sabato 12 febbraio 2011

GIA LINEA OLTRANZISTA SVP (ASCA) - Roma, 11 feb - ''Colpisce ed amareggia lo slittamento della tradizionale posizione della SVP verso una linea oltranzista''. Lo dichiara il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli, secondo cui ''questa involuzione contraddice il senso di responsabilita' che l'SVP ha sempre tenuto dentro la cornice unitaria repubblicana''. ''E' legittimo comprendere che la comunita' di lingua tedesca dell'Alto Adige avverta in modo molto diverso i significati dell'Unita' d'Italia, dal 1861 sino agli esiti della prima guerra mondiale nel 1919 - osserva il leader di ApI -. Ma un secolo e' passato: e l'espressione di quelle sensibilita' non puo' avvenire fuori della condivisione dell'unita' nazionale italiana''. ''Mi auguro che il partito sudtirolese, con il quale abbiamo condiviso importanti passaggi istituzionali e politici, respinga il condizionamento di forze estremiste di destra irredentista - conclude il leader di Alleanza per l'Italia - e che anche nella Provincia di Bolzano si ritrovi la strada che sembra smarrita di quella condivisione unitaria, e non divisiva, cui si e' richiamato il Presidente della Repubblica''.

venerdì 11 febbraio 2011

CONFERENZA STAMPA NUOVO POLO ( POLO DELLA NAZIONE)

Giovedì ore 11.00 17 febbraio in Alessadria nella sala della provincia si terra la conferenza stampa dei cordinatori provinciali dell'UDC , API e FLI . L'oggetto della conferenza è sul corordinamento del nuovo polo e la sua partecipazione unitaria alle elezionni.

CIAMPI SUL 150MO ANNIVERSARIO D'ITALIA

Roma, 10 feb. - (Adnkronos) - "Ho letto e mi sento avvilito. Si sta materializzando uno scenario peggiore di quello che preconizzavo il giorno in cui decisi di dimettermi dal Comitato dei garanti per 150°". Lo dice Carlo Azeglio Ciampi, in una intervista al 'Corriere della sera', a proposito delle celebrazioni per l'unita' d'Italia. "Mi sembra un atteggiamento di freno coerente con una certa politica della Lega, che forse continua a perseguire il suo intendimento originario di far secedere il nord", dice Ciampi della proposta di Calderoli di lavorare il 17 marzo. Alla Marcegaglia, che lamenta il costo di una giornata di stop al lavoro, Ciampi replica: "Non e' su queste cose che si possono fare rinunce". "Vedo in libreria un trionfo di saggi concepiti piu' in chiave divisiva che unificatrice: terroni contro polentoni, ad esempio, quando non ci si butta sul solito catalogo dei 'misfatti del Risorgimento'", prosegue Ciampi lamentando che si voglia archiviare certi valori: "Ed e' proprio questo che trovo sconfortante, desolante"; "guardando all'Italia di oggi temo che la mia generazione debba purtroppo riconoscere di aver fallito il compito di aver lasciato ai giovani soltanto un deserto morale".

giovedì 10 febbraio 2011

Fli, Rutelli a Fini: cinque riflessioni sul terzo polo "La novita' del nuovo Polo sta proprio nella volonta' di unire molte persone che erano divise; di farlo su un'idea positiva dell'Italia e con l'ambizione di assumere decisioni indispensabili, difficili, inizialmente anche impopolari". Francesco Rutelli si rivolge a Gianfranco Fini, in una lettera pubblicata sul 'Corriere della sera', in vista del Congresso di Futuro e liberta' in programma nel week end a Milano. "Non siamo uniti, ne' accecati, dall'anti-berlusconismo. Vogliamo superare questa stagione di contrapposizione totale, che ormai sta arrivando al ventennio", scrive tra l'altro il leader di Alleanza per l'Italia. "C'e' una parola che apparteneva storicamente alla cultura di destra, e che oggi si usa molto poco. E' la parola ordine. Vorrei che, su basi nuove, riprendessimo a usarla insieme", prosegue Rutelli sottolineando tra le altre cose che "la nostra coalizione non si definira' con la topografia; non solo perche' Casini e l'Udc sono centristi, e molti di noi di ApI, Alleanza per l'Italia, proveniamo dal centrosinistra; piuttosto, perche' queste definizioni, valide nelle biografie del XX secolo, sono oggi del tutto inadatte. Invece, c'e' da fare davvero, dopo tutti questi anni, una 'rivoluzione liberale'". Il leader di Api, nell'ultimo dei cinque punti, sottolinea tra l'altro: "E' l'anti-politica, che dobbiamo sconfiggere. Tra i suoi guasti, una folla di dilettanti e di demagoghi occasionali, che non hanno intenzione ne' interesse nel costruire, unire, progettare, realizzare. Tutto il mondo democratico non e' guidato da anti-politici, ma da politici: Sarkozy, la Merkel, Cameron, la Clinton, Obama; come lo sono i leader dei mutamenti in India, Cina, Brasile. L'unico politico/antipolitico e' Berlusconi (che, purtroppo, si intende bene con i capi autoritari). Il dovere di una generazione come la nostra, di cinquantenni con lunghe esperienze (di amministrazione, di governo, di guida di partiti complessi) e' di concorrere a riportare in Italia rispetto verso la politica, attraverso una chiara visione degli obiettivi, una paziente collaborazione e, soprattutto, la formazione di nuovi dirigenti, di giovani leader che guideranno il paese nei prossimi decenni". Caso Ruby, Gentiloni: i sondaggi non danno ragione al premier "Ma e' vero che 'i sondaggi gli danno ragione'? Non sembra", "i sondaggi che da meta' gennaio a oggi affrontano il caso Ruby e dintorni sono vari e tutti, ripeto, tutti, registrano un giudizio critico sulle vicende che coinvolgono Berlusconi". Lo scrive Paolo Gentiloni, in un articolo pubblicato su 'Europa'."Una maggioranza di italiani, talvolta relativa altre volte schiacciante, critica i suoi comportamenti, ritiene che stiano danneggiando il Paese e l'azione del governo, sostiene che il premier dovrebbe andare dai giudici di Milano e, in ultima analisi, dimettersi", sottolinea l'esponente del Pd. "E' perfino ovvio che la condanna di Berlusconi per tradursi pienamente in diversi orientamenti di voto ha bisogno di un'alternativa politica piu' convincente di quella attuale -sottolinea tra l'altro Gentiloni-. Affrontiamo allora questo problema, la sfida di un'alternativa pienamente credibile, senza disperarci (crogiolarci?) su un presunto consenso maggioritario nei confronti dei comportamenti del premier". Per l'esponente del Pd, "l'Italia non e' affatto ammaliata dal bunga bunga. Anzi, la maggioranza, come ha detto bene Emma Marcegaglia, si sveglia presto la mattina. E se noi siamo incompresi, magari e' per qualche altro motivo". Annunci Google Dentista in Ungheria solo 60 km da Vienna, 1/3 prezzi Gratis Hotel+ transporto. Contatti! EmpireClinic.com/Dentista_Ungheria Salute ai Denti Preventivi Gratuiti On-line, Impianto in Titanio € 495,00 www.Dentista.tv/Impianto Prestiti Dipendenti Condizioni Vantaggiose. 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martedì 8 febbraio 2011

FEDERATISMO BOSELLI FRENA

Federalismo, Boselli: «Si a riforma, ma serve moratoria» Lunedì 07 Febbraio 2011 10:51 «In questo momento l'Italia non può sostenere i costi del federalismo e allora serve una moratoria. Le forze politiche, con larghe intese, si mettano d'accordo su principi e regole, ma si decida di farlo entrare in vigore tra 5 anni, quando il Paese sarà uscito dalla crisi». Lo ha detto Enrico Boselli, vicepresidente nazionale dell'Api durante la cerimonia di fondazione del partito della Nazione a Pisa, prima città della Toscana a tenere a battesimo la nuova forza politica costituita da Fli, Api, Mpa e Udc. «Quello di Bossi - ha aggiunto Boselli - rischia di essere un federalismo feroce nel quale si rischia di insinuare nel Paese i germi di una rottura dell'unità nazionale. Altro che solidarietà, vi saranno pezzi di Paese in gravi difficoltà a reperire risorse rispetto ad altre zone d'Italia e questo acuirà la tensione sociale»

domenica 6 febbraio 2011

Il Catalogo delle bestemmie pubblicata da Francesco Rutelli il giorno venerdì 4 febbraio 2011 alle ore 19.01 "Il federalismo municipale? Una bestemmia". Così il Presidente della Corte Costituzionale, De Siervo. Ma non è un insulto politico: è una constatazione ovvia, per chi quotidianamente deve districarsi nel conflitto di competenze tra Stato, regioni e poteri locali. E, dunque, ci insegna le differenze tra regionalismo, federalismo, autonomie. Ma le bestemmie - a parte quelle che vanno contestualizzate - sono pane quotidiano del bordello italiano. Ad esempio, siamo gli unici che definiscono lodo il suo contrario. Ovvero, poiché lodo significa accordo,(mediazione in una controversia, compromesso, etc) siamo inchiodati a chiamare così tutte le leggi possibili e immaginabili in materia di scudi giudiziari per il premier sulle quali non c'è nessun accordo... I Presidenti delle regioni? Sono Governatori. Ma chi l'ha stabilito? Chi decide se si va alle elezioni? Mica il Presidente della Repubblica; tocca al proprietario della volontà popolare, ovvero a Berlusconi. Se poi si scopre che nemmeno un terzo degli italiani ha fiducia in lui, poco conta: se, infatti, la maggioranza della Camera dei Deputati gli vota contro, trattasi di maggioranza abusiva, in spregio della volontà popolare. Appena - dopo adeguata campagna acquisti - la maggioranza ritorna, ecco che per incanto tocca al Parlamento, e solo al Parlamento, pronunciarsi sulla sorte del Governo. La legge stabilisce che il Premier debba rispondere al Copasir delle sue competenze in materia di servizi di sicurezza? Formalismi. Chissenefrega. Il premier deve rispondere delle sue telefonate alla Questura di Milano? No. Perché, in assoluta buona fede, era convinto che la fanciulla Ruby fosse la nipote di Mubarak; dunque, agiva come Capo del Governo a tutela delle buone relazioni internazionali della nostra Patria. Le norme sul fisco dei Comuni sono bocciate? Non fa niente, facciamo lo stesso il decreto. Il Capo dello Stato dichiara "irricevibile" il decreto? Non fa niente, potremmo persino adottare un decreto-legge (come se poi non debba firmarlo lo stesso Capo dello Stato). Il capo del secondo partito di governo, Umberto Bossi, denuncia di essere spiato, anzi, che sono state trovate molte "cimici" sistemate per spiarlo, sia a casa sua, sia nel suo ufficio? E' una materia che in qualsiasi paese al mondo farebbe cadere un governo, o le autorità della sicurezza, e comunque susciterebbe scandalo e inquietutine; ma qui, no. A quanto pare, sembra essere una balla, e, benché sia stata pronunciata da un ministro le cui (poche) parole condizionano la vita della Repubblica, ebbene: abbiamo scherzato. Il catalogo delle bestemmie, madamina, è sempre aperto.

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