giovedì 27 dicembre 2012

La memoria mi funziona ancora. ALLEANZA PER L'ITALIA: "Noi vorremmo creare le condizioni perché una parte importante del centro sia alleata con la sinistra democratica». Lo ha detto il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli" ----> NON CONCORDO NEL METODO, ovvero dopo essere stati parte del Terzo Polo e PRIMI sostenitori di Monti ora API si inserisce nuovamente all'interno del Centrosinistra, prima API aborriva il Bipolarismo ora lo riabbraccia ?? Quando Voi esponenti POLITICI di API siete fuoriusciti dal PD ci avete raccontato che "non si può fare politica con una parte preponderante di area Social-comunista!" E oggi cosa è cambiato nel PD, forse l'allenaza con Vendola ? Ma i pochi iscritti NON CONTANO nulla ?? CI PRENDETE IN GIRO ??

martedì 25 dicembre 2012

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lunedì 24 dicembre 2012

CONFERENZA STAMPA PRESENTAZIONE SIMBOLO E MOVIMENTO
Venerdì 28 dicembre, alle ore 10:30, a Roma, presso l’Hotel Nazionale (piazza Montecitorio), gli onorevoli BRUNO TABACCI e MASSIMO DONADI terranno una conferenza stampa per presentare il simbolo e il nuovo movimento politico “Centro democratico”.
Alla conferenza stampa interverranno anche gli onorevoli ENRICO LETTA e MAURIZIO MIGLIAVACCA.
Roma, 22/12/2012

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UFFICIO STAMPA
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BRUNO TABACCI (CENTRO DEMOCRATICO):
“BENE MONTI, NOI NEL CENTROSINISTRA COME FORZA DI CERNIERA”

" 'Cambiare l’Italia, riformare l’Europa' è uno slogan molto efficace che Monti ha voluto mettere in campo dimostrando di essere un liberale vero, tutt’altro che conservatore, piuttosto animato da una tensione riformatrice radicale" – è quanto afferma in una nota Bruno Tabacci, leader del nascente movimento 'Centro Democratico'.
"C’è una netta chiusura al populismo di Berlusconi e questo può far cambiare pagina al Paese. E c’è una forte apertura a Bersani per un’intesa di grande respiro. Quello che serve all’Italia. Il nuovo movimento “Centro democratico” che presenteremo con Massimo Donadi il 28 dicembre in una conferenza stampa, collocato stabilmente nel centrosinistra dopo la mia partecipazione alle primarie – prosegue Tabacci - sosterrà la candidatura di Bersani a Palazzo Chigi e cercherà di svolgere un ruolo di cerniera tra i due schieramenti non populisti che si vanno delineando. Dopo venti anni di guerre insensate sulla pelle del Paese all’insegna del bipolarismo che hanno scavato un solco proprio sul confine tra centrodestra e centrosinistra, è ora di andare oltre, verso il bipolarismo maturo. E le forze di confine, come il 'Centro Democratico', riformiste e radicali a loro volta, con buon senso e con cultura di governo lavoreranno a tenere vivo questo dialogo per modernizzare finalmente l’Italia”.
ROMA, 23 dicembre 2012
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UFFICIO STAMPA
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L’Agenda Monti in 30 punti, brevi

Le cose da sapere sul documento annunciato ieri da Mario Monti: molta economia e riforme, dalla pubblica amministrazione all'impresa

24 dicembre 2012
Domenica 23 dicembre, il quasi ex presidente del Consiglio, Mario Monti, ha annunciato nel corso della sua conferenza stampa di fine anno di essere disponibile a guidare il paese dopo le elezioni del prossimo febbraio. Monti ha spiegato di volersi confrontare con le forze politiche su una serie di punti concreti, che ha raccolto in una Agenda di cui si sta discutendo molto in queste ore. Il documento, pubblicato su agenda-monti.it, mette insieme un’ampia serie di proposte e di contenuti che sono la prosecuzione ideale dell’azione di governo fino a ora portata avanti da Monti insieme con i suoi ministri.
L’Agenda è lunga venticinque pagine (qui trovate l’integrale) e, per farsi rapidamente un’idea, l’abbiamo riassunta in 30 punti brevi, dal rispetto dei conti pubblici alla lotta alla corruzione, passando per gli investimenti nell’istruzione.
1. L’Italia deve impegnarsi per la creazione di un’Europa più comunitaria, meno intergovernativa, più unita e non a più velocità.
2. Mercato europeo interno più integrato e dinamico, maggiore solidarietà finanziaria tra gli stati membri con condivisione del rischio.
3. L’Italia deve confermare il proprio impegno nel rispettare le regole di disciplina sulla finanza pubblica.
4. La politica estera deve continuare nella direzione segnata dal governo Monti, tesa non solo a Europa e Stati Uniti, ma anche agli altri paesi del Mediterraneo, valorizzando “la rete di italiani nel mondo”.
5. Il debito pubblico al 120 per cento del PIL (Prodotto interno lordo) non permette di creare nuovi debiti per poter crescere. La crescita si costruisce su finanze pubbliche sane.
6. Mantenere il pareggio di bilancio strutturale, ridurre il debito pubblico fino al 60 per cento del PIL dal 2015, dimissione e valorizzazione del patrimonio pubblico per ridurre debito.
7. I sacrifici fatti hanno portato a un avanzo primario che può portare alla riduzione del debito, e quindi a una riduzione delle tasse.
8. La prossima legislatura dovrà impegnarsi a ridurre il prelievo fiscale complessivo, partendo da lavoro e impresa. Saranno necessari meccanismi di misurazione della ricchezza più affidabili e oggettivi, senza causare fughe di capitali.
9. Con la “spending review” sono stati risparmiati 12 miliardi di euro, e se ne risparmieranno altri nel 2013 con l’entrata in vigore di altre misure. Serve un approccio sistematico e continuativo per ridurre gli sprechi e la spesa corrente, tagliando il superfluo. La “spending review” deve diventare strumento ordinario, e non più straordinario.
10. Nei primi 100 giorni del governo occorrerà identificare le 100 procedure da eliminare o ridurre con priorità assoluta per snellire la pubblica amministrazione, per avere anche più trasparenza.
11. Rimuovere ostacoli per le liberalizzazioni nei beni e nei servizi, dare più concorrenza e vigilanza sulla stessa.
12. Incentivare gli investimenti delle imprese in ricerca e innovazione, con nuovi sistemi di finanziamento e di accesso al credito.
13. Serve un “Fondo per le ristrutturazioni industriali” che incentivi l’arrivo di capitali privati.
14. Intervenire sul commercio estero, semplificarne le regole per favorire le esportazioni delle aziende italiane.
15. Istruzione, università e ricerca sono fondamentali per il futuro economico e lavorativo dell’Italia: motivare gli insegnanti, nuovi modelli organizzativi nel segno dell’autonomia e della responsabilità. Premi economici per insegnanti e dirigenti meritevoli.
16. Mantenere gli impegni presi con l’approvazione dell’Agenda digitale, per la modernizzazione dei sistemi, della pubblica amministrazione e per creare nuove imprese.
17. Regole chiare e ragionevoli per incentivare l’economia verde, con sanzioni intransigenti per chi viola le norme sulla protezione dell’ambiente.
18. Dare migliore accesso al credito agrario specializzato, favorire l’export dei prodotti agricoli italiani e politiche coerenti per limitare il consumo di superficie agricola.
19. Valorizzare il patrimonio storico-artistico, creando anche intese con fondazioni di origine non bancaria e con nuovi accordi tra pubblico e privato, per avere più finanziamenti.
20. Mantenere e puntare sulle riforme del lavoro e delle pensioni fatte nell’ultimo anno di governo: “non si può fare marcia indietro”.
21. Rilanciare un piano di occupazione giovanile e incentivi a sostegno della formazione e dell’inserimento nel mercato del lavoro.
22. Detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile per favorire l’occupazione delle donne, e ridurre la differenza di genere in ambito lavorativo.
23. Rendere lo stato sociale (welfare) più razionale e aperto all’innovazione, tagliando sugli sprechi. In ambito sanitario lo si può fare puntando anche sul potenziamento dell’assistenza docimiliare e con misure per rendere più semplice e trasparente l’accesso alle prestazioni agevolate.
24. Favorire il mantenimento di una società aperta in cui tutte le posizioni siano contendibili e non acquisite per sempre. Merito e produttività devono essere gli elementi essenziali per la valutazione del lavoro, specialmente in ambito pubblico.
25. Riformare lo Stato, creando per esempio un federalismo responsabile e solidale “che non scada nel particolarismo e nel folclore”.
26. Riconciliare la politica con i cittadini partendo da una riduzione dei contributi pubblici, anche indiretti, ai partiti e ai gruppi parlamentari e dei rimborsi elettorali. Tracciabilità dei bilanci dei partiti.
27. Lotta costante all’evasione fiscale, identificando le grandi aree di illegalità.
28. Norme severe in tema di anticorruzione, antiriciclaggio e autoriciclaggio: bisogna rivedere la riduzione dei tempi di prescrizione per questi reati.
29. Serve una nuova e coerente disciplina del falso in bilancio, così come servono leggi chiare e coerenti sulla prevenzione del conflitto di interesse.
30. La lotta alla criminalità organizzata deve continuare senza esitazione, anche grazie a procedure di appalto più trasparenti e di sequestro dei beni più rapide ed efficaci. Il recente provvedimento sull’incandidabilità muove in questo senso.
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Agenda Monti

Un'Agenda per Natale: il regalo di Monti

Se n'è tanto parlato. Prima era un 'concetto politico'. Ora è un vero e proprio documento programmatico. Ecco i punti sui quali il professore aspetta che, dopo il centro, anche il centrosinistra gli apra la porta del (secondo) governo.

di Redazione 24/12/2012
monti-13-3"Cambiare l'Italia, riformare l'Europa". E' questo il titolo di quella che media prima, politici poi e ora direttamente "il professore" hanno ribattezzato l'Agenda Monti. Un'agenda che, se fino a qualche giorno fa era qualcosa di 'concettuale' dalla conferenza stampa dell'antivigilia di Natale in quel di Palazzo Chigi è diventato un vero e proprio documento programmatico.
Non elettorale, perché il nome del professore sulla scheda, a meno di sorprese, non ci sarà.
E così per spiegare la sua Agenda sul suo nuovo portale - www.agenda-monti.it - l'ormai ex premier parla non alla classe politica (alla quale però l'Agenda è rivolta) bensì ai "cari cittadini".
Negli ultimi mesi si è molto parlato di “Agenda Monti”. Non sono stato io a introdurre questo riferimento, ma diverse forze politiche e della società civile che hanno così inteso ispirarsi all’azione del governo, come linea di confine fra le politiche da fare – o da non fare – nei prossimi anni.
Il dibattito che ne è nato è stato incoraggiante. Non solo per il consenso piuttosto ampio che è sembrato emergerne, ma soprattutto perché, per la prima volta dopo tanto tempo, i contenuti e il metodo di governo sono tornati al centro di un dibattito politico altrimenti concentrato quasi esclusivamente su schieramenti e scontri tra personalità.
Incoraggiato da questi segnali, ho lavorato in modo più sistematico. Questo documento allegato, intitolato “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa, agenda per un impegno comune” è il frutto di questo lavoro ed è presentato come primo contributo per una riflessione aperta. Questa agenda vuole dare un’indicazione di metodo di governo e di alcuni dei principali temi da affrontare. Non è un programma di lavoro dettagliato e non vuole avere carattere esaustivo.
Chiaro l'obiettivo dell'Agenda:
Contribuire ad orientare le forze politiche nel dibattito elettorale dei prossimi mesi e a suscitare energie nuove presenti nella società civile. Sia io che tutti noi riceviamo appelli numerosi e molto diversi di gruppi, organizzazioni, associazioni e singoli che semplicemente dicono che la gente è molto arrabbiata con il mondo della politica, che talora la disgusta, ma vorrebbe potersi avvicinare ad una politica diversa.
Ed è sempre l'ex premier a spiegare come questi punti potrebbero tradursi in una (sua) leadership di governo.
A quelle forze che manifestassero un’adesione convinta e credibile, sarei pronto a dare il mio apprezzamento e incoraggiamento e, se richiesto, una guida. Questo è il modo in cui intendo rapportarmi con la fase politica che si apre adesso.

QUI IL TESTO INTEGRALE DELL'AGENDA MONTI

FUTURO. Qui c'è poco da immaginare. Mario Monti nella conferenza stampa di Palazzo Chigi è stato chiarissimo: "Io non mi schiero con nessuno personalmente, vorrei che i partiti si schierassero sulle idee, e spero che anche la nostra Agenda possa contribuire a dare più concretezza ai dibattiti".
E su una sua eventuale leadership di governo, ha spiegato: "Sarei pronto ad assumere un giorno, se venisse richiesto, le responsabilità che mi venissero affidate in Parlamento".
E a chi chiedeva se sia disponibile a valutare una candidatura a premier, il presidente del Consiglio uscente ha risposto: "A priori, verificate tantissime condizioni, sì. Che è altra cosa dal dare il nome ad altri per liberi utilizzi".
Tradotto (da Monti stesso): "Se una o più forze politiche con una credibile adesione a questa agenda, o ad una migliore, ma che anche io trovi convincente, manifestassero il proposito di candidarmi a presidente del Consiglio, valuterei la cosa. A nessuno si può impedire di fare questo e, se permette, a nessuno diverso da me tocca dare la risposta".
IL 'CENTRO' RISPONDE PRESENTE - I centristi raccolgono l'appello di Mario Monti. L'agenda del professore viene promossa da Pier Ferdinando Casini, Luca Cordero di Montezemolo, Andrea Riccardi e Lorenzo Cesa che questa mattina si sono incontrati per fare il punto dopo la presentazione del manifesto montiano. Ancora nessuna decisione è stata presa sull'assetto da scegliere per la campagna elettorale e, anzi, si sarebbe concordato di conferire proprio a Monti la scelta sulle liste, ovvero se comporne una sola o diverse alleate e federate.




 


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domenica 23 dicembre 2012

ROMA, 23 DIC - “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa” è uno slogan molto efficace che Monti ha voluto mettere in campo dimostrando di essere un liberale vero, tutt’altro che conservatore, piuttosto animato da una tensione riformatrice radicale - è quanto afferma in una nota Bruno Tabacci, leader del nascente movimento “Centro Democratico” - C’è una netta chiusura al populismo di Berlusconi e questo può far cambiare pagina al Paese. E c’è una forte apertura a Bersani per un’intesa di grande respiro. Quello che serve all’Italia. Il nuovo movimento “Centro democratico” che presenteremo con Massimo Donadi il 28 dicembre in una conferenza stampa, collocato stabilmente nel centrosinistra dopo la mia partecipazione alle primarie - prosegue Tabacci - sosterrà la candidatura di Bersani a Palazzo Chigi e cercherà di svolgere un ruolo di cerniera tra i due schieramenti non populisti che si vanno delineando. Dopo venti anni di guerre insensate sulla pelle del Paese all’insegna del bipolarismo che hanno scavato un solco proprio sul confine tra centrodestra e centrosinistra, è ora di andare oltre, verso il bipolarismo maturo. E le forze di confine, come il Centro Democratico, riformiste e radicali a loro volta, con buon senso e con cultura di governo lavoreranno a tenere vivo questo dialogo per modernizzare finalmente l’Italia”.
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