martedì 16 ottobre 2012

Il porcospino - il blog di Mauro Cattaneo

Si poteva evitare il dissesto del Comune di Alessandria?

Purtroppo NO

Mi dicono che si starebbe diffondendo una leggenda metropolitana secondo la quale la dichiarazione di dissesto del Comune di Alessandria era evitabile. Che sarebbe stata una scelta volontaria della sindaca Rita Rossa e della sua maggioranza. E che adesso tutti stiamo pagando le conseguenze di questa scelta avventata e sbagliata.
A dimostrazione del fatto che non solo si tratta di una leggenda metropolitana ma di una scemenza messa in giro da persone evidentemente in mala fede e a cui crederanno parecchie persone in buona fede, allego le foto della notifica che ho ricevuto (in quanto consigliere comunale) lo scorso 28 giugno dalla Prefettura che intimava la “formale ed esplicita dichiarazione del dissesto finanziario di codesto Comune” in conseguenza del fatto che il 12 giugno la Corte dei Conti del Piemonte aveva “accertato il perdurante inadempimento da parte del Comune di Alessandria nell’adozione delle misure correttive idonee ad effettivamente risanare la propria situazione finanziaria gravemente deficitaria ed in tal modo invertire la tendenza al suo progressivo deterioramento”.





Inoltre, il prefetto Amelio (buonanima) non mancava di ricordare che se il Consiglio Comunale di Alessandria non avesse approvato entro “il termine di venti giorni decorrente dalla data di notifica del presenta atto” egli stesso avrebbe dovuto “nominare un Commissario per la deliberazione dello stato di dissesto e dare corso alla procedura di scioglimento di codesto Consiglio Comunale”.

Se non avessimo votato il dissesto oggi non ci sarebbe nessun Sindaco e nessun Consiglio Comunale. Ma solo un Commissario inviato dal Ministero degli Interni che starebbe già provvedendo a tagliare posti di lavoro e a chiudere o vendere aziende partecipate del Comune, immobili o servizi per pareggiare il bilancio. E potrebbe farlo standosene tranquillamente in un'altra città, per non essere infastidito dalle grida di dolore degli alessandrini.
Forse un’altra possibilità poteva essere quella di continuare a falsificare i bilanci, prendendosi gioco della Corte dei Conti e degli alessandrini. Sperando di cavarsela come per anni se l’erano cavata Fabbio, Vandone e Ravazzano. Forse qualche alessandrino avrebbe continuato a crederci. Ma la Corte dei Conti no. E nemmeno la magistratura, visto che tra poche settimane processerà proprio per falso in bilancio il trio di cui sopra.
Invito tutti quindi a non credere alle palle messe in giro da chi gioca sporco e specula sulla situazione in cui si trova la nostra città. Ma soprattutto invito tutti ad aderire e partecipare alla fiaccolata indetta per giovedì dai sindacati per reagire alla situazione e alle norme che rischiano di strangolare questa città.
Dimostriamo di essere una comunità coesa, solidale, consapevole dei rischi che sta correndo e che si batte per non pagare colpe di altri.
Ci vediamo giovedì sera alle 20.30 davanti alla Prefettura.

Per segnalare un evento al Porcospino inviare una mail all'indirizzo ilporcospino@ilporcospino.org
Chi volesse ricevere il Porcospino può mandare una mail all'indirizzo ilporcospino@ilporcospino.org con la parola ISCRIZIONE nell'oggetto.

Ma sono le primarie della Sinistra o del Centrosinistra?

Il Partito democratico si è posto una domanda giusta: ma è possibile un’alleanza al Centro per concorrere a governare l’Italia? Prima di dire la mia opinione, vorrei osservare due questioni fondamentali per la prossima legislatura: quella sui soggetti politici, e quella sui progetti politici. Si sta decomponendo il centrodestra. Il governo della Lombardia è solo il maggiore iceberg che si stacca, nello scioglimento dei ghiacci del ventennio-con-Berlusconi. Il documento Pd-Sel – un buon testo della sinistra post-socialdemocratica – sembra confermare il desiderio del Pd di riparare nelle certezze tradizionali.
Ma queste certezze non funzionarono nel 2006, con il nostro governo Prodi, pur molto più equilibrato da posizioni riformatrici. Qualcuno pensa davvero che nel 2013, per governare, basti accusare il liberismo (per criticare il liberalismo democratico) e ammiccare all’egualitarismo (per denunciare le crescenti diseguaglianze, problema dirompente, ormai a livello planetario)? In verità, sta proprio qui la questione italiana dell’inizio del XXI secolo: la società, l’impresa diffusa, stanno perdendo – per diverse, e note, ragioni – la forza dinamica che ne ha caratterizzato l’intraprendenza; la politica è senza risposte adeguate. Il paese sta così cacciandosi in una dinamica di avversioni, rancori, frammentazioni distruttive.In termini politici, si è osservato che accennare a una possibile messa in discussione degli “impegni internazionali e dei trattati sottoscritti dall’Italia” non è solo l’altra faccia del rigetto dell’esperienza Monti: è velleitario (lo dimostra, ad esempio, la distanza tra il programma Hollande e il governo Hollande); ed è pericoloso. In termini generali, la mancanza di spinta pro-crescita, pro-creatività, pro-competitività è a mio avviso il lato più oscuro del testo Pd-Sel.
Senza fame di innovazione, c’è l’aggravamento del declino, e c’è un destino di ulteriore, inconcludente, polarizzazione politica. Per cercare di prevalere nelle elezioni, e con la nascosta speranza, da parte dei riformisti, che non ci sia una maggioranza: per separarsi dopo il voto da Vendola (che ha già chiaramente detto che non vuole né Monti, né un governo con l’Udc), e chiedere di nuovo a Monti di sbrogliare la matassa.Naturalmente, si può ben costruire un compromesso con Vendola, oltre che allearsi a livello locale (noi di Api l’abbiamo fatto diverse volte, e positivamente). Magari, oggi è il caso di chiedergli perché in Sicilia si è candidato da solo, con lo scopo (visto che non può vincere) di far perdere l’alleanza Pd-Udc-Api per Crocetta, piuttosto innovativa, e così far prevalere la Destra. Non mi pare un dettaglio, vista l’importanza che la Sicilia ha sempre rivestito nello scenario politico nazionale.
E qui va posto il tema dell’alleanza tra Sinistra e Centro. È evidente che la dichiarazione di superamento del Terzo polo, la caratterizzazione a sinistra dei propositi del Pd e l’apertura di una crisi sistemica nel campo Pdl-Lega riaprano un’interlocuzione delle forze che si sono staccate dal centrodestra (Udc e Fli) con settori politici moderati e conservatori. Comprendo bene che il Pd debba affrontare i problemi col populismo di sinistra – è un compito molto importante –, ma non può non dire prima delle elezioni qual è la prospettiva delle alleanze. È quello che si era rimproverato al Terzo polo: “con chi vi alleate?”. A questa domanda ha risposto in modo trasparente Bruno Tabacci, appoggiato da un significativo aggregato politico, civico e di opinione, in vista delle primarie, senza certo pretendere di rappresentare tutte le posizioni del centro riformista, moderato, liberale. Ma sono primarie della Sinistra, o del Centrosinistra? Questo è il problema.
Francesco Rutelli

ad Affaritaliani.it: “A rischio la presenza dei moderati nel Pd”

Martedì, 16 ottobre 2012 - 13:06:00

FIORONI
"Bisogna capire se vogliamo ancora un governo tra moderati e riformisti o una proposta solo di sinistra. L’ultimo scenario rende ogni giorno più difficile e complicata la presenza dei moderati nel Pd. Il silenzio assordante di Renzi e Bersani fa nascere la preoccupazione che ci sia un progetto per rottamare Monti e l'alleanza coi moderati. Attendiamo risposte da entrambi”. Giuseppe Fioroni, leader dei popolari del Pd, con un'intervista ad Affaritaliani.it, pone l'aut aut a Renzi e Bersani sulla questione delle alleanze. E su Monti, il responsabile welfare del partito, dice: "Spero faccia il punto di riferimento di una vasta area moderata, ben più ampia di quella rappresentata da Casini, e che quell'area si allei con quella riformista”
Castagnetti sostiene che il partito andando sempre più a sinistra muore. Anche per lei corre questo rischio?
"Faccio una premessa, noto che il tema della rottamazione è in reltà una strategia della distrazione. Per questo chiedo sia a Bersani sia a Renzi che, superata questa strategia della distrazione, ci rispondano se stiamo riproducendo, complice una riforma della legge elettorale che prevede piccolo premio di coalizione, se stiamo facendo un'alleanza che sostituisce quella tra moderati e riformasti, con una in cui Vendola fa da ponte per riprendere Di Pietro, Diliberto e la Federazione della Sinistra: questo scenario che rigetta l'alleanza con i moderati rende ogni giorno più difficile e complicata la presenza dei moderati nel Pd. E' un nodo da sciogliere. Il Pd è nato per abbattere gli steccati tra laici e cattolici e ha deciso a suo tempo di fare un'alleanza tra riformisti e moderati. Questo è il tema che vale la coesione del Pd e vale la scommessa di chi da popolare, da cattolico democratico e da moderato ha scelto di stare in un partito di Centrosinistra e non di sinistra".
E' pronto ad uscire dal partito?
"No, non è che ogni volta che uno pone un tema politico significa che  minaccia di uscire. Vedo solo che, sia Renzi che Bersani,  in maniera silente e contrariamente da quanto deciso dal Pd ci si stanno  spostando con verso la rottamazione di Monti e la rottamazione dell'alleanza coi moderati spostando il Pd sempre più a sinistra. I due candidati devono darci una risposta senza buttare la palla in tribuna. Il rischio è che dietro il dibattito sulla rottamazione tanti elettori e simpatizzanti del Pd si troveranno improvvisamente in un partito e in un'alleanza di sinistra e basta: un problema politico enorme".
Il Pd deve riannodare i fili con l'Udc?
"Il problema non è questo. Bisogna capire se siamo ancora a favore di un governo tra moderati e riformisti o a una proposta solo di sinistra. Il silenzio assordante di Renzi e Bersani fa nascere la preoccupazione che ci sia un progetto per rottamare Monti e l'alleanza coi moderati. Credo che per gli italiani sia importante sapere se il prossimo governo sarà di sinistra tout court o invece ci sarà un esecutivo affidabile per guidare l'Italia".
Lei è favorevole al Monti-bis?
"Spero che Monti faccia il punto di riferimento di una vasta area moderata, ben più ampia di quella rappresentata da Casini, e che quell'area si allei con l'area riformista e che dopo le elezioni chi prenderà un voto in più farà il presidente del Consiglio: si chiami Bersani o Monti”
Chi voterà alle primarie?
"Ritengo che il candidato idoneo per guidare un'alleanza tra moderati e riformisti sia Bersani. Ma il nodo è se Bersani vuole fare questo, altrimenti è un altro discorso".
Daniele Riosa



7







R





Primarie, Pisicchio: «Dopo carta intenti ora confronto con centro»

«Credo che la carta d'intenti di PD,Sel e Psi sia da considerare l'esito dell'incontro tra le forze della sinistra sociale e quelle della sinistra riformista». Lo afferma il capogruppo alla Camera dell'ApI, Pino Pisicchio, e aggiunge: «Se, però, l'obiettivo è quello non soltanto di testimoniare identità ma di proporsi come base per una più larga alleanza per il governo del Paese, occorrerà che quelle forze si confrontino con le posizioni dei riformisti di centro raccolti attorno alla proposta di Tabacci».
«Nelle prossime ore - aggiunge Pisicchio- sarà valutata la portata delle proposte contenute nel documento, tuttavia ad una prima lettura non si può non sottolineare come l'enfasi data ad una idea di discontinuità con l'esperienza di Monti non possa essere condivisa. E se si concorda su un'agenda che mette in campo Europa, democrazia,uguaglianza e sviluppo sostenibile, non convince la retorica che si è versata su talune priorità indicate in tema di diritti civili e il mancato approfondimento, ad esempio, di profili riguardanti la riforma dello Stato  e la revisionbe della parte seconda della Costituzione».
 
«I profili programmatici - conclude l'esponente centrista - non sono un fastidioso e inutile orpello: occorre costruire un'alleanza per vincere ma che abbia sempre impresso il quadro di famiglia dell'ultimo governo Prodi. E comportarsi nel modo esattamente opposto».

Tabacci: «Errore no Agenda Monti in carta intenti»

«E' un grave errore non aver inserito alcun riferimento all'agenda Monti nella carta d'intenti presentata da Bersani, Vendola e Nencini. Non e' con questa prospettiva che si puo' governare un grande Paese come l'Italia in un momento drammatico come questo». Lo dichiara Bruno Tabacci a Napoli nel corso del lancio della sua campagna elettorale per le primarie del centrosinistra.
«E' un'idea sbagliata quella di pensare di andare al governo e distruggere tutto quello che ha fatto Monti, come dice Vendola. E' una prospettiva senza futuro. L'Italia deve ripartire dal lavoro di Monti e dal duro percorso di rigore e sacrifici fatti con la consapevolezza che la prospettiva e' l'Europa ed usciamo dalla crisi solo con piu' Europa. Cosi' si innesca lo sviluppo», conclude Tabacci.

Archivio blog