Martedì 28 Dicembre 2010 16:19 | |
Europa si chiedeva l’altro giorno perché il nascente Terzo polo non
si sia precipitato a dare sponda alla «apertura al centro» annunciata da
Pier Luigi Bersani. Proverò ad argomentare le ragioni non di una
diffidenza, ma di una scelta, condivisibile o meno, di orizzonte. È
abbastanza naturale ed ovvio che il nuovo Polo, nato dalla crisi del
sistema politico attuale, coltivi legittime ambizioni sia politiche che
di crescita elettorale. Ed è altrettanto naturale che si predisponga a
“fare da sé”, non fosse altro che per un elementare criterio di
prudenza. Fare da soli, senza dipendere – per insediamento sociale, per
proposta politica e per consistenza elettorale – né dal Pdl, né dal Pd.
Costruire uno spazio autonomo volendo portare nel confronto politico il
merito delle proprie convinzioni e delle proprie idee e non il
pregiudiziale interesse ad evidenziare posizioni parlamentari terze
rispetto ad altri. |
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venerdì 31 dicembre 2010
Bruno su Europa: La ritrosia del Terzo polo
domenica 26 dicembre 2010
PROVE DI TERZO POLO ANCHE A NOVI LIGURE
Osvaldo Repetti
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IL TERZO POLO FA
LE PROVE GENERALI
Si è aperto anche a Novi il dibattito sull’avvio del
cosiddetto “Terzo Polo”, il raggruppamento che tenta di lanciare un nuovo
“centro”, costituito dall’UDC di Casini, dall’API di Rutelli e Tabacci, da
Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. Lo strappo avvenuto all’interno
dell’attuale maggioranza di governo ha favorito l’aggregarsi di forze moderate
che tendono a divenire protagoniste dell’azione politica, nazionale e locale.
“Per creare qualcosa di nuovo, che possa essere accettato
dai cittadini,occorre soprattutto entusiasmo, occorre credere che le nostre
idee possano essere vincenti, seppure a tempi lunghi. Oggi Berlusconi e il berlusconismo, con quello che
hanno significato, sono alla fine del loro percorso. E’ assolutamente
necessario che le forze che si
riconoscono in posizioni moderate scendano in campo unitariamente con
una proposta politica che sia in grado di farsi percepire come tale dalla
gente”. Così dice Francesco Giannattasio, coordinatore provinciale e locale
dell’API – Alleanza per l’Italia - la
nuova forza politica creata da Rutelli e Tabacci. Gli fa eco Gabriella De
Petro, coordinatrice novese dell’UDC di Casini: “Occorre trovare il modo di far
stare insieme forze politiche non strettamente omogenee, ma con punti di forza
comuni. Casini ha avuto il merito, almeno fino ad oggi, di farsi riconoscere
come rappresentante del cattolicesimo moderato, salvaguardando un’esperienza
storica che altrimenti correva il rischio di naufragare tra una sinistra ancora
troppo legata a schemi del passato e una destra incapace di proporre soluzioni
ad una crisi politica e morale, che ha anzi aiutato a svilupparsi”. Su questo
punto torna ad insistere Giannattasio: “Occorre ricostruire una vera coesione
nazionale, ritrovare la volontà di stare insieme, rifiutare l’egoismo che è
diventato il carattere distintivo della nostra epoca, e che si sta
materializzando ancora di più con il grande inganno del federalismo. Per fare
ciò è indispensabile che le forze politiche abbandonino parte del loro potere,
che contrastino i privilegi di ordini e caste, e che costituiscano le
condizioni per la stabilità del sistema e del governo, chiamato ad essere interprete della volontà
popolare e non degli interessi di pochi”.
Per Gianfranco Chessa, rappresentante di Futuro e Libertà, il nuovo
movimento messo in campo da Gianfranco Fini, nonché politico di lungo corso
proveniente dalle file della Democrazia Cristiana e poi del Popolo delle
Libertà, la politica va vista in un’ottica più orientata al futuro. “Il
superamento degli schemi tradizionali della Prima Repubblica, obbliga tutti ad
interrogarci sul futuro del nostro Paese, a individuare, possibilmente in modo
unitario, le vie d’uscita da una crisi che ci ha messo a terra e che rischia
ancora di più di aggravarsi. La fine inevitabile di Berlusconi e del
berlusconismo ci mette di fronte alla necessità di ripensare lo statuto della
nostra Repubblica e di orientare le scelte verso strade diverse rispetto a
quelle percorse nell’immediato passato. Il fallimento del bipolarismo,
trasformatosi via via in un bipartitismo imperfetto, segnala l’esigenza di
andare alla ricerca di modelli diversi di pensare alla politica e di gestire il
potere, sia a livello nazionale sia a livello locale”. Sulla stessa lunghezza
d’onda anche il segretario provinciale dell’UDC, Giovanni Barosini: “Registro
una grandissima attenzione nella nostra provincia perché si arrivi davvero a
costruire una grande forza di centro, dalle radici saldamente popolari e
fondata su valori condivisi dal nostro popolo. Come UDC, con API e Futuro e
Libertà, stiamo lavorando per una coesione vera, che si basi sull’esigenza di
rispondere positivamente al rigore morale ed etico che è chiesto alla politica.
Cercheremo in questo senso di attivare in tutte le zone della provincia una
serie di assemblee programmatiche, che permettano davvero il coinvolgimento
della “società civile”, che dovrà diventare la vera protagonista dei processi
di modifica verso i quali tendiamo”. “Il Polo della Nazione, o come si chiamerà
definitivamente, vuole davvero superare schematismi e divisioni per diventare
interprete di un grande processo di trasformazione dell’Italia in senso
democratico e partecipato – ribadisce Gabriella De Petro - .Anche a Novi ci
muoveremo, unitariamente, in questa direzione, attraverso il coinvolgimento di
persone e gruppi già attivi sul sociale e attraverso il recupero di persone che
negli ultimi tempi non hanno retto al degrado della politica. Molti segnali di
attenzione sono già presenti: è da questo, dal confronto su problemi concreti,
che cominceremo a muoverci”. Sul piano politico esistono però numerosi problemi
da superare, così sembra stando alle voci di divisioni ricorrenti anche
all’interno del cosiddetto Terzo Polo. E’ ancora Gabriella De Petro a
rispondere: “Per quanto riguarda l’UDC, gli organi istituzionali funzionano
regolarmente, con la conferma della sottoscritta a segretaria novese. Altre
presenze a noi vicine non possono che essere di sprone e un modo di aprirsi a
settori diversi, in cui ciascun gruppo può riconoscersi. Una profonda unità
d’intenti è sicuramente presente fra le tre forze che danno vita al Polo della
Nazione: UDC, API e FLI, senza problemi di primogeniture e di cariche”.
venerdì 24 dicembre 2010
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- 01 Università, ApI si astiene, l'intervento di Rutelli in Senato
- 02 Università, Rutelli: "Brutto segnale il no a emendamento su fondi partiti"
- 03 Scontri di Roma, Mosella sull’informativa di Maroni
- 04 L'intervento di Tabacci su mozione fisco
- 05 L’intervento di Mosella su reddito e imprenditorialità
- 06 L’intervento della Lanzillotta sulla mozione Calderoli
- 07 Intervento di Calgaro sulla mozione sul Pentothal
- 08 Rutelli: «Nuovo polo è terzo solo in partenza»
- 09 Nuovo Polo, Lanzillotta all'Economist: «Sarà centrale»
- 10 Vatinno a Terra: Cancun ha dato buoni frutti
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Riccardo Milana entra in Alleanza per l’Italia |
Giovedì 23 Dicembre 2010 19:18 | |
Il senatore Riccardo Milana annuncia la sua adesione al progetto del Nuovo Polo e l’ingresso in Alleanza per l’Italia. “E’ una scelta fatta in continuità con la mia storia, la mia cultura riformatrice e la mia esperienza politica e personale con Francesco Rutelli”, sottolinea Milana che lascia il Partito Democratico. “Per dare forza anche sul territorio romano al progetto che vogliamo costruire insieme, sottolinea Milana, costituiremo il gruppo di Alleanza per l’Italia anche in Regione Lazio (con il consigliere Mario Mei), in Campidoglio (con il consigliere Salvatore Vigna) e in Provincia di Roma (con il consigliere Massimo Caprari)”. “Nei prossimi giorni – conclude il senatore di ApI – anche dai municipi di Roma arriveranno diverse adesioni importanti che danno l’avvio ad un nuovo percorso comune per il futuro del Nuovo Polo”. |
mercoledì 22 dicembre 2010
Giannattasio risponde a Lovelli
L'ITALIA STA DIVENTANDO PRATERIA DI SCORRIBANDE
L'ITALIA STA DIVENTANDO PRATERIA DI SCORRIBANDE
Scritto da Francesco Giannattasio | |
mercoledì 22 dicembre 2010 | |
Francesco Giannattasio, il coordinatore
di Allenza per l'Italia, il movimento fondato da Francesco Rutelli,
ci ha inviato un suo commento all'articolo “La zona Rossa” a
firma dell'Onorevole Mario Lovelli pubblicato da Novionline la scorsa
settimana.
E' vero quello che sostiene l'on.Mario Lovelli (esponente del PD dotato di una grande intelligenza e scaltrezza politica) è, in atto un conflitto sociale esacerbato e non è di conforto sapere che siamo accumulati ad altri paesi europei.
Ho seguito con attenzione il momento politico e le contestazioni di piazza che hanno stretto i palazzi della politica in stato di assedio mentre all'interno avveniva il mercimonio del tempio.
Le risposte che da questi sono venuti sono stati: si di condanna unanime della violenza tranne fare dei distinguo sulle responsabilità delle varie fasi comportamentali e l'esposizione del parlamentare locale non si differenzia nel rigettarle alla parte avversa.
Esacerbare una società è il fallimento politico e morale di una classe politica (tutta) rinchiusasi in un'onclave di privilegio e sproloqui che non vuole rendersi conto che si muove in un'ottica diversa dagli interessi del paese di cui però non esitano a farsene scudo per giustificarsi e proporsi. Tutto pur di mantenere la posizione.
A sentirli sembra di ascoltare tanti cortigiani, dei tempi passati, che , a qualsiasi costo, devono compiacere il Re o l'anti Re.
Ogni eletto del popolo dovrebbe rappresentare ed essere un pensiero politico di istanza di un paese che ha tantissime ricchezze di diversità, unirle in una sintesi articolata in leggi semplici, compressibili, applicabile come: uguaglianza, dignità, opportunità e soprattutto doveri.
In una trasmissione televisiva si è visto un ministro di questo governo gridare contro un ragazzo che ne contestava l'azione con modi intimidatori ed ingiuriosi (quel ministro ha mostrato il vero volto di come viene gestito il potere che si dichiara democratico) ed ancora in epoca diversa,un'attuale Ministro che arrivava a dichiarare che "con il tricolore si ci si pulisce il culo".
Un grande omaggio a quei migliaia e migliaia di ragazzi mandati a morire per fare grande questo paese.
Stiamo perdendo la coesione, la volontà di stare insieme, l'egoismo si sta materializzando con il grande inganno del federalismo. Piano piano, giorno dopo giorno, si creano condizioni di disuguaglianza e questa bella grande Italia sta diventando una prateria di scorribande .
La speranza di chi non è stato ancora infettato da questo egoismo non è quello di esacerbarsi per mettere a ferro e fuoco le nostre città ma organizzarsi per contrastare privilegi di ordini e caste. Per fare in modo che diritti e doveri siano condizione di stabilità e coesione sociale. Facciamo in modo che essere Italiano sia un motivo di orgoglio e di vanto.
A tutti i migliori auguri di un Santo Natale ed un anno di pace, riflessione e benessere.
martedì 21 dicembre 2010
E' nato il terzo polo
La Mozione di Sfiducia al Governo Berlusconi è stata purtroppo rigettata dal Parlamento-
Berlusconi è riuscito a rimanere in sella al Paese grazie alla compiacenza di 3 Parlamentari che in crisi di coscenza gli hanno dato il proprio voto.
Noi non vogliamo alimentare le polemiche seguite a questa scelta, preferiamo soffermarci su tutto ciò che di positivo ha espressoi questo voto Parlamentare, un voto che ci ha lasciato in eredità un nuovo soggetto politico: il Polo della Nazione.
Non ci nascondiamo le difficoltà, sia di tipo ideologico che organizzativo alle quali andremo inevitabilmente incontro ma siamo tutti convinti che l'aggregazione al Centro sia un passo indispensabile per la crescita del Paese.
Ad 1 anno dalla nascita di Alleanza per l'Italia possiamo constatare che tutto quello che avevamo previsto nella prima Assemblea di Parma si è puntualmente verificato.
Il bipolarismo imperfetto che ha Governato l'Italia negli ultimi 15 anni è giunto al capolinea e i due schieramenti che lo hanno interpretato sono in preda ad una crisi profonda ed irreversibile.
A dispetto di ciò che si afferma sia da sinistra che da destra con il riscontro diretto nelle parole del Premier, il Nuovo polo è tuttaltro che nato morto anzi, è più vivo che mai ed è pronto a candidarsi seriamente per la guida del Paese.
Si tratta di una forza enorme che va ben oltre l'attuale corposa rappresentanza parlamentare e supera anche di gran lunga la forza stessa dei singoli Partiti che lo compongono a dimostrazione che non è un'operazione di ingegneria politica ma è l'espressione della volontà di una parte della politica italiana di interpretare al meglio la volontà degli Italiani e il loro desiderio di crescere insieme.
Garantiamo a tutti il nostro impegno affinchè questo progetto venga presto realizzato.
Berlusconi è riuscito a rimanere in sella al Paese grazie alla compiacenza di 3 Parlamentari che in crisi di coscenza gli hanno dato il proprio voto.
Noi non vogliamo alimentare le polemiche seguite a questa scelta, preferiamo soffermarci su tutto ciò che di positivo ha espressoi questo voto Parlamentare, un voto che ci ha lasciato in eredità un nuovo soggetto politico: il Polo della Nazione.
Non ci nascondiamo le difficoltà, sia di tipo ideologico che organizzativo alle quali andremo inevitabilmente incontro ma siamo tutti convinti che l'aggregazione al Centro sia un passo indispensabile per la crescita del Paese.
Ad 1 anno dalla nascita di Alleanza per l'Italia possiamo constatare che tutto quello che avevamo previsto nella prima Assemblea di Parma si è puntualmente verificato.
Il bipolarismo imperfetto che ha Governato l'Italia negli ultimi 15 anni è giunto al capolinea e i due schieramenti che lo hanno interpretato sono in preda ad una crisi profonda ed irreversibile.
A dispetto di ciò che si afferma sia da sinistra che da destra con il riscontro diretto nelle parole del Premier, il Nuovo polo è tuttaltro che nato morto anzi, è più vivo che mai ed è pronto a candidarsi seriamente per la guida del Paese.
Si tratta di una forza enorme che va ben oltre l'attuale corposa rappresentanza parlamentare e supera anche di gran lunga la forza stessa dei singoli Partiti che lo compongono a dimostrazione che non è un'operazione di ingegneria politica ma è l'espressione della volontà di una parte della politica italiana di interpretare al meglio la volontà degli Italiani e il loro desiderio di crescere insieme.
Garantiamo a tutti il nostro impegno affinchè questo progetto venga presto realizzato.
domenica 19 dicembre 2010
7-12-10 | |
TERZO POLO: RUTELLI, OTTIMISTA. AL CENTRO C'E' FUTURO DELL'ITALIA | |
(ASCA) - Roma, 17 dic - ''Non siamo ancora nati, non abbiamo
neppure un nome. I creativi si metteranno al lavoro da
gennaio e penso che il nome dovra' avere un carattere forte e
simbolico.
Siamo insomma ai primi passi, ma sono ottimista. Nello spazio centrale della politica italiana, lontano dagli estremismi, c'e' il futuro dell'Italia e la responsabilita' dei politici''. Lo ha detto il il leader dell'Api e componente del Terzo Polo, Francesco Rutelli intervistato su Canale 5 da Belpietro per La Telefonata. ''Il fatto che personalita' e forze politiche che hanno avuto un passato diverso si incontrino e pensino al bene dell'Italia e' molto positivo - aggiunge Rutelli - affrontare i problemi sara' la priorita' del nostro lavoro perche' e' importante pensare all'avvenire degli italiani''. Le matrici cosi' lontane tra i fondatori di questo nuovo soggetto che si affaccia sul campo della politica italiana non spaventano ne' preoccupano Rutelli. ''Non faccio polemica sul fatto che andiamo piu' d'accordo io, Casini e Fini che Berlusconi con i dipietristi che ha raccolto e accolto nella maggioranza, ma penso che siamo pronti a sostenere proposte giuste per il bene del Paese. E continuare a sottolineare le ragioni delle divergenze fa male all'Italia''. In particolare per quanto riguarda i rapporti con Fini, che nel passato fu il suo contendente alle elezioni per la poltrona di sindaco di Roma, Rutelli ha aggiunto: ''E' un fatto buono e positivo. Se si confrontano i nostri discorsi in occasione delle feste di fondazione dei nostri due movimenti, Api e Fli, si vede che abbiamo detto le stesse cose, quindi c'e' una larghissima convergenza''. Sulla consistenza del Terzo polo in caso di elezioni Rutelli ha infice valutato che potrebbe ''gia' oggi rappresentare il 14-20% dei voti''. Infine sui temi etici, Rutelli assicura che ''le diversita' non ci impediranno di avere una politica comune. Se qualcuno avra' delle posizioni diverse, potra' esprimerle liberamente, ma sui grandi valori ci sara' una unita' fondamentale. Scopo della nostra aggregazione e' favorire il buon senso''. njb/mcc/bra |
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venerdì 17 dicembre 2010
Nuovo polo, Rutelli: «Sono ottimista, il centro è il futuro dell'Italia»
Venerdì 17 Dicembre 2010 16:29 | |
«Il fatto che personalità e forze politiche che hanno avuto un passato diverso si incontrino e pensino al bene dell'Italia è molto positivo». Lo afferma il leader dell'Api, Francesco Rutelli, intervistato da Maurizio Belpietro a “La telefonata” di “Mattino Cinque”. «Non siamo ancora nati, non abbiamo neppure un nome. I creativi si metteranno al lavoro da gennaio e penso che il nome dovrà avere un carattere forte e simbolico, siamo ai primi passi, ma sono ottimista» aggiunge Rutelli convinto che «nello spazio centrale della politica italiana, lontano dagli estremismi, c'è il futuro dell'Italia e la responsabilità dei politici». Su come riescano a stare insieme Api, Udc, Fli, liberaldemocratici e repubblicani europei obietta: «andiamo più d’accordo io, Casini e Fini che Berlusconi con quei dipietristi che ha raccolto nella maggioranza, ma penso che siamo pronti a sostenere proposte giuste per il bene del Paese. | |
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Nuovo polo, Vernetti: «Porte aperte a liberali e popolari di Pd e Pdl»
Giovedì 16 Dicembre 2010 17:53 | |
«Con l’avvio della collaborazione dei gruppi parlamentari di Fli, Udc e ApI – dichiara l’on. Gianni Vernetti - si apre una nuova fase della politica italiana. Il Nuovo polo che sta nascendo è la risposta liberale e popolare a un bipolarismo in forte crisi. L’Italia merita di meglio - continua l’esponete di Alleanza per l’Italia – del continuo scontro tra il populismo di Bossi e Berlusconi da un parte e a un partito Democratico sempre più confinato nello spazio politico della sinistra tradizionale e spesso alla rincorsa del giustizialismo di Di Pietro. E ora necessario unire le migliori energie del Paese e le porte del nuovo Polo sono aperte a tutti quei liberali e popolari che sono oggi a disagio nel Pd e nel Pdl e che vogliono impegnarsi – conclude Vernetti - in una nuova stagione di riforme per far ripartire il Paese». |
giovedì 16 dicembre 2010
LETTERA APERTA A TUTTI I LEEDER DEL POLO DELLA NAZIONE
La notizia della formalizzazione del nuovo polo ci ha colto in un momemto di demoralizzazione per l'esito del vuoto di sfiducia sul governo.
E' stato come una scossa elettrica che ci ha ridato quella convinzione e fiducia che ci permise di aderire ad Alleanza per l'Italia. Finalmente avete effettuato l'unica vera azione politica che creerà le condizioni per la realizzazione di un programma politico :credibile,attuabile conndiviso.
Se sarete saldi nel mantenere i principi enunciati;se non cederete agli egoismi personali ed alle lusinghe; se vi batterete uniti per il bene ,Supremo, del nostro Paese,diventeremo, ben presto , il punto di riferimento della maggioranza di questa nostra meravigliosa Italia.
Non fatevi intimorire dagli attacchi di chi oggi vi oltraggia o da chi ambiguamente vi lusinga.
Avete intrapreso la strada giusta e ci farà uscire da questo pantano politico ,gestito dai peggiori personalismi,dai piùsfrenati egoismi ed ambiguità.
Non demoralizzatevi se qualcuno si perde per strada;non curatevi degli incerti;non abbiate fretta : la strada intrepresa è quella giusta. E' quello che aspettavano . Siamo con voi FATECI SOGNARE.
Francesco Giannattasio cordinatore prv. Alessandria
martedì 14 dicembre 2010
venerdì 10 dicembre 2010
Governo, Tabacci: «Non ci sarà un Berlusconi bis»
giovedì 9 dicembre 2010
Enrico Boselli aderisce ad Allenza per l'Italia
Giovedì 09 Dicembre 2010 14:37 | |
Il socialista Enrico Boselli aderisce ad Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli, dove assumerà il ruolo di vicepresidente, per favorire lo sviluppo del terzo polo con Udc e Fli. «Constatato il fallimento del bipolarismo - ha detto Rutelli, nel corso di una conferenza stampa in cui è stato presentato anche il nuovo simbolo - Api è impegnata nella costruzione del terzo polo, che al momento non sarà un partito unico, ma la raccolta di tre forze principali Api, Udc e e Fli più altri soggetti come Mpa e Liberaldemocratici». Api, ha detto ancora Rutelli, «non sta facendo campagna acquisti in Parlamento, ma trova adesioni sul territorio di dirigenti politici, come Boselli, e di eletti negli enti locali». | |
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Finanziaria, Bruno: «Senza slancio e ambizione, non guarda allo sviluppo» |
Martedì 07 Dicembre 2010 16:40 | |
Una legge di stabilità «senza slancio, senza nessuna sfida, senza ambizione e visione», che «finisce per non appassionare nessuno nella sua insignificanza e nel suo grigiore”. Lo ha detto il senatore di Alleanza per l’Italia, Franco Bruno, nel suo intervento al Senato sulla Finanziaria, sottolineando come il provvedimento non sia utile al Paese e come il Governo abbia «abbandonato da tempo la scelta dello sviluppo». «Nella legge di stabilità – ha affermato l’esponente di ApI – la spesa strutturale aumenta, mentre le risorse sono aleatorie o sono ancora una volta risorse cosiddette una tantum”, come il caso dei proventi sul digitale: «Parliamo di qualche miliardo di euro che preludono –sottolinea Bruno – a un peggioramento dell'indebitamento strutturale del Paese». | |
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domenica 5 dicembre 2010
Pisicchio: «Il Nuovo Polo sarà l’incubo di Berlusconi»
Venerdì 03 Dicembre 2010 17:38 | |
«Il Nuovo Polo una bufala? La verità è che sta nascendo il suo peggiore incubo»: replica così a Berlusconi l’esponente di Alleanza per l’Italia, Pino Pisicchio. «Che cosa dirà adesso per contrastarci? Che siamo comunisti anche noi?», ironizza Pisicchio. «È la volta che il Nuovo Polo si proietta a diventare il primo Polo», conclude l’esponente di ApI. «Proprio come fece Berlusconi stesso nel ’94, quando tra la gioiosa macchina da guerra e il tandem Segni-Martinazzoli riuscì da outsider a sparigliare e vincere le elezioni». |
Rutelli: «Bisogna tagliare finanziamento ai partiti, è giusto» |
Venerdì 03 Dicembre 2010 08:12 | |
«Con risparmio si poteva finanziare riforma dell'università».
Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l'Italia, annuncia che il suo
partito farà «senza demagogia» una «battaglia per la riduzione del
finanziamento pubblico ai partiti, perché questo è giusto in un momento
di grave crisi economica e finanziaria». Il leader dell'Api si è poi
detto «contrario a una abolizione totale» dei finanziamenti pubblici, ma
«favorevole ad una riduzione fino al 50%". L'ex sindaco di Roma ha quindi difeso la battaglia fatta ieri dai suoi a Montecitorio per finanziare l'università con il taglio delle somme destinate ai partiti: «Continueremo questa nostra battaglia come segno distintivo dell'Api, perché - ha concluso - siamo convinti che occorra un drastico ridimensionamento dei costi della politica». |
Università, Api per finanziamento ricercatori con taglio costi della politica |
Mercoledì 01 Dicembre 2010 10:39 | |
Solo i no e le astensioni di diversi deputati del Pd, che si sono spaccati, hanno evitato che il governo venisse battuto nell'Aula della Camera su un emendamento dell'Api alla riforma dell'Università, che ha raccolto il sostegno anche di Fli. Il testo, proposto da Marco Calgaro e Bruno Tabacci, mirava a a finanziare contratti di ricercatore a tempo indeterminato ricorrendo ai fondi per il finanziamento pubblico ai partiti. Di “norma indecente” ha parlato l'ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti. Nel suo gruppo in diversi lo hanno seguito. Alla fine, l'emendamento di Api e' stato bocciato con 305 no, 190 si' e 20 astenuti. | |
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Rutelli: «Campagna adesioni è stata un successo, cresciamo» |
Mercoledì 01 Dicembre 2010 09:00 | |
«Nelle prossime settimane aderiranno molti amministratori locali». Francesco Rutelli annuncia che «finora i risultati raggiunti dalla campagna di adesioni ad Alleanza per l'Italia, che terminerà il 5 dicembre, sono ottimi: stiamo registrando migliaia di adesioni. Alleanza per l'Italia cresce anche a Roma e nel Lazio. Il nostro movimento politico raccoglie nuove adesioni, molto importanti, di amministratori, sindaci ed esponenti del territorio. Tra questi, Marcello Mariani, presidente di Interporto Centro Italia, e Giovanni Hermanin, ex assessore regionale del Lazio». | |
L |
sabato 4 dicembre 2010
Campagna adesione ALLEANZA PER L'ITALIA 2010 - 2011
REGOLAMENTO
Articolo 1
La campagna di adesione ad Alleanza per l’Italia è improntata a
criteri di trasparenza. L’adesione al movimento prevede l’adesione al
Manifesto per il cambiamento e il buongoverno, ai principi e al codice
etico e alla dichiarazione sulla laicità di Alleanza per l’Italia.
Articolo 2
Possono aderire ad Alleanza per l’Italia tutti i cittadini italiani e
stranieri che risiedono in Italia e che possiedono un’età maggiore di 16
anni.
Articolo 3
L’adesione ad Alleanza per l’Italia è individuale. Al momento della
richiesta di adesione si autorizza Alleanza per l’Italia al trattamento
dei dati personali secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 30
giugno 2003 n. 196 in materia di protezione dei dati personali.
Articolo 4
Le domande di adesione, utilizzando i moduli numerati predisposti dal
direttivo nazionale, sono controfirmate dall’incaricato di Alleanza per
l’Italia, che attesta la data di ricezione, annota gli estremi del
documento di identità dell’aspirante aderente e rilascia ricevuta della
richiesta di adesione e della quota versata. L’adesione avviene
mediante la sottoscrizione del modulo di adesione e il ritiro della
tessera.
Articolo 5
La quota di adesione è stabilita dal coordinamento regionale con una
contribuzione minima di € 10,00 destinata a livello nazionale.
Articolo 6
Ogni persona può aderire presso il coordinamento regionale, provinciale o comunale competente per territorio.
Articolo 7
Presso ogni coordinamento regionale, provinciale e comunale è
costituito un Ufficio Adesioni che ha il compito di promuovere,
organizzare e coordinare la campagna di adesione garantendo adeguata
pubblicità. Il direttivo nazionale assume le funzioni di Ufficio
Adesioni Nazionale. Gli Uffici Adesioni Regionali sono nominati dal
direttivo nazionale, gli Uffici Adesioni Provinciali sono nominati dal
coordinamento regionale competente per territorio e gli Uffici Adesioni
Comunali sono nominati dal coordinamento provinciale competente per
territorio.
Articolo 8
Il direttivo nazionale può riconoscere autonomia nella campagna di
adesione ad associazioni autonome o a laboratori tematici che ne
facciano richiesta. In caso di riconoscimento l’associazione costituisce
un ufficio adesione che ha dipendenza diretta dall’Ufficio Adesioni
Nazionale di Alleanza per l’Italia.
Articolo 9
Non è consentito il rilascio della tessera a persone che siano iscritte
ad altri partiti o aderiscano a gruppi di altre formazioni politiche
all’interno di organi istituzionali elettivi.
Articolo 10
La campagna di adesione 2010/2011 terminerà il 30 novembre 2010. Le
domande presentate dopo il 30 novembre 2010 sono trasmesse entro 15
giorni all’Ufficio Organizzativo Nazionale per il loro accoglimento.
Articolo 11
Tutte le domande di adesione devono essere esaminate dall’Ufficio
Adesioni Provinciale che entro 15 giorni dal ricevimento deve comunicare
all’aspirante aderente l’eventuale ricusazione. In caso di ricusazione
l’aspirante aderente può proporre ricorso all’Ufficio Adesioni Regionale
competente entro 10 giorni dall’avvenuta comunicazione di rigetto della
sua richiesta di adesione. L’ufficio Adesioni Regionale si deve
esprimere entro 10 giorni dal ricevimento del ricorso.
Articolo 12
Per ogni richiesta di adesione vanno versate dall’Ufficio Adesioni
Regionale al tesoriere nazionale €10,00. Le somme maggiori incassate
sono suddivise tra i diversi livelli con delibera del coordinamento
regionale.
Articolo 13
L’ufficio Adesioni Nazionale approva, entro il 31 dicembre 2010 gli
elenchi degli aderenti per ogni singola provincia. È compito degli
Uffici Adesioni Regionali trasmettere entro il 10 dicembre all’Ufficio
Adesioni Nazionale gli elenchi degli aderenti divisi per provincia.
Articolo 14
L’ufficio adesioni di ogni livello garantisce l’applicazione del presente regolamento.
Articolo 15
L’ufficio organizzativo nazionale si riserva la facoltà di emanare circolari esplicative del presente regolamento.
File | Descrizione | Dimensione del File |
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Regolamento adesione |
venerdì 3 dicembre 2010
E' nato il terzo polo
Cari amici, brindo alla costituzione formale del Nuovo
Polo. L’accordo tra Fini, Casini, Rutelli e Lombardo è il naturale punto di
arrivo dell’azione incominciata da API a Parma e mi auguro sia quanto più
duraturo possibile. Ieri ho ascoltato con interesse l’intervento di Rutelli ad
Annozero, un intervento che, per la prima volta, mostra agli Italiani che
l’alternativa al bipolarismo finalmente esiste. Quello che ancora non esiste
sono i programmi ma sono certo che, risolto il problema aggregativo, vi si porrà
rapidamente rimedio.
Proprio in tema di programmi, prendo spunto dalla
trasmissione di ieri per collegarmi a quanto affermato dall’On. Castelli
relativamente alla cronica mancanza di fondi che caratterizza la macchina
pubblica in questo periodo storico. Concordo con Rutelli quando afferma che i
tagli a 360 gradi non sono risolutivi e anzi risultano deprimenti sia in termini
di servizi che di economia del Paese. Poiché tuttavia appare chiaro a tutti che
occorre trovare nuove risorse e limitare gli sprechi, l’azione del Nuovo
soggetto politico dovrebbe concentrarsi più chiaramente sull’argomento,
individuando i tagli selettivi da attuare e prendendo una decisa posizione in
tale senso.
Al riguardo, come modesto contributo, vorrei evidenziare
quanto segue:
In Italia ci sono 144 Consigli provinciali con in media
50 Consiglieri ciascuno, tale Istituzione è da sempre e da tutte le forze
politiche giudicata assolutamente inutile ma viene mantenuta in piedi per
ragioni di poltrone. L’abolizione delle Province porterebbe, di soli emolumenti
ai Consiglieri, ad un risparmio secco di 350 milioni di Euro l’anno senza per
questo toccare i lavoratori dipendenti delle Province che potrebbero continuare
a svolgere il loro compito alle dipendenze del Comune Capoluogo di
Provincia.
Il nostro sistema bicamerale è formato da Camera e Senato
che si palleggiano i provvedimenti legislativi per tempi a volte indefiniti. Si
potrebbe abolire il Senato eliminando in un sol colpo 360 Senatori circa con un risparmio netto annuo per le
casse dello Stato pari a 200 milioni di Euro (per difetto).
Il compito del Senato potrebbe benissimo essere svolto
dai Presidenti di regione e dai Sindaci dei Comuni Capoluogo (già pagati dallo
Stato per il loro ruolo) e potrebbe divenire di carattere consultivo lasciando
alla Camera l’approvazione definitiva delle Leggi ed eliminando i ripetuti
passaggi dei provvedimenti da un ramo all’altro del Parlamento (maggiore
flessibilità Istituzionale)
Oggi abbiamo 21 Consigli Regionali con 60 consiglieri
ciascuno, pagati mediamente 13500 Euro netti al mese (25.000 Lordi) che si
potrebbero ridurre tranquillamente a 6000 (11.000 lordi) senza per questo
mandare in malora i Consiglieri o costringerli a mendicare un piatto di
minestra, con un risparmio netto di 210 milioni annui.
Lo stesso provvedimento potrebbe essere adottato per gli
emolumenti degli Onorevoli Deputati che potrebbero essere portati ad un livello,
comunque degno, di 8000 Euro netti mensili con un risparmio per le casse dello
Stato pari a 200 milioni di Euro.
Occorre poi considerare che gli Enti Locali, spendono
complessivamente circa 1,3 miliardi l’anno in consulenze che spesso altro non
sono che strumenti per dare denaro a parenti ed amici dei politici.
Pur non negando che il ricorso ad una consulenza da parte
di figure con particolare competenza tematica sia spesso indispensabile, mi
rifiuto di credere che nell’ambito dei dipendenti del complesso delle
Amministrazioni locali italiane non esista qualcuno che abbia la specifica
competenza ricercata. Magari questo qualcuno è dipendente di altre
amministrazioni ma nulle vieta di ricorrervi contribuendo semplicemente a pagare
il suo stipendio mensile. Ciò considerando, è facile prevedere che l’utilizzo di
competenze interne alla PA permetterebbe di risparmiare almeno 1 miliardo di
Euro l’anno senza incidere sulla qualità dei servizi.
Quanto sopra permetterebbe di realizzare un risparmio di
spesa totale di circa 2 miliardi di Euro, cifra alla quale si potrebbe
aggiungere un altro miliardo se poi ci decidessimo finalmente ad intervenire
sulle Auto Blu (intervenire, non limitarsi a parlarne come si è fatto fino ad
ora).
Si tratta di 3 miliardi di Euro, 6000 miliardi delle
vecchie lire, ottenuti senza tagliare un solo posto di lavoro dipendente e senza
limitare il funzionamento delle Istituzioni.
Sempre ricollegandomi ad AnnoZero di ieri mi chiedo:
quanti rotoli di carta igienica per le scuole si potrebbero comperare con 3
miliardi di Euro ???
Ovviamente, accanto a questi temi, trovano spazio e
materia di dibattito quelli più comunemente risaputi: l’abolizione (di fatto e
non solo sulla carta) degli Enti inutili e il controllo (vero) sistematico dei
finanziamenti Statali ed europei al sistema privato e pubblico e quant’altro
sovvenga al lettore.
Siamo tutti consapevoli che il sistema clientelare della
partitocrazia italiana ha portato alla creazione di numerosi posti di lavoro
pubblici assolutamente inutili, parassitari e motivati da ragioni squisitamente
elettorali. Resta il fatto che oggi non si può pensare di eliminare questi posti
di lavoro con un colpo di spugna senza creare un rilevante problema sociale.
Dobbiamo pertanto reindirizzare questi lavoratori in settori in fase di sviluppo
nei quali possano essere produttivi per lo Stato del futuro. Nel contempo
dobbiamo risolvere la cronica crisi economica dello Stato recuperando denaro
dagli sprechi e tagliando l’unico ramo che si può sicuramente potare senza
rovinare la pianta: l’eccessivo costo della politica anche se comprendo che si
tratta di una scelta dolorosa.
Su questi temi mi piacerebbe vedere impegnato il Nuovo
Polo, per dimostrare che c’è veramente la volontà di moralizzare la Politica, di cambiare
l’Italia e renderla più equilibrata e funzionale.
Cordiali Saluti
venerdì 26 novembre 2010
Rai, Mosella: «Singolare accorpare canone a servizio vitale come la luce»
Giovedì 25 Novembre 2010 20:01 | |
«È sorprendente la proposta di Romani di accorpare il canone Rai ad un servizio vitale, com’è la luce. Ancor più singolare se pensiamo che questo è il primo atto del neo ministro allo Sviluppo Economico, esponente di un governo che a parole si professa liberale ma si contraddice con i fatti». Lo dichiara in una nota Donato Mosella di Alleanza per l'Italia. «Forse il ministro - prosegue Mosella - viene da Marte e non sa della crisi economica che sta mettendo migliaia di famiglie italiane in ginocchio o della bufera politica che investe il servizio pubblico. Sarebbe il caso – conclude - che Romani chiedesse agli italiani, che già pagano un canone salato, cosa pensano dei servizi offerti dalla Rai, p |
giovedì 25 novembre 2010
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Altri articoli...
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sabato 20 novembre 2010
RUTELLI : CON I TAGLI ALLA CULTURA ADDIO ALLE RESTITUZIONI
L’intervista della Stampa a Francesco Rutelli
La Venere rischia di essere uno degli ultimi capolavori restituiti all’Italia. Il taglio alla cultura è stato talmente brutale che non sono i soldi per mandare una missione a Cleveland, in Ohio, a recuperare l’Apollio Sauroktonos che ci deve essere restituito. Non solo: abbiamo fatto salti mortali per l’eredità Symes, in Inghilterra, che conserva una quantità di reperti antichi di provenienza illegale. Nemmeno per mandare lì i tecnici ci sono i soldi.
Leggi il resto dell’intervista
La Venere rischia di essere uno degli ultimi capolavori restituiti all’Italia. Il taglio alla cultura è stato talmente brutale che non sono i soldi per mandare una missione a Cleveland, in Ohio, a recuperare l’Apollio Sauroktonos che ci deve essere restituito. Non solo: abbiamo fatto salti mortali per l’eredità Symes, in Inghilterra, che conserva una quantità di reperti antichi di provenienza illegale. Nemmeno per mandare lì i tecnici ci sono i soldi.
Leggi il resto dell’intervista
mercoledì 17 novembre 2010
BREVI DI POLITICA
Alleanza per l'Italia, chiusura adesioni il 30 novembre | |
martedì 16 novembre 2010 | |
(red.)
Alleanza per l'Italia si sta avviando alla chiusura della sua campagna
adesioni prevista per il 30 di novembre prossimo, quando si tireranno le
somme del tesseramento che ha preso il via durante la festa nazionale
del partito di inizio settembre. Nel corso del consiglio nazionale del 3 novembre scorso, il presidente Francesco Rutelli ha annunciato con soddisfazione il raggiungimento in soli due mesi di 15 mila adesioni a livello nazionale e il passaggio in Api di oltre 1000 amministratori. "A Brescia”, informa la coordinatrice provinciale Margherita Rebuffoni, “la risposta è stata tanto positiva da potersi ritenere fra le più determinanti per il successo del risultato nazionale”. Secondo Rebuffoni “Il grande successo di pubblico del convegno a Montichiari con Bruno Tabacci del mese scorso, l'incontro a Brescia di aderenti e simpatizzanti con Francesco Rutelli, il progetto del Libro Nero della Lega, i numerosi gazebo allestiti nelle piazze dei Comuni bresciani sono altri passaggi importanti che hanno contribuito ad avvicinare i cittadini bresciani al nostro progetto e a raccoglierne il consenso”. “Brescia città e i comuni bresciani più grandi, come ad esempio Montichiari, ci hanno già dato grandi soddisfazioni”, afferma Rebuffoni, ma la vera sorpresa sono state le tante adesioni nei piccoli paesi”. “C'è chi obietta, lo sappiamo”, prosegue la coordinatrice di Api, “che le ‘tessere’ debbano considerarsi un metodo superato nei partiti moderni, ma noi di Alleanza per l’Italia ci permettiamo di dissentire”. “L'impegno in politica”, dice Rebuffoni, “non può prescindere dall'adesione ad un progetto e dalla partecipazione”. “I partiti fluidi, o cosiddetti di opinione”, conclude la rappresentante di Api, “senza radicamento e spesso tutti concentrati sul personalismo del leader hanno certificato tutta la loro fragilità”. |
giovedì 11 novembre 2010
Rutelli su Europa: «Noi abbiamo scelto. E il Pd?»
ti debbo una risposta, e una domanda al Pd, dopo gli articoli che Europa ha dedicato alla crisi politica che si è aperta nella maggioranza, e alle scelte che dovranno fare le opposizioni. La domanda, innanzitutto: non ho capito quale coalizione il Pd intenderebbe formare. Ho stima per Bersani, seguo e capisco il suo sforzo per rendere il Pd affidabile in questa congiuntura difficile. Dopo aver concorso in modo determinante a lanciarlo, ho dovuto constatare che quel Partito democratico che avevo sognato non è mai nato. Ciò che vediamo in questi mesi conferma purtroppo l’impossibilità per il Pd di formulare un pensiero, una strategia, una proposta politica capaci di formare una nuova maggioranza di governo nel paese. Il dibattito non arriva mai ad affrontare credibilmente i contenuti: le riforme coraggiose indispensabili al paese dopo questi 17 anni di bipolarismo.
Si torna dunque, ineluttabilmente, alla politica. E qui urge la risposta. Il Pd fu concepito per far uscire dal condizionamento delle estreme la coalizione dell’Unione (che andava da Mastella a Diliberto; ma di cui faceva parte, non dimentichiamo, un partito riformatore con 120 parlamentari, DL-Margherita!). Immagina davvero di candidarsi nelle prossime elezioni con un proprio profilo di sinistra riformista, e in alleanza con Vendola e con Di Pietro (a sua volta incalzato da Grillo)? Bersani ha dichiarato che sarebbe giusto creare un gruppo unico da queste tre liste diverse. Ma non solo in questo modo apparirebbe impossibile definire un chiaro programma – che so – sulla missione in Afghanistan; o sul piano-Fiat; o sulla Tav. Nell’offerta politica agli italiani, il Pd configurerebbe uno schieramento decisamente più a sinistra della stessa Unione.
E vengo alla risposta alle tue osservazioni nei miei confronti. La scelta che ci ha portati a costituire Alleanza per l’Italia e a puntare sul Nuovo polo è nota ai lettori di Europa. I miei argomenti da un anno a questa parte sono stati convalidati in modo robusto: l’analisi sul Pd, la previsione della rottura tra Fini e Berlusconi, l’ascesa irresistibile della Lega. E l’affermazione della proposta di un Nuovo polo. È interessante notare come anche gli analisti più scettici diano oggi per acquisito quel che ancora poche settimane fa bollavano come impossibile: la crisi nera del bipolarismo; l’avanzata di un astensionismo mirato, che è anche fratello della caduta verticale dei consensi ai due maggiori partiti; il richiamo del “Terzo polo”.
Nel vasto sondaggio Ipsos per il Sole 24 Ore di pochi giorni fa, il consenso ad Udc, Fli, Api e Mpa quasi raddoppia, al 21 per cento, nel caso di nascita di questo Nuovo polo (la semisconosciuta Api raccoglierebbe il 3,3 per cento e 17 deputati). Cosa vuol dire? Che noi pensiamo a unire con leggerezza forze di centrodestra, centro e centrosinistra? No, qualcosa di più importante. Significa che vogliamo fondare in Italia l’equivalente di Kadima in Israele: l’incontro tra chi ieri si trovava su fronti diversi e si può unire, oggi, per affrontare la più grave crisi economica e una delle più pesanti crisi istituzionali e di fiducia civile che abbia conosciuto la Repubblica, sulla base di una condivisione di fondo che sta emergendo in modo significativo e promettente.
Le modalità dipenderanno, ovviamente, dai modi della crisi e dai tempi delle elezioni. La strategia, che appariva temeraria, resta difficile. Ma è molto chiara. Agli amici del Pd che mi chiedono se ho dei dubbi nello scegliere tra la sinistra massimalista e giustizialista e Casini e Fini – che ha spiegato a Perugia la sua linea e le sue priorità – rispondo che oggi non ne ho.
Con tutta la simpatia per Vendola (che a livello locale abbiamo appoggiato), ciò di cui ha bisogno l’Italia non è una critica del capitalismo e della globalizzazione ma, finalmente, un progetto liberale e riformatore. Noi abbiamo scelto. Credo che il Pd debba farlo adesso.
sen. Francesco Rutelli su Europa
lunedì 25 ottobre 2010
PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOALRE SUL CONFLITTO D'INTERESSE
PROPOSTA DI
LEGGE
di iniziativa
popolare
da applicarsi
al Governo dello Stato e alle Giunti Regionali
CAPO I
PRINCIPI
GENERALI
ARTICOLO 1
(Nozione)
1. I titolari di cariche pubbliche, nell’esercizio delle
loro funzioni, sono chiamati a operare univocamente e tassativamente per la sola
cura degli interessi e del bene pubblici a loro affidati.
2. Ai fini della presente legge, si intende sussistere conflitto
di interessi in tutti i casi in cui il titolare di una carica di governo è
anche titolare di un interesse economico privato tale da poter condizionare l’esercizio
delle funzioni pubbliche a lui o ad altro esponente di governo attribuite.
3. Sussiste altresì conflitto di interessi in tutti i casi
in cui il titolare di una carica di governo è preposto, in qualità di
rappresentante, amministratore, curatore, gestore, procuratore o consulente o
in un’altra posizione analoga, comunque denominata, alla cura di un interesse
economico privato tale da poter condizionare, o da poter apparire condizionare,
l’esercizio delle funzioni pubbliche a lui attribuite.
4. Sussiste altresì conflitto di interessi in tutti i casi
in cui il coniuge non legalmente separato o i parenti o gli affini entro il
secondo grado del titolare di una carica di governo o la persona con lui stabilmente
convivente non a scopo di lavoro domestico sono titolari di interessi economici
privati o sono preposti, in qualità di rappresentante, amministratore,
curatore, gestore, procuratore o consulente o in un’altra posizione analoga,
comunque denominata, alla cura di interessi economici privati, che possono
condizionarlo, oppure determinare condizionamento, nell’esercizio delle funzioni
pubbliche a lui attribuite.
ARTICOLO 2
(Ambito
soggettivo di applicazione)
1. Agli effetti della presente legge, per titolari di
cariche di governo si intendono il Presidente del Consiglio dei ministri, i Vice
Presidenti del Consiglio dei ministri, i Ministri, i Vice Ministri, i
Sottosegretari di Stato e i commissari straordinari del Governo di cui
all’articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400.
2. Le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano, sulla base dei principi contenuti nella presente legge, possono disciplinare
la materia al rispettivo livello istituzionale.
3. Agli effetti della presente legge, per titolari di
cariche delle Regioni si intendono il Presidente della Regione, i Vice
Presidenti della Regione, gli Assessori delle Giunte regionali.
CAPO II
PREVENZIONE
DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSI
ARTICOLO 3
(Dichiarazioni
preventive)
1. Entro venti giorni dall’assunzione di una delle cariche
di cui all’Articolo 2, Comma 1, il titolare della stessa dichiara all’Autorità garante
della concorrenza e del mercato, di seguito denominata «Autorità »:
a) le cariche e gli uffici pubblici ricoperti;
b) i propri impieghi pubblici o
privati;
c) l’iscrizione ad albi
professionali;
d) le
cariche di presidente, amministratore, liquidatore, sindaco o membro del
consiglio di gestione o di sorveglianza, nonché analoghe cariche comunque
denominate, ricoperte in imprese o in società
pubbliche
o private, nonché in fondazioni o in enti di diritto pubblico, anche economici.
2. Nella dichiarazione di cui al Comma 1 devono essere
indicate le posizioni previste dallo stesso Comma 1 in atto al momento
dell’assunzione della carica di governo e quelle cessate nei dodici mesi precedenti.
3. Entro il termine di cui al Comma 1 il titolare della
carica di governo è altresì tenuto a dichiarare all’Autorità:
a) i
diritti reali su beni immobili o mobili iscritti in pubblici registri di valore
superiore a 500.000 EURO;
b) la titolarità di imprese
individuali;
c) le quote di partecipazione in
società;
d) le partecipazioni in associazioni
o in società di professionisti;
e) gli
strumenti finanziari previsti dall’Articolo 1, Comma 2, del testo unico delle
disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al Decreto Legislativo
24 febbraio 1998, n. 58, e successive modificazioni;
f) ogni
contratto o accordo comunque stipulato con terzi, al fine di assumere, intraprendere
o proseguire, dopo la cessazione dell’incarico pubblico, un impiego o
un’attività di qualunque natura.
4. Alla dichiarazione indicata nel Comma 2 sono allegati
una copia dell’ultima dichiarazione dei redditi soggetti all’imposta sul
reddito delle persone fisiche, nonché un elenco dei beni immobili o mobili
iscritti in pubblici registri di valore superiore a 500.000 euro che il
titolare della carica dichiara essere destinati alla fruizione propria o del
coniuge non legalmente separato o dei parenti o degli affini entro il secondo
grado, nonché delle persone con lui stabilmente conviventi non a scopo di
lavoro domestico.
5. Entro venti giorni dalla scadenza del termine utile per
la presentazione della dichiarazione dei redditi soggetti all’imposta sul
reddito delle persone fisiche, i titolari delle cariche di cui all’Articolo 2,
Comma 1, sono tenuti a depositare presso l’Autorità una copia della
dichiarazione stessa.
6. Il titolare di una delle cariche di cui all’Articolo 2,
Comma 1, comunica all’Autorità, entro venti giorni dalla data in cui si è
verificata, ogni variazione degli elementi della dichiarazione di cui al Comma 3
del presente articolo, attraverso apposita dichiarazione integrativa.
7. Le dichiarazioni di cui ai Commi 2, 3 e 4 devono essere
presentate all’Autorità, entro il termine previsto dal Comma 1, anche dal
coniuge, dai parenti e dagli affini entro il secondo grado del titolare della
carica di governo e dalle persone con lui stabilmente conviventi non a scopo di
lavoro domestico.
8. L’Autorità deve compiere accertamenti sulla veridicità
e sulla completezza delle dichiarazioni e acquisire d’ufficio gli elementi
giudicati utili alla conoscenza degli interessi economici e patrimoniali dei soggetti
di cui all’Articolo 2, Comma 1, avvalendosi, senza nuovi o maggiori oneri
per la finanza pubblica, di un apposito nucleo della
competente Agenzia delle Entrate e di farne debita relazione al Capo dello
Stato per competente intervento e sospensione dell’incarico in caso di evidente
e palese conflitto di interesse.
ARTICOLO 4
(Incompatibilità
assoluta)
1. Le cariche di cui all’Articolo 2, Comma 1, sono
incompatibili con:
a) qualunque
carica o ufficio pubblico non ricoperto in ragione della funzione svolta. E’
ammesso soltanto il cumulo tra il mandato parlamentare e l’esercizio di una
funzione di governo;
b) qualunque impiego pubblico o
privato;
c) l’esercizio
di attività professionali o di lavoro autonomo, anche in forma associata o
societaria, di consulenza e arbitrali, anche se non retribuite;
d) l’esercizio
di attività imprenditoriali, anche per interposta persona o attraverso società
fiduciarie, salvo il caso di piccoli imprenditori ai sensi dell’articolo 2083
del codice civile;
e) le
cariche di presidente, amministratore, liquidatore, sindaco o membro del
consiglio di gestione o di sorveglianza, nonché analoghe cariche comunque
denominate, in imprese o in società pubbliche o private, in fondazioni o in
enti di diritto pubblico, anche economici;
f) la
proprietà di un patrimonio di valore superiore a due milioni di euro in beni,
ad esclusione dei contratti concernenti titoli di Stato, la cui natura, anche avuto
riguardo alla concentrazione nel medesimo settore di mercato, configura l’ipotesi
di conflitto di interessi di cui all’articolo 1;
g) la
proprietà, il collegamento o il controllo diretto o indiretto di un’impresa che
svolge la propria attività sulla base di qualunque titolo abilitativo
rilasciato dallo Stato, salvo il caso di piccoli imprenditori ai sensi dell’Articolo
2083 del codice civile;
h) il possesso,
anche per interposta persona o tramite società fiduciarie, di partecipazioni
rilevanti, anche se inferiori al valore di cui alla lettera f), nei settori della difesa, della
sanità, dei trasporti, delle infrastrutture essenziali, dell’energia, del credito,
delle opere pubbliche di preminente interesse nazionale, delle comunicazioni di
ambito nazionale o dei servizi pubblici erogati in regime di concessione o di
autorizzazione, nonché in imprese operanti nel settore pubblicitario.
2. Ai fini del comma 1, lettera h), del presente articolo, si intendono per rilevanti le
partecipazioni di controllo o che partecipino al controllo, ai sensi dell’Articolo
2359 del codice civile e dell’articolo 7 della legge 10 ottobre 1990, n. 287,
nonché le partecipazioni superiori al 4,999% del capitale sociale nel caso di società
quotate in mercati regolamentati e del 14,999% negli altri casi. Si intendono altresì
rilevanti gli accordi contrattuali ovvero i vincoli statutari che consentono di
esercitare il controllo o la direzione e il coordinamento anche di enti non societari.
ARTICOLO 5
(Invito a
optare e decadenza dalla carica di governo in caso di mancata opzione)
1. L’Autorità accerta, d’ufficio, anche tramite proprie
verifiche, entro trenta giorni dal ricevimento delle dichiarazioni previste
dall’Articolo 3, le situazioni di incompatibilità di cui all’Articolo 4 e ne dà
comunicazione all’interessato, invitandolo a comunicare, entro i trenta giorni
successivi, l’opzione tra il mantenimento della carica di governo e il
mantenimento della posizione incompatibile.
2. Il titolare di una carica di governo che intende
rimuovere una delle situazioni patrimoniali di incompatibilità di cui alle
lettere f), g) e h) del Comma 1 dell’Articolo 4
ha a disposizione un termine di ulteriori trenta giorni per conferire un
mandato irrevocabile di vendita della quota eccedente, secondo modalità e
termini compatibili con quanto previsto nella presente legge. Fino a quando la
vendita non è conclusa permane la situazione di conflitto di interessi. Se la vendita
non è conclusa entro il termine di sei mesi, il titolare della carica di
governo decade dalla carica stessa.
3. A decorrere dalla data dell’invito e fino all’esercizio
dell’opzione di cui al Comma 1 del presente articolo, il titolare della carica
di governo che si trova in una delle situazioni di incompatibilità di cui all’Articolo
4 è tenuto all’obbligo di astensione di cui all’Articolo 6.
4. Della comunicazione e dell’invito a optare tra la
carica di Presidente o di Vice presidente del Consiglio dei ministri o di Ministro
e quella incompatibile sono informati dall’Autorità il Presidente della Repubblica,
i Presidenti delle Camere e il Presidente del Consiglio dei ministri. Per le
altre cariche indicate nell’Articolo 2, Comma 1, sono informati dall’Autorità i
Presidenti delle Camere e il Presidente del Consiglio dei Ministri. La
comunicazione dell’invito a optare è pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.
5. Nel caso di mancato esercizio dell’opzione di cui al Comma
1 entro il termine prescritto, si intende che l’interessato abbia optato per la
posizione incompatibile con la carica di governo ed egli decade dalla carica
stessa.
6. Nel caso di cui al Comma 5, l’Autorità informa del
mancato esercizio dell’opzione relativa alla carica di Presidente o di Vice
Presidente del Consiglio dei ministri o di Ministro il Presidente della
Repubblica, i Presidenti delle Camere, il Presidente del Consiglio dei ministri
e l’interessato. Per le altre cariche indicate nell’Articolo 2, Comma 1, sono
informati dall’Autorità i Presidenti delle Camere, il Presidente del Consiglio
dei ministri e l’interessato. Del mancato esercizio dell’opzione è pubblicata notizia
nella Gazzetta Ufficiale.
ARTICOLO 6
(Obbligo
di astensione e sottoposizione della questione all’Autorità)
1. Al di fuori delle situazioni di incompatibilità assoluta
di cui all’Articolo 4, il titolare di una carica di governo di cui all’Articolo
2, Comma 1, che si trova in una situazione di conflitto di interessi ai sensi dell’Articolo
1 ha l’obbligo di astenersi dalla partecipazione a qualunque decisione che
possa specificamente incidere sulla situazione patrimoniale propria o del coniuge
non legalmente separato o di altri soggetti a loro legati da rapporti di
interesse, recando ad essi un vantaggio economico rilevante e differenziato
rispetto a quello della generalità dei destinatari del provvedimento.
2. Quando il titolare di una delle cariche di Governo di
cui all’Articolo 2 dubita della sussistenza dell’obbligo di astensione nel caso
specifico ovvero ritiene comunque di poter essere in conflitto di interessi nell’adozione
di una decisione o nella partecipazione a una deliberazione, egli è tenuto a
investire immediatamente della questione l’Autorità.
3. L’Autorità stabilisce le linee guida relative all’obbligo
di astensione nei limiti di cui al Comma 1, definendo in dettaglio modalità,
tempi e misure che assicurino la non interferenza del titolare della carica di
governo in conflitto di interessi nelle decisioni di cui al citato Comma 1.
4. Nei casi previsti dal Comma 2, l’Autorità si pronuncia,
con propria deliberazione, entro i cinque giorni successivi al ricevimento
della richiesta, trascorsi i quali l’interessato può ritenersi esente da ogni
obbligo di astensione. In pendenza del termine per la decisione, colui che ha investito
della questione l’Autorità è in ogni caso tenuto ad astenersi.
CAPO III
REPRESSIONE DI
SITUAZIONI DI CONFLITTO DI INTERESSI
ARTICOLO 7
(Diffida)
1. Al di fuori delle situazioni di incompatibilità assoluta
di cui all’Articolo 4 della presente Legge, ove l’impresa facente capo al
titolare di cariche di governo, al coniuge non legalmente separato o ai parenti
o agli affini entro il secondo grado, ovvero le imprese o le società da essi
controllate, ai sensi dell’Articolo 7 della Legge 10 ottobre 1990, n. 287,
pongano in essere comportamenti discrezionali diretti a trarre vantaggio da
atti adottati in conflitto di interessi ai sensi dell’articolo 1 della presente
Legge, l’Autorità diffida l’impresa dall’adottare qualsiasi comportamento
diretto ad avvalersi dell’atto medesimo ovvero a porre in essere azioni idonee
a far cessare la violazione o, se possibile, misure correttive.
ARTICOLO 8
(Sanzioni
per violazioni dell’obbligo di dichiarazione)
1. In caso di accertato totale o parziale inadempimento
degli obblighi di dichiarazione di cui all’Articolo 3, nonché in caso di
presentazione di dichiarazioni risultate in tutto o in parte incomplete ovvero
non veritiere, l’Autorità, applicando le norme contenute nel Capo I, Sezioni I
e II, della Legge 24 novembre 1981, n. 689, e successive modificazioni,
applica, per gli inadempimenti relativi a ciascuna dichiarazione, una sanzione
amministrativa pecuniaria da EURO 100.000 a EURO 250.000.
2. Di ogni caso di violazione, in qualsiasi forma, degli
obblighi di dichiarazione di cui all’Articolo 3. Il Presidente dell’Autorità informa
il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio dei ministri e i
Presidenti delle Camere.
ARTICOLO 9
(Sanzioni
per le violazioni dell’obbligo di astensione)
1. Se, in violazione dell’obbligo di astensione di cui
agli Articoli 5, Comma 3, e 6, commi 1 e 4, il titolare di una delle cariche di
cui all’articolo 2, comma 1, prende una decisione, adotta un atto, partecipa a
una deliberazione od omette di adottare un atto dovuto, conseguendo per sé o
per uno dei soggetti di cui all’Articolo 3, Comma 5, un vantaggio
economicamente rilevante e differenziato rispetto a quello conseguito dalla
generalità dei destinatari, ovvero un vantaggio economicamente rilevante e incidente
su una categoria ristretta di destinatari della quale il medesimo fa parte,
l’Autorità, applicando le norme contenute nel Capo I, Sezioni I e II, della Legge
24 novembre 1981, n. 689, e successive modificazioni, delibera una sanzione
amministrativa pecuniaria non inferiore al
doppio e non superiore al quadruplo del vantaggio
patrimoniale effettivamente conseguito dai soggetti interessati.
ARTICOLO 10
(Sanzioni
per inottemperanza alla diffida)
1. In caso di inottemperanza, entro il termine assegnato,
alla diffida di cui all’Articolo 7, l’Autorità, applicando le norme contenute
nel Capo I, Sezioni I e II, della Legge 24 novembre 1981, n. 689, e successive
modificazioni, delibera nei confronti dell’impresa una sanzione amministrativa pecuniaria
non inferiore al doppio e non superiore al quadruplo del vantaggio patrimoniale
effettivamente conseguito dall’impresa stessa.
CAPO IV
DISPOSIZIONI
PER L’ACCESSO ALLE CARICHE ELETTIVE IN CONDIZIONI DI EGUAGLIANZA
ARTICOLO 11
(Parità
di accesso ai mezzi di comunicazione durante le campagne elettorali)
1. Durante il periodo della campagna elettorale, definito
ai sensi della Legge 10 febbraio 2000, n. 28, i capi delle coalizioni o delle
liste di cui all’Articolo 14-bis, Comma 3, del testo unico delle leggi
recanti norme per la elezione della Camera dei Deputati, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni,
devono poter accedere in condizioni di eguaglianza, ai sensi dell’Articolo 51
della Costituzione, ai contenuti informativi e ai programmi delle reti
televisive nazionali pubbliche e private in qualunque forma e tecnologia
diffusi, nonché ai programmi radiofonici del servizio pubblico. Le condizioni di
eguaglianza riguardano i tempi, la collocazione e il costo dell’utilizzazione del
mezzo nel caso di programmi a pagamento. I responsabili delle imprese
radiotelevisive indicate devono assicurare il rispetto del principio di cui al
presente Comma e indicare immediatamente all’Autorità l’entità dei costi
sostenuti per i programmi a pagamento.
2. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni stabilisce
con proprio regolamento, da adottare entro due mesi dalla data di entrata in
vigore della presente Legge, le disposizioni di attuazione necessarie ad
assicurare l’effettivo e puntuale rispetto dei principi indicati nella presente
legge. A tale fine osserva, in quanto compatibili, le procedure e si avvale
delle competenze e dei poteri previsti dalle disposizioni vigenti in materia di
ordinamento delle comunicazioni ricadenti sotto la sua vigilanza.
3. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni effettua
giornalmente il controllo sull’applicazione del principio di cui al Comma 1 e
rende pubblici, entro la settimana successiva a quella del rilevamento, i dati
relativi ai tempi, alle collocazioni e ai costi, attraverso una comunicazione
chiara e tempestiva nel proprio sito internet e, al termine della
campagna elettorale, trasmette l’indicazione dell’entità complessiva dei costi
all’autorità competente.
4. In caso di accertamento di comportamenti posti in
essere in violazione delle disposizioni di cui al Comma 1, l’Autorità per le
garanzie nelle comunicazioni intima all’impresa, immediatamente e comunque non
oltre le ventiquattro ore, di desistere dal comportamento contestato e di
adottare, entro il termine di quarantotto ore, o entro il termine di
conclusione della campagna elettorale, ove questo sia più breve, le necessarie
misure correttive e di ripristino della parità violata. In caso di
inottemperanza, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni delibera nei
confronti dell’impresa che ha commesso la violazione le sanzioni previste dall’Articolo
1, Comma 31, della Legge 31 luglio 1997, n. 249.
5. Le sanzioni pecuniarie di cui al Comma 4 sono aumentate
fino a quattro volte nel minimo e nel massimo, in relazione al numero, alla
gravità e alla durata delle violazioni commesse e, fatto comunque salvo
l’obbligo di ripristino della par condicio violata, sono adottate nei
confronti delle imprese, in considerazione della gravità dell’infrazione
commessa, sanzioni pecuniarie da EURO 500.000 a EURO 1.500.000. In caso di
violazioni degli ordini o delle diffide dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
ripetute per oltre due volte, è disposta la sospensione del titolo abilitativi per
un periodo di quindici giorni.
6. Resta fermo quanto previsto dall’articolo 7 della Legge
20 luglio 2004, n. 215, e successive modificazioni, in materia di sostegno
privilegiato.
CAPO V
DISPOSIZIONI
FINALI
ARTICOLO 12
(Abrogazioni)
1.
Sono abrogati:
a) la Legge
20 luglio 2004, n. 215, ad esclusione degli Articoli 7 e 9, limitatamente alla
disciplina del contingente di personale attribuito all’Autorità, ivi compreso il
personale comandato, al cui onere finanziario si provvede sulla base delle risorse
acquisite ai sensi dell’Articolo 10, Comma 7-bis, della Legge 10 ottobre
1990, n. 287;
b) il
numero 2) dell’articolo 1 della Legge 5 luglio 1982, n. 441.
ARTICOLO 13
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore decorsi sessanta
giorni dalla data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
ARTICOLO 14
(Abrogazioni)
1. Sono abrogati le seguenti norme:
1.
L. 367/2001;
2.
la Legge Frattini, approvata il 28 febbraio del
2002;
3.
D.Lgs. 61/2002;
4.
L. 251/2005;
5.
L. 51/2010;
6.
la Legge Tremonti, approvata il 10 giugno 1994;
7.
L.383/2001;
8.
D.L. n. 282/2002;
9.
L. 308/2004;
10. D.L.
185/2008;
- L.112/2004.
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