mercoledì 25 agosto 2010

IL RE E' NUDO




di Francesco Giannattasio

Questa estate è stata caratterizzata da un’implosione rissosa della maggioranza con minacce continue di elezione anticipate, con attacchi pretestuosi quanto meschini in ogni direzione, anche al Capo dello Stato, che è stato costretto a ricordare: “L’Italia è una Repubblica parlamentare e per sciogliere il Parlamento dovranno essere esaurite tutte le procedure previste dalla Costituzione e quindi nuove elezioni”.
Questo in parole più semplici significa che il Capo del Governo, se ha una maggioranza ha il diritto-dovere di governare, ma, se questa maggioranza venisse a mancare, la Costituzione prevede tutta una serie di passaggi compreso quello di accertare se è possibile costituirne un’altra e portare a termine la legislatura.
Il Presidente Napolitano sta dando prova di grande saggezza e di grandi doti di statista, fermo custode dei diritti costituzionali che rappresentano un argine ad una deriva populista che appellandosi alla cosiddetta “costituzione materiale” vorrebbe stravolgere le regole della Costituzione reale.
Il venir meno della maggioranza metterebbe il capo del governo in una condizione secondaria, da primo attore lo relegherebbe ad un ruolo da non protagonista.
D’altro canto uno statista che con una maggioranza molto ampia in entrambe le camere, per problemi sicuramente complessi e non tutti riconducibili a questioni specificatamente politiche , arriva a creare condizioni di probabile non governabilità, di statista deve aver certamente ben poco.
Quando i rapporti sono compromessi fino alla meschina condizione di esprimere il peggio, come la reciproca delegittimazione, in parole povere si arriva a “ far volare gli stracci”, trovare giustificazioni tra le ragioni dell’uno e dell’altro diventa impossibile; emerge ancora una grande verità: il nostro Presidente del Consiglio è inadatto a guidare un paese dalla cultura così complessa come la nostra meravigliosa Italia.

D’altronde dalla sua “discesa in campo”, il Cavaliere ha spostato l’asse politico sulla contrapposizione e non sul confronto programmatico di idee innovatrici, con l’evidente scopo di delegittimare l’avversario.

Per guidare un paese occorrono saldezza morale, capacità di mediazione, disinteresse privato, spiccato altruismo e capacità di sopportare l’irriconoscenza e l’ingratitudine, ma soprattutto saper contrastare gli interessi costituiti e tenere sempre presente il diritto di tutti, fare in modo che a tutti sia garantito un livello di vita decoroso.
IL nostro Presidente del Consiglio forse ha altri riferimenti, da quando è sceso in politica è sempre stato sulle barricate. I “comunisti”, i magistrati, i poteri occulti, tutti presi ad insidiare la sua persona, sempre pronto a spacciarsi per vittima e a far ricadere la colpa dei suoi insuccessi su avversari veri o immaginari. Resta comunque un fatto incontrovertibile: non è un paciere.
All’onorevole Fini va il merito di averlo tirato giù dal piedistallo, anche se bisognerebbe non dimenticare di aver contribuito a farcelo salire, ed al Presidente Napolitano va il merito di averne mostrato la “nudità” al paese, che comincia ad averne abbastanza della sua piagnosa arroganza e a non lasciarsi più incantare da tattiche vittimistiche.
Dobbiamo a questo punto uscire da questo duopolio che non è consono alla nostra cultura , dobbiamo ritornare ed un sistema politico plurale con la concentrazione naturale di forze convergenti su ideali politici condivisi e nel nostro paese ci sono le intelligenze e le capacità per formare una classe politica capace di far emergere il meglio di questa nazione dalle grandi risorse. per il bene di tutti , cavaliere, faccia un passo indietro. Ha avuto la sua occasione- dimostri di voler bene a questo Paese- se ne vada a godere le sue grandi ricchezza da qualche parte e lasci il campo a chi ha a cuore l’interesse generale. Questo potrebbe riabilitare il suo senso dello Stato.

Segretario provinciale Alleanza per l’Italia

Archivio blog