La
Camera dovrà decidere sulle dimissioni del Ministro Bondi. E'
fisiologico che le opposizioni votino la sfiducia, in casi come questo.
Ma viene ora l'ultima occasione perché Bondi salvi l'onore, dopo che in
questi due anni e mezzo Tremonti gli ha tolto tutto.
Propongo
proprio la cultura come primo tema delle mie proposte e riflessioni per
il 2011: il patrimonio unico al mondo dell'Italia, e l'impresa culturale
e dello spettacolo, che sono stati liquidati tradizionalmente in zone
marginali, residuali della politica. I governi di centrosinistra hanno
fatto senz'altro meglio; non posso dimenticare che nei miei 20 mesi come
Ministro abbiamo realizzato molte cose (il bilancio si può leggere sul
sito
www.francescorutelli.it),
fatto riforme importanti (il nuovo Codice del Paesaggio, le linee-guida
per la valorizzazione del patrimonio, i nuovi incentivi per il
cinema...) ma attraversato grandi difficoltà per riportare le risorse
del Ministero al punto in cui si trovavano prima; ovvero, prima dei
tagli 2001-2006 del precedente governo Berlusconi-Tremonti. Nel 2008,
questo duo è tornato al potere, e Bondi non è riuscito assolutamente a
impedire il disastro: nel quinquennio in corso, il taglio
stabilito punta addirittura a 2.800 milioni di euro!!
Questa è la
critica che gli rivolgo: non per il crollo di un muro a Pompei, o
altrove. I punti su cui Bondi dovrebbe tentare di salvare l'onore sono
almeno tre: a) imporre il ripristino delle risorse per la cura e la
manutenzione del nostro gigantesco patrimonio, altrimenti i crolli del
futuro non saranno frutto della fatalità o di errori, ma di una
distruzione programmata del patrimonio archeologico, architettonico, monumentale e del paesaggio.
Con poche decine di milioni di euro all'anno a disposizione, inizia col
2011 un precipizio senza fondo. b) mantenere l'impegno preso con il
mondo dello spettacolo a proseguire il finanziamento di
tax credit e
tax shelter,
da me introdotti: il finanziamento per soli 6 mesi di meccanismi di
incentivo agli investimenti - che avevano dimostrato di funzionare
benissimo - è impraticabile, dunque uno sfregio, più ancora che una
beffa. Ripristinare, come promesso, il FUS a 400 milioni annui: con
appena 258 milioni, ovvero col dimezzamento secco delle risorse rispetto
a quelle programmate dal nostro governo, si butta invece tutto nel wc,
inclusa la riforma delle fondazioni liriche, perché neppure si potranno
firmare i contratti; e si mette in ginocchio persino la Scala di Milano.
c) salvare i funzionari di "seconda fascia", che a decine vanno via per
la combinazione delle norme Tremonti-Brunetta. Il Ministero ha
competenze tecnico-scientifiche uniche, che non possono essere liquidate
senza sostituzioni, lasciando vuoto il presidio dei nostri Beni
Culturali.
Risultato: questo Governo sta portando il Ministero ad uno
smembramento-regionalizzazione di fatto, che va contro l'obbligo costituzionale che affida allo Stato il nostro Patrimonio. E alla chiusura in massa delle attività culturali, evidentemente ritenute realtà libere, e "scomode" per l'attuale potere.
Rivolgo
al mio successore, cui non ho mai riservato polemiche personali,
l'estremo appello a salvare la cultura italiana. Pretenda che il governo
di cui fa parte mantenga gli impegni che ha preso e che sta
calpestando. Altrimenti, si dimetta subito; salvi il proprio decoro;
sollevi il caso di uno sforzo nazionale necessario per rimettere la
cultura italiana sul binario della salvezza. Avrà il mio e nostro
sostegno.Stiamo parlando dello 0.2-0,3% del PIL! Per parte mia,
dichiaro oggi che non sosterrò in futuro nessun governo che non ripristini le condizioni basilari per tutelare i nostri Beni e far vivere le nostre Attività culturali.