venerdì 22 giugno 2012

Uscire dall'euro, la maggioranza discute

Lusi in carcere, sabato l'interrogatorio di garanzia

L'ex tesoriere a Rebibbia. La difesa in Aula: "Si cerca un capro espiatorio". Subito dopo commenta: "Non patteggio". Voto palese con 155 voti a favore, 13 contrari e un astenuto. Sì all'arresto da Pd, Udc, Idv, Lega e Api. Il Pdl ha abbandonato l'Aula.

Lusi in carcere, sabato l'interrogatorio di garanziaLuigi Lusi
ROMA - E' previsto per sabato alle 14 l'interrogatorio di garanzia davanti al gip del senatore Luigi Lusi. L'atto istruttorio verrà svolto nel carcere di Regina Coeli, dove il magistrato ha altri interrogatori in programma.

PRIMA NOTTE IN CARCERE. Il senatore Luigi Lusi ha trascorso la sua prima notte in carcere a Rebibbia, dopo che Palazzo Madama ha detto sì al suo arresto. La votazione è stata palese, con 155 voti a favore, 13 contrari e un astenuto alla richiesta di custodia cautelare in carcere da parte della Procura di Roma. Subito dopo il voto, l'ex tesoriere della Margherita ha commentato: "Sono una persona che sta vivendo un incubo". Poi annuncia: "Non patteggio", né "mi dimetterò da senatore. Voglio combattere. All'uscita dal Senato, Lusi ha chiesto al commesso di avere il tabulato delle votazioni. Poi, è andato a Rebibbia, per la prima notte nel penitenziario, dove gli è stata notificata l'ordinanza di custodia cauterale firmata dal Gip.

IL VOTO. Nelle dichiarazioni di voto, hanno espresso la loro decisione di dire sì all'arresto i Gruppi di Pd, Udc, Idv, Lega nord e Api. Contrari in aula alla richiesta di autorizzazione all'arresto si sono detti i radicali Bonino, Poretti, Perduca, il repubblicano Antonio Del Pennino, l'avvocato del Pdl Piero Longo, l'ex presidente del Senato Marcello Pera e il senatore Alberto Tedesco, ex Pd oggi al gruppo Misto, salvato dall'arresto da un voto di Palazzo Madama lo scorso anno. Il Popolo della libertà, invece, pur dichiarandosi a favore del voto segreto, ha annunciato di abbandonare l'aula al momento del voto.

LUSI: IO CAPRO ESPIATORIO. "Non intendo sottrarmi alle mie responsabilità e non intendo affatto sottrarmi al processo", dice il senatore Luigi Lusi davanti all'Aula riunita per votare sul suo arresto. Ma, prosegue l'ex tesoriere della Margherita, ''Chiedo mi venga riconosciuto il diritto dei comuni cittadini ad un giusto processo, senza inutili misure afflittive dal sapore inevitabilmente punitivo e persecutorio''. Lusi ha chiesto di evitare ''inutili e devastanti forzature per appagare la crescente ondata dell'antipolitica, tranquillizzare chi ha un approccio volto  solo a trovare un capro espiatorio, soddisfare chi evoca, strumentalmente, i 'forconi' della piazza e trovare un colpevole per tutte le stagioni''.

PDL ABBANDONA L'AULA. Il Pdl ha abbandonato l'Aula al momento del voto sull'arresto: questa la linea emersa nel corso del gruppo del partito a Palazzo Madama. ''Non dobbiamo dare alcuna sponda alla sinistra, non ci devono essere strumentalizzazioni su questo voto'', dice Angelo Cicolani che conferma: ''usciremo dall'Aula''. Il perché lo ha spiegato il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: "Non vogliamo correre il rischio di essere strumento per un regolamento di conti altrui".

IL PD VOTA SI'. "I senatori del Partito Democratico, ascoltata la relazione del Presidente Follini che ha escluso alla radice il fumus persecutionis" hanno votato a favore dell'arresto, come spiegato dal vicepresidente dei senatori Pd, Luigi Zanda. Quanto al voto segreto, il senatore ha precisato che "garantismo è una parola nobile. Ma può essere usata anche con un significato distorto e strumentale".

IDV. Sì all'arresto anche dall'Italia dei Valori: "Il nostro voto sarà di adesione alla proposta della Giunta per le immunità di applicazione della misura cautelare cosi come chiesta dai giudici", ha detto Luigi Li Gotti (Idv) nel corso del suo intervento in aula al Senato.

LEGA. Parere positivo all'arresto anche dal Carroccio: "'La Lega Nord voterà sì alle richieste di arresto del senatore Lusi'', come ha detto il senatore Roberto Mura, ricordando che già nella Giunta delle immunità la Lega aveva votato a favore alle richieste del pubblico ministero.''In questo caso - ha sottolineato Mura - non c'è fumus persecutionis''.

API-FLI. Sì all'autorizzazione all'arresto anche da Alleanza per l'Italia-Futuro e Libertà: ''Confermiamo con fermezza e convinzione il nostro appoggio alla proposta della Giunta per le immunità di applicazione della misura cautelare'', ha detto il senatore Franco Bruno, aggiungendo: "Questo voto non sanerà comunque la ferita inferta al sistema democratico del nostro Paese''.
giovedì, 21 giugno 2012
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esposto ApI

Dopo la denuncia del consigliere comunale di ApI a Biella, Edgardo Canuto, il comune amministrato dal Carroccio si vede costretto a rivedere i piani per la costruzione di una rotonda nella trafficatissima Piazza Curiel, finanziata con un progetto da centomila euro. Il ministero dei Trasporti, dopo aver ricevuto un esposto da parte di Canuto, ha rilevato diversi problemi progettuali. Secondo Canuto si tratta di una bocciatura della giunta. L'assessore locale ha garantito che aprirà un confronto con i tecnici per trovare la migliore soluzione.

mercoledì 20 giugno 2012


— Italia

Oggi si vota per l’arresto di Lusi

Un ripasso delle accuse all'ex tesoriere della Margherita e del percorso parlamentare della richiesta di arresto

20 giugno 2012
Oggi il Senato, più o meno dalle 16.30, discuterà e voterà la richiesta di arresto nei confronti del senatore Luigi Lusi, accusato – e reo confesso – di appropriazione indebita, riciclaggio e associazione a delinquere dai magistrati della procura di Roma per il periodo in cui è stato tesoriere del partito della Margherita.
Chi è Luigi Lusi
Luigi Lusi è nato a Roma, ha cinquant’anni, è avvocato ed è stato fino a pochi mesi fa un politico del Partito Democratico, proveniente dalla Margherita di Francesco Rutelli. È senatore dal 2006, inizialmente eletto con l’Ulivo e poi rieletto nel 2008. Nel 2007 la Margherita si era sciolta nel Partito Democratico ma era rimasta come fondazione: quando Francesco Rutelli se ne andò dal PD e fondò Alleanza per l’Italia, nel 2009, Lusi rimase nel Partito Democratico.
La sua carriera politica è stata praticamente sempre legata a Francesco Rutelli: nel 1994 diventò consulente giuridico del comune di Roma, mentre Rutelli ne era sindaco; dal 1996 fu consulente per la sicurezza sempre per il comune di Roma. Nel 1999 è stato delegato del sindaco di Roma, poi nel 2000 consigliere di amministrazione in una municipalizzata. A partire da quegli anni ha avuto diversi incarichi di responsabilità nel settore dell’amministrazione finanziaria: nel 2001 è stato tesoriere del comitato Rutelli (che nel frattempo era candidato premier), dal 2001 al 2004 vice presidente di Trambus, la società dei tram a Roma. Nel 2002 divenne tesoriere della Margherita.
Il 6 febbraio 2012, a causa delle indagini a suo carico, il Partito Democratico lo ha espulso dal partito e dal gruppo parlamentare. Due giorni dopo Lusi si è iscritto al gruppo misto del Senato.
Di che cosa è accusato Lusi
L’inchiesta che riguarda Luigi Lusi è stata resa pubblica alla fine di gennaio 2012, quando Lusi è stato iscritto nel registro degli indagati dopo due mesi di indagini della procura di Roma e della Guardia di Finanza.
Nel novembre 2011, la Banca d’Italia segnalò che dal conto corrente bancario intestato al partito della Margherita c’erano stati grandi movimenti di denaro in uscita, con destinazione sospetta. Si trattava di decine di bonifici, dal 2008 al 2011, con beneficiaria una società di nome T.T.T. Srl, “riconducibile a Luigi Lusi” secondo le indagini successive. La causale erano generiche “consulenze” e il totale erano circa 13 milioni di euro.
(Perché il disciolto partito della Margherita ha ancora tutti quei soldi)
Lusi ha ammesso subito le sue responsabilità e ha iniziato a collaborare con la magistratura, rilasciando nel frattempo alcune dichiarazioni – tra cui una celebre intervista, non si sa quanto volontaria, a Servizio pubblico – in cui ha alluso vagamente alla possibilità che altri esponenti politici del suo partito e del centrosinistra fossero al corrente dell’utilizzo irregolare dei fondi. Ad aprile, una relazione tecnica della società KPMG ha aggiunto, ai quasi 13 milioni di euro di spese tra il 2007 e il 2011, altri 13 milioni di uscite dai conti correnti della Margherita che avrebbero giustificativi sospetti, tanto che non è ancora chiaro a quanto ammonti la cifra di cui Lusi si sarebbe appropriato indebitamente. Tutti quei soldi sarebbero stati usati per spese personali di Luigi Lusi, tra cui l’acquisto di due ville.
Che cosa deve decidere oggi il Senato
All’inizio di maggio la procura di Roma ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari una richiesta di arresto e di custodia in carcere per Lusi, in base al fatto che esiste il pericolo dell’inquinamento delle prove: lo stesso giorno, il 3 maggio, la Guardia di Finanza ha messo agli arresti domiciliari la moglie di Luigi Lusi, Giovanna Petricone, e due commercialisti. Insieme a queste persone e ad altri due indagati, amministratori delle società TTT e Paradiso Immobiliare, Lusi è accusato di associazione a delinquere.
Dato che Lusi è senatore, il provvedimento è stato sospeso ed è iniziato il percorso parlamentare per valutare e eventualmente concedere la richiesta di arresto: si devono esprimere la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, di cui lo stesso Lusi è stato membro dal 2008 fino al 15 aprile 2012, e poi il Senato stesso.
La giunta, che ha una ventina membri, si è espressa il 12 giugno a favore dell’arresto, con 13 voti favorevoli e quattro contrari. Deve presentare una relazione al Senato in cui motiva la sua decisione (questa è quella del caso Lusi che verrà presentata oggi dal relatore, Marco Follini del PD), ma poi il parlamento è libero di decidere autonomamente.
La giunta e il parlamento devono stabilire se la richiesta dei giudici, in questo caso la custodia in carcere, è motivata in base alla legge e se eventualmente la magistratura stia usando gli strumenti legali per danneggiare il parlamentare senza reali motivazioni (il celebre fumus persecutionis). L’unico caso in cui questo procedimento non si applica è il caso in cui il parlamentare sia colto in flagranza di reato.
Un punto importante riguarda il modo in cui verrà votata la richiesta di arresto. Nel caso in cui un partito richieda il voto segreto e che la sua richiesta sia accettata dalla presidenza del Senato, è possibile che molti parlamentari votino in disaccordo con le indicazioni del loro partito: un caso recente riguarda quello del senatore Sergio De Gregorio (indagato nell’inchiesta in cui è coinvolto anche Valter Lavitola), la cui richiesta di arresti domiciliari è stata respinta il 6 giugno 2012 con 169 voti contrari, 109 favorevoli e 16 astenuti nonostante l’unico partito ad essersi espresso contro l’arresto fosse stato, ufficialmente, il Popolo della Libertà.
- Gli articoli del Post su Luigi Lusi
Luigi Lusi in Senato, 4 aprile 2012.
foto: Mauro Scrobogna /LaPresse
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domenica 17 giugno 2012

Notizie nazionali

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Corruzione, Versace: «Norme inefficaci, ho votato contro Ddl»
Venerdì 15 Giugno 2012 21:15
«Spero che Senato faccia correzioni per renderlo più incisivo»

Santo Versace spiega perché ha votato contro il ddl anti-corruzione. «Ho votato la fiducia al governo Monti per senso di responsabilità e perché ritengo - spiega il deputato dell'ApI - che fosse indispensabile sostenere il governo in questa battaglia. Tuttavia, ritengo le norme approvate inefficaci e incapaci di porre rimedio al più grave dei problemi che affliggono l'Italia. Mancano le norme sull'autoriciclaggio e un'efficace normativa sul falso in bilancio. Bisognava intervenire anche introducendo più rigidi controlli sulla spesa pubblica e sulla legittimità degli atti amministrativi. «Avevo proposto di costituire una Procura nazionale Anticorruzione sul modello di quella Antimafia che ha dato grandi risultati. Di tutto questo non vi è stato modo di dibattere per le opposte ragioni di convenienza del Pdl e del Pd. Spero ancora che si possa migliorare il testo al Senato. L'Italia ha bisogno di una legge efficace se vuole recuperare quei 60 miliardi di euro che annualmente vengono sottratti alla comunità dai corrotti e corruttori che bivaccano nella politica e nella Pubblica Amministrazione.

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