati dai padri.
Questo decadimento  culturale (anche se qualcuno si ostina ancora a vederlo come Progresso) è anche alla radice del malgoverno Italiano degli ultimi 30 anni. La caduta del sistema Famiglia e il venire meno della figura del Patriarca, oculato amministratore dal quale dipendeva il benessere di tutta la piccola comunità ristretta, ha portato intere generazioni a vivere nell’illusione trascurando quello che era sempre stato il valore fondamentale trasmesso dai padri: pensare al futuro. Un popolo che non pensa al futuro non può che essere Governato da politici che non pensano al futuro e ora che siamo nel futuro subiamo nostro malgrado le conseguenze di un errore generazionale epocale.
L’influenza nordica purtroppo ha prevalso anche in chiave di Unione Europea nella quale,  all’antico modello di famiglia italica basato sull’unione solidale, su un certo rigore ma anche su una equa redistribuzione delle risorse tesa ad un costante sviluppo uniforme del territorio, si è preferito il modello nordico imperniato sull’esaltazione degli individualismi e sugli interessi dei singoli a predominare sulla collettività;  valori che oggi fanno dire alla Merkel “No agli Eurobond”.
In realtà dietro queste complesse strategie politico finanziarie ci sono anche altri fattori, non ultimo il desiderio reiterato di qualche personaggio non ben identificato di mettere le mani sugli 8000 miliardi che ancora rimangono in mano a quello che resta delle famiglie italiane, ma ritengo plausibile che la sconfitta del modello sociale italiano del dopoguerra sia una sorta di Peccato Originale diventato poi il principale innesco della crisi che stiamo vivendo.
A fronte di tutto questo è comunque lecito chiedersi perche il modello nordico nel nord Europa (e in Francia) ha comunque dato origine ad amministrazioni virtuose mentre in Italia ha causato un disastro amministrativo ed istituzionale??
La ragione è insita nella disciplina e nella metodicità che caratterizza da sempre le popolazioni nordiche ed in genere quelle non latine, una sorta di disponibilità mentale ad accettare ordine e rigore anche in assenza di una prospettiva. Gli italici e i latini in genere hanno una mentalità opposta e fino a quando sapevano di lavorare per crescere e svilupparsi, fino a quando avevano davanti a loro l’obiettivo concreto di un futuro migliore per se e per i propri figli, hanno dato il meglio sfruttando doti di cui solo questi popoli dispongono; quando invece hanno iniziato a vivere alla giornata, a perdere di vista gli obiettivi è emerso il loro lato peggiore, quello di una popolazione irriverente, scanzonata, indisciplinata e approfittatrice, una popolazione disinteressata a tutto ciò che riguarda il bene comune, un bene che questa generazione non ha guadagnato col sudore della fronte.
Va tuttavia anche ricordato che il virtuosismo nordico è anch’esso un’illusione perché a fronte di amministrazioni  con bilanci sostenibili ci sono famiglie e privati, contrariamente alle nostre, fortemente indebitate. In pratica quel debito pubblico che oggi pesa come una spada di Damocle sull’Italia, in altri paesi europei è fortemente  spalmato sulle famiglie, come dire: Nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma.   
Per una vera rinascita europea bisogna innanzitutto tornare a mettere la famiglia al centro della Politica.
Marco Corrini
Segretario Portavoce Nazionale di UFI Unione Federalista Italiana   www.unionefederalistaitaliana.com

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