domenica 10 ottobre 2010

I Protagonisti


di Gianfranco Chessa


In taberna  quando sumus….quando siamo in taverna: così iniziava un canto della goliardia che la solerzia di Cesare Gastaldi aveva iscritto all’ordine del giorno dell’ AGUN, l’ Associazione goliardica degli universitari novesi. A me che non sapevo cantare restava il gusto di mandare a memoria il testo  latino che mi ha accompagnato, ogni volta, nel varcare la porta di una taverna. Poche sere sono trascorse dal rendez-vous nella cascinetta di  Francesco Giannattasio, in via Crispi: la compagnia evocava non poco la felicità crepuscolare degli anni trascorsi insieme.  Una compagnia, dico subito, politicamente scafata a corona del padrone di casa  da poco responsabile provinciale dell’Alleanza per l’Italia promossa dall’ex  sindaco di Roma, Francesco Rutelli.
Ma Giannattasio, prima di bagnare zuppe in politica, è altra cosa. È un artista della carrozzeria automobilistica, ha dimestichezza col forno e sforna ininterrottamente pizze di ogni taglio, sapore e colore. Bravo Francesco, indimenticato cuoco alle feste di Forza Italia che organizzava come nessuno più. Nel Popolo della Libertà  si sentì incompreso e se ne andò senza sbattere la porta perché è educato, ma col tempo saltò il fossato psicologico che lo divideva dal Pd e divenne  “compagno”. E’ recente la notizia del suo impegno nel nuovo partito di Rutelli con il quale si propone di costruire il Terzo Polo con Casini e Fini: almeno queste sono le attese di Giannattasio e dei suoi amici. In taverna, per la verità, non tutti sono sulla barca dell’oste. C’è con lui Osvaldo Repetti  fresco candidato alle Elezioni regionali, c’è il mio amico Gian Michele Cavallo che apprezza la mensa come un commensale manzoniano: con Repetti c’è l’inseparabile Vito Ziccardi  che, a differenza di Osvaldo, è rimasto nel Pd; c’è Franco Pietro che è un cattolico della Val Borbera e sta per conto suo; c’è Giampiero Daffonchio che fu responsabile della segreteria del sindaco Mario Angeli insieme e un paio di socialisti: dell’importanza di Giorgio Cantarutti e Nino Andronico.  Non si può non notare che è presente quasi al completo (mancano Piero Vernetti e Luigi Cavanna) tutta la Giunta Comunale che, guidata dal sindaco Mario Angeli,  negli anni ottanta costrinse il pci  di Lovelli e Rocchino Muliere all’opposizione. Il pensiero mio e degli amici a Mario Angeli, da qualche tempo in tormentata sofferenza, è immediato e significa ancora il riconoscimento al valore ed al coraggio che Mario ebbe nel guidare quell’esecutivo di centrosinistra. Succeduto a  Pagella, di sicuro Angeli fu tra i più rappresentativi sindaci che la città abbia avuto: peccato che, dopo un quinquennio di centrosinistra, il suo partito non gli consentì la prosecuzione della collaborazione e lo invitò ad espletare il secondo mandato con i comunisti. Continuo a ritenere che fu un danno enorme per la città. I risultati sono, ancora oggi, sotto gli occhi di tutti dal momento che sarà difficile sfangare questa città da una crisi che la stringe alla gola. Provocato dalla generosità e dall’entusiasmo del padrone di casa è stato Nino Andronico, Segretario generale della Provincia di Alessandria e indimenticato assessore del Comune di Novi, a teorizzare tempi e modalità per la ripresa. Nino è schietto: il ritorno di una politica amministrativa comincia monitorando, con  azioni mirate, le esigenze dei cittadini per creare il futuro della città. Cioè un programma, un progetto di città da discutere con l’associazionismo e le forze politiche, i singoli e gli esperti, per constatare consensi e dissensi. Chi approva il programma può lavorare alla sua realizzazione. Sempre lineare e logico il Nino che fu una delle menti del centrosinistra novese. Dietro l’angolo mi pare di capire ci sia un progetto di lavoro, un’associazione di cervelli trasversali, un disegno di città nuova idoneo a riportare Novi  al centro della scacchiera provinciale. Guarda dove sono andati  a parare, tutti riuniti da Giannattasio in taverna. E  non è finita. Perché, prima delle conclusioni, attesissimo ospite, ha bussato all’uscio il dott. Antonio Donà, per anni direttore dell’Ascom, cervello fine della politica del commercio, attento conoscitore di tutte le “botteghe” del novese. Stimolato dal  “pizzaiolo”, ha tenuto una vera lezione magistrale sulla crisi del commercio ovviamente legata a quella della città: ascoltato in religioso silenzio, interrotto soltanto da complementari proposte utili ad impedire la morìa di negozi. Presumo che se ne dovrà riparlare. Tanto che Francesco reclama la sua parte di attenzione nel proporsi come motore di future iniziative. Di più: anticipa il secondo tempo perché l’autunno incombe. Un’altra fraterna agape a funghi e castagne. I funghi, in Val Borbera, li troverà Franco Pietro, detto Fox,  la volpe che si prenota per il prossimo governo della città.

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