Giovedì 3 novembre l'API scende ufficialmente in campo e presenta con una conferenza stampa e televisiva il proprio candidato a sindaco "GIANNI VIGNUOLO " per le elezioni della prossima primavera. La candidatura è sostenuta inoltre dalla lista civica "SPIGA ROSSA" e dal movimento ambientalista "ALLEANZA ECOLOGICA" che è raffigurata dalla Cuccinella.
La conferenza stampa si è svolta nella zona Chiozzo , per denunciare la mancata costruzione del ponte sul fiume Bormida che oltre e risolvere l'annoso probblema di viabilità, avrebbe favorito la realizzazione di un intero quartiere con conseguente riqualificazione della periferia Sud.-Est della citta.
Al raduna era presente tutta la stampa locale, numerosi simpatizzanti e gran parte dei candidati.
Dopo una breve presentazione del coordinatore provinciale dell'API Francesco Giannattasio, Gianni Vignuolo ha spiegato con la relazione che segue le motivazione che lo hanno spinto ad accettare un'impegno così gravoso . E' sotenuto da una squadra di giorvani motivati e preparati che vogliano far politica per migliore le aspettative di vita questa bellissima città. Francesco Giannattasio
Conferenza stampa per candidatura
Giovedì 3 novembre ore12.00
Abbiamo
scelto questa luogo perché a nostro avviso questo punto rappresenta il limite e
la pochezza delle ultime due amministrazioni comunali.
Entrambe
le ultime due amministrazioni si erano impegnate a realizzare il secondo ponte
sulla Bormida, ma purtroppo tutte e due hanno disatteso l’impegno, pur sapendo
che il secondo ponte sulla Bormida
fluidifica il traffico sia in entrata sia in uscita dalla città.
Gli
automobilisti provenienti da Genova, Novi, Tortona o da Spinetta, Frugarolo,
Fresonara eviterebbero di intasare la strada statale se avessimo il secondo
ponte sul fiume.
L’automobilista
avrebbe così la facoltà di scelta tra i due ponti a seconda della zona di
Alessandria da raggiungere, evitando quindi ingorghi continui all’ingresso
della città.
Quindi
la non realizzazione del secondo ponte è un danno enorme per Alessandria, danno
commerciale, ambientale e anche di immagine per la città.
I
ponti, fin dall’inizio della nostra civiltà, hanno sempre rappresentato reti di
collegamento tra i popoli, utili per scambi commerciali e culturali.
Alessandria
è una città tra due fiumi, dunque ha bisogno di ponti, altrimenti la città
rimane chiusa entro i propri confini. E noi abbiamo necessità di andare oltre…
i nostri naturali confini.
Per
chi non lo sapesse Alessandria, e forse i nostri amministratori lo hanno
dimenticato, è capoluogo di provincia e per affermarsi e rimanere tale deve
dotarsi di una cultura di apertura verso l’esterno e non rinchiudersi nei
propri confini.
Ma
questo posto rappresenta un altro limite
delle ultime due amministrazioni. In più occasioni, anche in quelle
solenni, avevano promesso che questa piana, AL200, pur non essendo molto alta
rispetto al fiume, sarebbe diventata la perla urbanistica di Alessandria e che
oltre all’ipermercato si sarebbero realizzati nuovi edifici, bellissime e
spaziose piazze, piscine, campi da tennis, palestre, locali polifunzionali,
aree congressuali, cinema multisale. Come potete vedere c’è solo un enorme
ipermercato, per la gioia del commercio cittadino, e una strada che si
interrompe qui dove siamo noi.
Sono
solo due elementi del limite e della pochezza delle ultime due amministrazioni.
La
prima amministrazione di sinistra, la seconda di destra.
E
possono essere ancora tanti gli esempi che esprimono sempre lo stesso concetto.
Per
rimanere nel campo dei trasporti e della logistica intesi come fonte di
sviluppo economico, idem come sopra.
E’
grave che una città come la nostra, collocata al centro del triangolo
industriale, sia dotata di uno scalo merci vastissimo che rimane abbandonato
tra le erbacce.
E’
grave che nel centro urbano passino degli autobus/tir che fanno tremare gli
edifici.
E’
grave che le automobili si infilino nelle vetrine dei negozi del centro storico
intasando e ammorbando l’aria pari ad
una città del nord Africa.
Sono
tutti segnali negativi che rispecchiano il profilo culturale delle ultime due
amministrazioni. Alessandria negli ultimi anni è stata una città brutalmente
maltrattata ed umiliata.
Il
commercio e la vivibilità della città viaggiano di pari passo, si tutelano
entrambi con il rispetto dell’ambiente.
Solo
chi gira in bici o a piedi riesce ad acquistare nei negozi del centro, gli
automobilisti sfrecciano e filano via!!!
Una
città diventa appetibile ed i negozi diventano appetibili quando è sicura.
Se
anziché organizzare ronde per la sicurezza si fosse insistito per avere
maggiori forze dell’ordine sul territorio, non ci sarebbe degrado nei nostri
giardini comunali o in alcune piazze pericolose da transitare.
La
città diventa appetibile quando è curata, ordinata e pulita. Il recupero urbano
è essenziale, un nuovo arredo urbano è importante. Non possiamo asfaltare le
via del centro storico come se fossero strade di periferia, come è avvenuto in
questi giorni in via Marengo. Le vie centrali meritano un’attenzione
particolare perché si trovano in zone particolari; la pavimentazione, l’arredo
urbano e l’illuminazione devono essere di prestigio.
Sebbene
una legge dello Stato abbia cancellato le Circoscrizioni, la P.A. ha l’obbligo di essere
presente su tutto il territorio comunale, sia per favorire la partecipazione
dei cittadini sia per l’espletamento di funzioni amministrative.
Anche
le aree verdi meritano un’attenzione particolare: devono essere custodite per
avere più sicurezza e deve esserci una maggior manutenzione del verde.
I
residenti della città guardano alle aree verdi comunali con interesse, ma allo
stesso tempo con timore perchè sono poco sicure.
E
allora perché non immaginare l’affidamento dei giardini pubblici ai residenti
limitrofi che si costituiscano in associazioni onlus, dove genitori e nonni
possano prendersi personalmente cura dei
i giardini? La manutenzione del verde nei giardini è molto costosa, e in
questo periodo di vacche magre le amministrazioni faticano a farlo, mentre ci
sono arzilli nonnini che non chiedono di meglio che mantenere pulita ed in
ordine una zona verde nella quale trascorrere il tempo libero con i propri
nipotini.
Un’amministrazione
deve sempre, ma soprattutto in questo periodo di forte stagnazione economica,
dare un immagine di sobrietà, di semplicità.
Bisogna
che il municipio sia visto dagli alessandrini come amico e non come nemico.
E’
indispensabile accentrare i servizi essenziali per i cittadini in 4 macro
aziende comunali, le stesse degli anni 70, e mettere fine a questo stillicidio
di aziende (ne abbiamo perso il conto, pare che ci siano almeno una trentina di
aziende) che servono soltanto a creare poltrone per gli apparati di partito.
La
giunta di centro-sinistra ha introdotto la raccolta rifiuti porta a porta,
investendo risorse ingenti per l’acquisto degli appositi recipienti. Dopo pochi
mesi il colore della giunta è cambiato e con essa è cambiato il sistema di raccolta
rifiuti ed è stato necessario acquistare nuovi recipienti.
L’operazione
è costata ai cittadini circa 6 milioni di euro (quasi il costo del ponte), per
tornare al punto di partenza. Questi sono sprechi che non hanno colore
politico,ma indicano il limite di coloro che ci hanno amministrato finora.
Non
è vero che i politici sono tutti uguali, come non è vero che le persone sono
tutte uguali.
Sono
molto preoccupato di questo cattivo sentimento di antipolitica che dilaga nella
nostra società. L’antipolita è sempre stato foriera di grandi danni e il nostro
Paese ne ha pagato un prezzo altissimo. L’antipolitica va combattuta con una
buona politica. Chi ha instillato nelle nostre coscienze il sentimento
dell’antipolitica siede o è stato seduto comodamente per diversi lustri sulle
poltrone dei palazzi di governo. Coloro che soffiano sul fuoco
dell’antipolitica lo fanno generalmente solo per interessi personali.
L’Italia
è stata governata a fasi alterne dalla sinistra e dalla destra, entrambi gli
schieramenti sono stati condizionati da alleati estremisti.
Risultanza
di questo ventennio: illusioni, bugie, annunci, tasse, disoccupazione, paure,
incertezza soprattutto tra i giovani hanno prodotto il sentimento maligno
dell’antipolitica.
Se
oggi i giovani si rifugiano nell’antipolitica è solo responsabilità di chi ci
ha governato fino ad ora.
Quindi
mi rivolgo a tutti, ma soprattutto mi rivolgo a quelli più giovani di me,
invitandoli ad occuparsi di politica.
Anche
in Alessandria si è ripetuto lo stesso avvicendamento politico ed entrambi gli
schieramenti hanno governato la città in modo vago e approssimativo (i primi),
in modo aziendale e familiare (i secondi). Atteggiamenti che hanno potenziato
le fila di chi non crede più nella buona politica.
E’
doveroso che le nuove generazioni prendano coscienza che l’antipolitica è il
fallimento della democrazia. Solo con le buone pratiche, la politica può
cambiare in meglio la società. Le nuove generazioni hanno la possibilità e la
forza di scardinare questo sistema malato. I giovani non si aspettino che il
Palazzo offra loro nuove possibilità, non abbiano paura di sporcasi le mani
facendo politica, tirino fuori le mani dalle tasche e facciano politica
altrimenti le mani resteranno per sempre pulite e la politica resterà per
sempre sporca.
La
politica locale non deve essere condizionata dai grossi schieramenti nazionali,
né confusa con gli stessi. L’amministrazione locale deve essere caratterizzata
da un rapporto diretto tra persone che vivono nello stesso comune. Chi si candida
ad amministrare la città deve essere giudicato per come vuole amministrare il
proprio territorio, per i servizi che intende erogare ai propri concittadini e
non per il colore politico del suo schieramento.
Ecco
perché invito gli alessandrini a diffidare di chi, in nome di vecchie sigle di
coalizioni, promette progetti
mirabolanti, miracoli economici, cambiamenti epocali ed altro ancora,
dimenticando che quando sono stati chiamati a governare la città hanno deluso
platealmente.
In
tempi di crisi si deve tornare alla semplicità, all’essenza dei bisogni.
Abbiamo bisogno di cose semplici, di utilizzare anche parole semplici.
Abito
in Alessandria da 40 anni, sono uno del sud, la mia famiglia fu costretta come
migliaia di famiglie del sud ad abbandonare la propria terra in cerca di
lavoro. Alessandria oltre al lavoro mi ha dato tanto, fino ad offrirmi la
possibilità di diventare un amministratore pubblico. Ho maturato la mia
esperienza amministrativa prima in consiglio comunale per oltre 10 anni, poi come
presidente dell’ATC.
Sollecitato
da un gruppo di amiche e di amici, molto più giovani di me, mi sono convinto
che potrei dare molto alla mia città
come sindaco. Ed accetto la sfida.
q
Mantenere e migliorare quello che abbiamo
q
Nessuna promessa mirabolante
q
Siamo in tempi di vacche magre. Chi promette
grandi opere, grandi trasformazioni, ci prende in giro.
q
Noi siamo per le cose semplici, adottiamo anche
parole semplici.
q
In tempi di crisi si torna alla semplicità,
all’essenza dei bisogni.
q
Non a caso nel nostro programma elettorale non
sono previste grandi e faraoniche opere di infrastruttura, unica eccezione il
secondo ponte sulla Bormida
q
Accentrare le infinite aziende partecipate in 4
aziende
q
Lo scalo merci è un campo di erbacce, mi chiedo
come si fa a non capire che lo scalo merci è una grande opportunità economica
ed occupazionale per Alessandria
q
Giardini ed aree verdi da affidare alle
associazione di volontariato onlus
q
Riqualificazione e riordino di via Marengo
q
Denunce da pubblicare sul blog di automobili
parcheggiate nei posti riservati agli invalidi
q
Azzerare gettoni presenza consiliare, pagare
solo le spese di trasporto
q
Ponte metaforico simbolo del limite, per non
dire del fallimento delle ultime due amministrazioni almeno