lunedì 10 giugno 2013

Alleanza per l'Italia
Trasporti/ Bruno (Api): Allarmante libro-denuncia pilota Ryanair

Se è vero costi ridotti a scapito sicurezza,sollecitare controlli Roma, 10 giu. (TMNews) - "Quanto raccontato dal pilota di Ryanair nel libro-denuncia uscito il 24 maggio scorso in Francia potrebbe aprire uno squarcio allarmante sulle condizioni di sicurezza dei voli della nota linea low cost". Lo dichiara in una nota il deputato di Alleanza per l`Italia Franco Bruno, anticipando che intende presentare in commissione Trasporti un`interrogazione sulla vicenda.
"Se fosse vero quanto si racconta nel libro - continua Bruno - ci troveremmo di fronte ad un modello economico di gestione dell`azienda improntato all`estrema riduzione dei costi per ottimizzare i guadagni, spesso a scapito della sicurezza.
Sembrerebbe che anche in Spagna l`Agenzia pubblica di sicurezza aerea la scorsa estate abbia aperto un`inchiesta per i tre mayday lanciati a Valencia il 26 luglio 2012 per il basso livello di carburante. Analoghe denunce hanno avuto luogo in Olanda, ma anche in Italia si sono verificati episodi preoccupanti".
"A questo punto, intendiamo presentare un`interrogazione al Ministro per sollecitare, anche tramite Enac, i controlli necessari a tutela dei passeggeri perché la loro sicurezza venga prima di qualsiasi altra cosa", conclude Bruno.

sabato 4 maggio 2013

Andrea Colletti (M5S) massacra Enrico Letta
Apr. 29 Felice Marra Beppe Grillo Comments Off

Grazie Presidente.

Presidente del Consiglio Letta,
Noi vi conosciamo!
Noi sappiamo chi siete!
Ed è quindi inutile mettere delle facce nuove solo per far vedere che è in atto un cambiamento.
Quando in una parete c’è la muffa, la soluzione è rimuoverla, non passarci sopra la vernice. Perché la muffa, subito dopo, ritorna ancora peggio di prima.
E questo siete voi, una mano di vernice su di un muro già irrimediabilmente rovinato.

Presidente Letta,
Questo Governo odora di democristianità. Odora di intrecci di comitati d’affari quali CL e Compagnia delle Opere.
Visto il Ministro dell’Interno che ha scelto, o che è stato obbligato a scegliere, possiamo ben dire che questo sembra il Governo della trattativa Stato-Mafia. Del bavaglio alla magistratura ed alle opposizioni politiche.
Questo, siamo sicuri, sarà il Governo del salvacondotto giudiziario a Silvio Berlusconi.

Presidente Letta,
sappiamo anche perché Napolitano ha scelto lei.
Lei è l’esemplificazione della trasversalità, degli accordi alle spalle dei cittadini.
E d’altra parte Lei è lo stesso che ha affermato che era meglio votare Berlusconi che il M5S.
Lei è lo stesso che venerava un certo Giulio Andreotti, prescritto per concorso esterno ad associazione mafiosa.

Lei è anche il nipote di Gianni Letta, braccio destro di Berlusconi, amnistiato per finanziamento illecito dei partiti; indagato da varie procure d’Italia.
Tipico intreccio familistico del potere in Italia.

Presidente Letta,
la sua Fondazione Vedrò riceve finanziamenti da aziende praticamente pubbliche come Eni ed Enel. Da ex monopolisti pubblici come Autostrade per l’Italia ed altri ancora.
Ed allora, quando dovrà prendere decisioni difficili, a chi risponderà?
Ai cittadini oppure alle grandi aziende che generosamente la finanziano?
Insomma, Lei riassume quello che è lo status quo in Italia.
La preservazione degli interessi di pochi contro gli interessi della collettività.

Presidente Letta,
noi qui in Aula faremo una opposizione durissima, senza sconti. D’altra parte qui dentro abbiamo dimostrato di essere l’unica vera opposizione.

Ma siamo anche cittadini italiani. E, sinceramente, speriamo, ma non crediamo, che possiate fare qualcosa di positivo per il Paese.
E se ciò dovesse davvero succedere, se quindi riuscirete a fare gli interessi dei cittadini invece che delle lobby che vi sostengono, noi vi appoggeremo convintamente.

Ma se, come crediamo, farete gli interessi dei pochi, noi saremo pronti a stanarvi ed a denunciare pubblicamente ciò che siete e rappresentate!

Andrea Colletti
La parlamentare Laura Ravetto , ha detto che ci sarebbero troppi terroni nel governo.Sono esterefatto, ma come si possono fare certe affermazioni, vorrei dirti che sei una dementè, ma non desidero offendere una signora , per giunta parlamentare, ma cercherò di essere più educato e spiegarti che i millenni di storia e di cultura del sud sono un patrimonio dell'umanità è, che quando al nord andavate vestiti di pelli ed elmi con le corna, al sud si buttavano le fondamenta della cultura, ma la tua ignoranza è abissale, se oggi puoi scrivere e contare, devi ringraziare chi ha scoperto e divulgato la matematica, forse non conosci un certo sig.Archimede, ma ricordarti che nel tuo partito più dei terroni, dovresti preoccuparti degli indagati, dei latitanti indifendibili, dei condannati per mafia , dei collusi, degli impresentabili, credo sia è inutile, non potresti comprendere, il tuo piccolo cervello non è in grado di discernere
Spiegarti che l' Italia l'hanno voluta unire i tuoi avi per ridurre il grande sud ad una terra di conquista è perfettamente inutile, proprio come la tua squallida ed insignificante persona.
La parlamentare Laura Ravetto , ha detto che ci sarebbero troppi terroni nel governo.Sono esterefatto, ma come si possono fare certe affermazioni, vorrei dirti che sei una dementè, ma non desidero offendere una signora , per giunta parlamentare, ma cercherò di essere più educato e spiegarti che i millenni di storia e di cultura del sud sono un patrimonio dell'umanità è, che quando al nord andavate vestiti di pelli ed elmi con le corna, al sud si buttavano le fondamenta della cultura, ma la tua ignoranza è abissale, se oggi puoi scrivere e contare, devi ringraziare chi ha scoperto e divulgato la matematica, forse non conosci un certo sig.Archimede, ma ricordarti che nel tuo partito più dei terroni, dovresti preoccuparti degli indagati, dei latitanti indifendibili, dei condannati per mafia , dei collusi, degli impresentabili, credo sia è inutile, non potresti comprendere, il tuo piccolo cervello non è in grado di discernere Spiegarti che l' Italia l'hanno voluta unire i tuoi avi per ridurre il grande sud ad una terra di conquista è perfettamente inutile, proprio come la tua squallida ed insignificante persona.

domenica 28 aprile 2013

ta -afferma- eppure sarebbe stato l’inizio di un nuovo giorno, del rinnovamento del Paese». LA FOLLA - Ricorda poi sull’assedio di qualche giorno fa ai palazzi del potere. «Lo scorso sabato - scrive- la folla ruggiva, aveva circondato il Parlamento sui quattro lati, stava per sfondare. Si era radunata spontaneamente. Erano cittadini che si sentivano impotenti, esclusi da qualsiasi rappresentanza, da ogni decisione. Persone che vivono sulla loro pelle e su quella dei loro familiari una crisi economica senza precedenti nella storia repubblicana. I responsabili di quella crisi ora si pongono a salvatori della patria senza alcun senso del pudore. Ci ridono in faccia e mostrano il dito medio in segno di disprezzo, come Gasparri, al riparo delle loro scorte. ’Noi siamo noi e voi non siete un c...’». E infine si chiede: «Quanto pensate che potrá tenere il ghetto in cui avete rinchiuso la volontá popolare? Sei mesi? Un anno?». Redazione Online27 aprile 2013 | 19:14© RIPRODUZIONE RISERVATA 248 Sottolineando o cliccando due volte su un qualsiasi termine di questo articolo accederai alle risorse lessicali ad esso correlate Ascolta Stampa questo articolo Invia l’articolo via mail Riduci la dimensione del testo Commenti dei lettori248 notizie correlate E il M5S fa autogol con lo streaming (26/04/2013) E il M5S fa autogol con lo streaming (26/04/2013) Governo, Letta : «Restano nodi da sciogliere» Il Pdl apre, «ma niente veti su di noi» (25/04/2013) Appello di Letta al M5S: «Scongelatevi!» Crimi:«Vogliamo vedere fatti concreti» (25/04/2013) Grillo: a Roma si spartiscono ossa e poltrone Ma Letta vedrà i Cinque Stelle (24/04/2013) multimedia Governo Letta: da Grillo a Salvini, le reazioni via web (27/04/2013) Grillo da Napolitano, l’incontro dopo anni di attacchi (21/03/2013) «Con noi nessun inciucio» (25/02/2013) OGGI IN politica > Fassina e Carfagna ma anche Bernini Il gruppo bipartisan dei «candidati» delusi Kyenge Ministro, arriva la risposta della Lega Salvini: «Pronti a fare opposizione totale» Non è possibile inviare commenti a questo articolo Commenta la notizia CONDIVIDI LE TUE OPINIONI SU CORRIERE.IT TUTTI I GIORNI DALLE 8 ALLE 24 248 adesso? 27.04|23:57 sacciufa dai che sono quarantacinque anni che
Beppe Grillo (Eidon)Beppe Grillo (Eidon)
A governo appena formato, ecco la picconata di Grillo. «Con il governo Letta il terzo giorno è resuscitato Barabba» scrive il leader M5S su Facebook, commentando la nascita dell'esecutivo quidato da Enrico Letta. Un riferimento alla battuta riservata da Letta ai grillini durante le consultazioni in streaming. In occasione delle consultazioni del M5S (guarda il video) il premier incaricato aveva concluso l'incontro citando proprio Grillo che nello stesso giorno aveva puntato l'indice contro il 25 aprile: «è morto» aveva detto parafrasando una canzone di Francesco Guccini. Enrico Letta aveva però chiosato: «Beppe Grillo dice che il 25 Aprile è morto. Anche Dio è morto, ma Grillo non dice che dopo tre giorni è risorto..».

GRILLO: «ITALIANI DELUSI» - «Più di otto milioni di italiani che hanno dato il loro voto al M5S - aveva detto Grillo prima della presentazione dei nomi dei ministri - sono considerati intrusi, cani in chiesa, terzi incomodi, disprezzati come dei poveri coglioni di passaggio. Nè più e nè meno dei 350.000 che firmarono per la legge popolare Parlamento Pulito che non è mai stata discussa in Parlamento dal 2007 e dopo due legislature è decaduta».

NOTTE DELLA REPUBBLICA - Il leader del M5S parla di «notte della Repubblica» e lamenta anche la mancata disponibilità ad offrire al movimento almeno le commissioni di vigilanza. «Dopo l'osceno colloquio notturno a tre, in cui due persone, Berlusconi e Bersani, hanno deciso tutto, governo, presidenze della Repubblica, programma, al cospetto dell'insigne presenza di Napolitano, il M5S non vedrá rispettati i suoi diritti di presiedere le commissioni del Copasir e della Vigilanza Rai. Andranno all'opposizione farlocca della Lega e di Sel, alleati elettorali di pdl e pdmenoelle. Un quarto degli elettori è di fatto una forza extra parlamentare». Nel suo blog torna anche sull'elezione del Presidente della Repubblica. «L'offerta di un governo condiviso con il pdmenoelle con l'elezione di Rodotá, un presidente della Repubblica indipendente e incorruttibile, non è stata minimamente valutata -afferma- eppure sarebbe stato l'inizio di un nuovo giorno, del rinnovamento del Paese».

LA FOLLA - Ricorda poi sull'assedio di qualche giorno fa ai palazzi del potere. «Lo scorso sabato - scrive- la folla ruggiva, aveva circondato il Parlamento sui quattro lati, stava per sfondare. Si era radunata spontaneamente. Erano cittadini che si sentivano impotenti, esclusi da qualsiasi rappresentanza, da ogni decisione. Persone che vivono sulla loro pelle e su quella dei loro familiari una crisi economica senza precedenti nella storia repubblicana. I responsabili di quella crisi ora si pongono a salvatori della patria senza alcun senso del pudore. Ci ridono in faccia e mostrano il dito medio in segno di disprezzo, come Gasparri, al riparo delle loro scorte. 'Noi siamo noi e voi non siete un c...'». E infine si chiede: «Quanto pensate che potrá tenere il ghetto in cui avete rinchiuso la volontá popolare? Sei mesi? Un anno?».
POLITICAgni lunedì, la versione elettronica dell'inserto CorrierEconomia

sabato 27 aprile 2013

Francesco Giannattasio · 14 seguaci
5 minuti fa ·

LO stato Italiano così come funziona non può sopravvivere ancora per molto tempo.
La condizione di povertà o meglio il continuo tresferimento di ricchezza verso le categoria protette ( le varie caste) costringerà le classi oppresse alla ribellione. Questo è inevitale, nelle attuali condizione ;c'è solo da sperare che non sia cruenta.
D'altronde nessuna cambiamento radicale avviene pacificamente chi ha dei grandi privilegi è disposto a mettere in gioco la propria vita pur di non perderli..
Basterebbe riflettere su questo: se il parlamento in un barlume di buon senso farebbe approvare una legge che stabilisse un tetto per una pensione decorosa come massimo e come minimo ( diciamo max 5.000 euoro e minimo 700) nessuno escluso da questa forbice.. cosa succederebbe ?
Può funzionare uno stato ,suddiviso in più di ottomila comuni con tutti gli annessi e connessi.. non funzionerebbe meglio con centri di amministrazioni di almento 50.000 abitanti e pensate alla salvaguardia del territorio con una pianificazione di così vasto raggio, si potrebbero eviare tanti cataclismi naturali. Ma quale classe politica è capace di riorganizzare il nostro stato. Come può uno stato continuare a funzionare se deve reperire sempre maggiori risorse portando inesorabilmente la maggioranza dei cittadini alla disperazione...Se qualcuno ha qualche progetto,realizzabile, lo esponga..
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Torino: Falsi incidenti automobilistici, truffa da 6 milioni di Euro. Chiesto rinvio a giudizio per 100 indagati

26 aprile 2013 - 10:13
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Procura Torino ImcI banali incidenti stradali che si verificavano, quasi quotidianamente e un po’ ovunque, lungo le vie del capoluogo piemontese, erano in realtà falsi sinistri. Si trattava, infatti, di incidenti provocati ad arte, causati con il chiaro intento di raggirare le agenzie assicurative. Incidenti resi possibili dalla collaborazione di un numero incredibilmente alto di personaggi via via individuati e denunciati dalle forze dell’ordine e dalla magistratura subalpina. Personaggi più o meno importanti, più o meno noti finiti tutti quanti, alla fine, nella rete della procura di Torino. Personaggi come medici, avvocati, periti, carrozzieri, titolari di scuole guida e naturalmente comuni automobilisti che si prestavano a firmare i moduli di constatazione amichevole durante quei sinistri fasulli. In tutto, 157 persone individuate e denunciate. Per cento di loro, nel frattempo, il pubblico ministero Gabriella Viglione ha chiesto il rinvio a giudizio durante l’udienza preliminare che si celebra in tribunale, a Torino, in aula 3. L’accusa, per tutti gli indagati, è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni delle compagnie di assicurazione. Mentre il danno alle assicurazioni, stimato dai consulenti interpellati dalla magistratura torinese, si attesterebbe attorno alla cifra di sei milioni di euro.

Nel registro degli indagati del pubblico ministero Viglione sono stati iscritti i nomi di medici accusati di aver prodotto falsi certificati, di avvocati compiacenti, di periti e carrozzieri che gonfiavano danni minimi o inesistenti, di responsabili di scuole guida e agenzie di pratiche auto. E i nomi di semplici automobilisti, comuni cittadini che avevano giocato un ruolo decisivo nella realizzazione della colossale truffa alle assicurazioni. Per la maggior parte, infatti, si tratta di persone che si prestavano a firmare i moduli di constatazione amichevole. La figura principale dell’inchiesta avviata dalla magistratura torinese è considerata quella di un personaggio ritenuto dagli inquirenti come l’uomo che coordinava il meccanismo della frode.

L’inchiesta, denominata dagli stessi inquirenti “Operazione Sistema“, nel giugno del 2010 era sfociata in venticinque ordini di custodia cautelare.

Fonte: CronacaQui Torino

venerdì 26 aprile 2013

Francesco Giannattasio
ATTENTO PD STAI DANDO L'ANIMA AL DIAVOLO
Che Belusconi sia diventato improvvisamente uno statista che vuole il bene del paese ,al di sopra di tutto, appare decisamente sospetto . Se volesse effettivamente questo non dovrebbe far altro che togliere il disturbo e ritirarsi a vita priva,magari in qualche isola sperduta, a godersi le sue ricchezze.
Ma questo non lo farà per il semplicissimo motivo che della sorte del paese non gliene può fregare di meno. IL suo problema e mentenere un potere contrattuale per difendere la sua persona e i sui interessi.
Se il PD trascura per un solo momento questa verità vende l'anima al diavolo ,sarà trascinato in una serie infinita di compromessi fino a perdere ogni forma di credibilità con conseguenze disastrose.
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martedì 16 aprile 2013

http://www.stefanoesposito.net/wp-content/legge_elettorale.pdf

lunedì 8 aprile 2013

UNO STATO DA RIFORMARE


Da dopo le elezione siamo sottoposti ad una sinfonia continua ,da parte dei politici e dai giornalisti ,quasi tutti schierati, che propongono riforme di ogni genere e provvedimenti che dovrebbero risolvere i problemi che affliggono il nostro Paese.

Sono tutte argomentazioni includenti e se riusciranno a realizzare un qualche provvedimento non faranno altro che aumentare le pastoie burocratiche con peggioramento dell’iter amministrativo.

L’amministrazione dello stato è arrivato all’insostenibilità della sua organizzazione : economica –amministrativa; politica: giudiziaria, sia civile che penale: nella difesa del territorio e della sicurezza dei cittadini con una sovrapposizione scellerata di centri di gestione. Infine la sanità che ci costa sempre di più con servizi sempre più scadenti.


Per sostenere questa disorganizzazione abbiamo: il numero maggiore di politici che sono i meglio retribuiti ; il più grande numero di burocrati retribuiti come nababbi; il più alto costo del lavoro con la paga più bassa dei dipendenti,esclusi naturalmente i dirigenti; il più alto numero di comuni,provincie e regioni che sovrappongono le loro competenze ,creando ingorghi ,inefficienti e sprechi ;un’organizzazione sanitaria regionale che gareggiano a chi spende di più elargendo pessimi servizi; un sistema pensionistico allucinante con pensioni d’oro ed altre che non assicurano nemmeno un pasto al giorno; organizzazione scolastica dove l’insegnamento è l’ultimo dei problemi ; la tutela del territorio e dei beni artistici è trascurata in modo vergognoso. Tutta l’organizzazione dello stato è deficitaria . Per contro abbiamo la costituzione più bella del mondo con la quale ,l’applicazione settoriale, ha determinato un società disuguale ove il diritto deve essere conteso nelle aule dei tribunali tra montagne di leggi caotiche ed in contrapposizione. In questo paese che è stato la culla del diritto ,oggi tanti si suicidano per sopraffazione del diritto da parte della burocrazia statale.


Fermiamoci !! Qui non è più una questione di politica di governo di una forza o altre ; di provvedimenti a favore per incentivare questo o quell’altro settore!!
Qui è questione di ristrutturare completamente ,in tutte le sue parti l’organizzazione dello Stato. Una organizzazione statale che ha fatto il suo tempo e non è in grado di rispondere alle necessità di una società complessa,dinamica proiettato in un mondo globalizzato con il quale bisogna confrontarsi.

sabato 6 aprile 2013

Francesco Rutelli
VERGOGNA ASSOLUTA IMPERDONABILE: ITALIA ALL'ULTIMO POSTO EUROPEO PER I FINANZIAMENTI PUBBLICI ALLA CULTURA. I dati Eurostat indicano una percentuale dell'1,1% del PIL, rispetto al 2,2% della media europea. Dati che vanno ovviamente bene analizzati; ma ci sono tre punti da sottolineare subito:
1. La tendenza è stata peggiorata durante il governo Berlusconi, con un calo pesante delle risorse - già scarse - assegnate al MIBAC, per le restrizioni applicate da regioni ed enti locali e per il taglio irresponsabile degli incentivi a privati e sponsor. Ma il governo Monti non ha saputo correggere questa tendenza. 2. La desertificazione delle risorse per la tutela del patrimonio e i restauri provocherà la moltiplicazione di situazioni critiche - degrado, danneggiamenti, crolli - causate dalle inadeguate manutenzione e custodia. 3. Questa crisi avrà un'incidenza negativa sul lavoro degli italiani. In termini diretti, perché lo Stato non sarà in grado di assumere le figure tecniche necessarie, neppure in sostituzione di quelle in uscita; con la chiusura di migliaia di piccole imprese operanti nei servizi culturali; con la perdita di centinaia di migliaia di turisti culturali, con gravi conseguenze per il turismo, che assicura oggi - come settore allargato - circa il 10% dell'occupazione a livello nazionale.
Purtroppo, molti nostri politici (e concittadini) considerano la cultura come "qualcosa che non dà da mangiare"; o, tutt'al più, come il companatico. Questa posizione è essa stessa frutto di una incultura demenziale. La cultura è pane della storia, dell'identità e del futuro dell'Italia.
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giovedì 28 marzo 2013

Francesco Rutelli
UE: RUTELLI INCONTRA VERHOFSTADT (ALDE), RIVEDERE MECCANISMI

(ANSA) - ROMA, 27 MAR - ''L'Europa non e' colpevole della crisi economica, semmai e' la vittima delle pretese di alcune nazioni che vogliono i vantaggi e non le responsabilita' della storica sfida che deve unire 500 milioni di europei. L'Europa va cambiata profondamente nei suoi meccanismi, nella sua trasparenza e, soprattutto, nei progetti che migliorino la vita dei cittadini''. E' il commento di Francesco Rutelli, Copresidente del PDE a conclusione dell'incontro con Guy Verhofstadt, Presidente del gruppo ALDE al Parlamento Europeo, svolto insieme a Guido Improta, sottosegretario allo sviluppo economico e Franco Bruno, deputato di Alleanza per l'Italia. Come e' noto il PDE, di cui fa parte ApI, e' cofondatore del Gruppo Liberal-democratico a Strasburgo, la terza forza del Parlamento Europeo. ''Salvare la prospettiva europea - commentano Rutelli, Improta e Bruno in una nota congiunta - anche in vista delle elezioni del 2014, con un radicale rilancio dell'integrazione politica ed economica e' interesse dell'Italia e degli italiani. E' anche l'unica maniera per imboccare la strada dell'Europa del XXI secolo: finalmente gli Stati Uniti d'Europa. Non e' piu' sufficiente rievocare i successi storici dell'Europa, si tratta di sconfiggere il populismo con innovazioni profonde che siano condivise dai popoli europei'', concludono. Durante l'incontro tra la delegazione ApI e la delegazione del Gruppo dei Liberal Democratici europei si sono anche gettate le basi per iniziative pubbliche in programma nei prossimi mesi tra Roma e Bruxelles. (ANSA).

martedì 19 marzo 2013


Euro, arriva la conferma dell’UE: ci hanno sempre truffato

13 martedì mar 2012

Pubblicato da aurita1 in Banche, Daneistocrazia, Governo, Monti, Politica, Signoraggio, Usura

≈ 403 commenti

Tag

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di Francesco Filini

Finalmente arriva la risposta all’interrogazione presentata dall’Europarlamentare Marco Scurria sulla natura giuridica dell’€uro, e finalmente arriva la conferma: ci stanno truffando. Ci hanno sempre truffati. Ma andiamo per ordine.

Marco Scurria aveva chiesto chiarimenti sulla risposta data dalla commissione europea alla prima interrogazione sulla proprietà giuridica dell’euro presentata dall’On. Mario Borghezio, nella quale si affermava che nella fase dell’emissione le banconote appartengono all’Eurosistema, mentre nella fase della circolazione appartengono al titolare del conto sulle quali vengono addebitate. Attenzione perchè le parole negli atti ufficiali e nel linguaggio tecno-eurocratico vanno soppesate per bene. Quindi il commissario Olli Rehn rispondeva a Borghezio che la proprietà delle banconote cartacee (dove troviamo ben impressa in ogni lingua dell’Unione la sigla della Banca Centrale Europea) è dell’EUROSISTEMA. Ma cos’è quest’Eurosistema?
“L’Eurosistema è composto dalla BCE e dalle BCN dei paesi che hanno introdotto la moneta unica. L’Eurosistema e il SEBC coesisteranno fintanto che vi saranno Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro.” Questa è la definizione che si legge sul sito ufficiale della BCE. Quindi le Banche centrali nazionali stampano le banconote e si appropriano del loro valore nominale (ad Es. se stampare un biglietto da 100 ha un costo fisico per chi lo conia di 0,20 centesimi – valore intrinseco – le BCN si appropriano anche del valore riportato sul biglietto stampato). E l’On Scurria chiedeva quali fossero le basi giuridiche su cui poggiava l’affermazione del Commissario Olli Rehn:

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000302/2012
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Marco Scurria (PPE)

Oggetto: Natura giuridica della proprietà dell’euro

In risposta ad un’interrogazione scritta sul medesimo tema presentata dall’on. Borghezio fornita il 16 giugno 2011, la Commissione informa il collega che “al momento dell’emissione, le banconote in euro appartengono all’Eurosistema e che, una volta emesse, sia le banconote che le monete in euro appartengono al titolare del conto su cui sono addebitate in conseguenza”.
Può la Commissione chiarire quale sia la base giuridica su cui si basa questa affermazione?

Nei tempi stabiliti dal Parlamento Europeo arriva la risposta:

IT
E-000302/2012
Risposta di Olli Rehn
a nome della Commissione
(12.3.2012)

L’articolo 128 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea costituisce la base giuridica per la disciplina dell’emissione di banconote e monete in euro da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali). La proprietà delle banconote e delle monete in euro dopo l’emissione da parte dell’Eurosistema è disciplinata dalla legislazione nazionale vigente al momento del trasferimento delle banconote e monete al nuovo proprietario, ossia al momento dell’addebito del conto corrente bancario o dello scambio delle banconote o monete.

Olli Rehn non fa altro che ribadire che dopo l’emissione, ossia dopo la creazione fisica delle banconote o più verosimilmente dell’apparizione in video delle cifre sui terminali dell’Eurosistema (totalmente a costo zero, se si esclude l’energia elettrica che mantiene accesi i computers…) la proprietà dei valori nominali appartiene al nuovo proprietario, ovvero a chi ha accettato l’addebito, a chi ha accettato di indebitarsi. Non solo. Olli Rehn, per giustificare l’affermazione secondo la quale rispondeva a Borghezio che l’Euro appartiene nella fase dell’emissione all’Eurosistema, cita l’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, dove nel comma 1 si legge:

La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.

E’ chiarissimo. Non c’è scritto da nessuna parte che la proprietà giuridica dell’euro emesso appartiene alla BCE o alle BCN. C’è soltanto scritto che la BCE può autorizzare l’emissione di euro a se stessa e alle BCN, dovendo controllare l’inflazione nella zona euro, così come stabilito dal Trattato di Maastricht. Ribadisce che solo l’Eurosistema può stampare le banconote o creare elettronicamente i valori nominali. Ma nessun riferimento giuridico, nessun trattato, nessuna legge, nessuna deliberazione, niente di niente ci dice che l’Eurosistema ha la facoltà di addebitare la moneta. E’ evidente che si appropria di questo grande ed esclusivo privilegio.
Ciò che diceva il prof. Giacinto Auriti trova finalmente conferma in un atto ufficiale della Commissione Europea: le Banche Centrali si appropriano del valore della moneta perchè emettono solo addebitando, prestando, e il prestare è una qualità esclusiva del proprietario. Auriti chiamava questo meccanismo la truffa del signoraggio, parola sulla quale oggi si fa volutamente grande confusione, essendo per la massa direttamente associabile alla farfallina di Sara Tommasi e a qualche improbabile personaggio del mondo della politica che fa avanspettacolo che le si accompagna.

Non a caso l’indomito professore dell’Università di Teramo aveva denunciato la Banca d’Italia (organismo privato in mano per il 94% a banche commerciali e fondazioni bancarie) per truffa, associazione a delinquere, usura, falso in bilancio e istigazione al suicidio (grave piaga dei tempi nostri). Infatti la moneta, essendo il mezzo di scambio con il quale i cittadini riescono ad interagire tra loro dando vita al mercato, ovvero riuscendo a scambiarsi reciprocamente beni e servizi prodotti grazie al loro lavoro, deve appartenere esclusivamente a chi lavora, ovvero al popolo. Chi si appropria indebitamente del valore della moneta non fa altro che sfruttare il lavoro del popolo, lucrare sulle fatiche e sulla produzione altrui chiedendo che gli vengano pagati gli interessi sul prestito erogato. Questa è la gigantesca distorsione del nostro tempo, questa è la Grande Usura. E sotto il giogo di questa malefica piaga, sono finiti tutti i popoli d’europa che oggi pagano sulla propria pelle una crisi sistemica e indotta, figlia di un paradigma che dal 1694 (anno di costituzione della prima Banca Centrale, la Bank of England) si è imposto sulla vita dell’uomo.

Il meccanismo dell’indebitamento degli Stati da parte di organismi privati quali sono le Banche Centrali Nazionali è presente quasi ovunque. La Federal Reserve conia negli USA il dollaro, la Bank of England conia nel Regno Unito la Sterlina, la BCE conia l’Euro. Ma per quanto ci riguarda, esiste un’abissale differenza, che rende il sistema ancora più perverso: gli Stati dell’Unione non possono ricevere il credito direttamente dalla BCE (cosa che invece accade in modo diretto e subordinato negli altri paesi, ed Es. negli USA dove il Congresso ordina di stampare e la FED esegue) ma devono finanziarsi sul mercato, la parolina magica con cui ci prendono per i fondelli. In poche parole funziona così: la BCE crea denaro a suo piacimento, lo da in prestito alle banche commerciali (Draghi ha recentemente creato circa 1000 miliardi di euro prestandoli all’1%) e queste possono decidere se acquistare o meno i cosiddetti BOND, i titoli del debito (con tassi che vanno dal 5 al 7%). Non è possibile, quindi, per i paesi della UE attuare una propria politica monetaria, pur volendo accettare il meccanismo dell’indebitamento pubblico.

Tutto è nelle mani della Grande Usura. I signori della Goldman Sachs, banca d’affari targata USA, siedono vertici delle grandi istituzioni bancarie, Mario Draghi ne è l’emblema. Ora hanno deciso di gestire direttamente anche le Istituzioni politiche, Mario Monti e Papademos sono i primi alfieri al servizio della Goldman.
La politica è messa sempre più all’angolo, ostaggio del sistema finanziario che controlla partiti, sindacati e mondo dell’informazione.

L’unica soluzione che abbiamo è quella di informare il più possibile. Questi meccanismi perversi devono essere conosciuti da tutti, nonostante il boicottaggio del sistema dell’informazione del regime usurocratico. Lo sforzo deve essere titanico, la volontà e la determinazione non devono piegarsi di fronte a niente.

A tutti noi un in bocca al lupo.

English version
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domenica 17 marzo 2013

“Go green”: le opportunità dell’economia verde italiana secondo Francesco Rutelli
marzo 15, 2013 Nazionali, Politiche

Nel piccolo ufficio vicinissimo a Montecitorio e ancora semi-vuoto, dove Alleanza per l’Italia si è appena trasferita, Francesco Rutelli – il leader del partito centrista e liberale fondato insieme a Tabacci e a Giuliano Da Empoli nel 2009 – conclude una riunione politica prima dell’intervista con Greenews.info.“Dobbiamo proprio usare questa parola: alternativi. Noi siamo alternativi alla sinistra”, dice con tono fermo una voce femminile che arriva fino all’ingresso. Un segno dei tempi, politici e istituzionali, di grande incertezza: le elezioni politiche sono ormai un ricordo ma il clima è ancora quello del “serrate le righe”. Anche per API che all’ultimo appuntamento elettorale ha scelto di non candidarsi: “Non ero d’accordo, più in generale, con lo schema elettorale – né con quello montiano, né con quello del centrosinistra di Bersani: io avrei preferito un accordo trasparente, dichiarato prima delle elezioni”. Da qui la decisione di Bruno Tabacci di presentare il nuovo soggetto politico Centro Democratico, come forza moderata nella coalizione “Italia. Bene Comune”, non superando però la soglia di sbarramento prevista al Senato.

Francesco Rutelli è sorridente e slanciato, appare solo lievemente curvo mentre ci guida nella propria stanza: “E’ ancora tutto un po’ spoglio ma guardi quanto verde se si affaccia dalla finestra”, dice allegro. Sulla libreria, campeggiano – nell’ordine – numerose foto di lui che stringe la mano all’ex presidente USA Bill Clinton, alla regina d’Inghilterra Elisabetta, a Carlo Azeglio Ciampi e al presidente Napolitano, a Madre Teresa di Calcutta e a Giovanni Paolo II.

D) Rutelli, lei è stato nei Radicali, ha fondato i Verdi Arcobaleno, ha fatto il sindaco di Roma per due mandati (sua la legge n.113 del 1992 che ha permesso di piantare ben 120.000 alberi a Roma, uno per ogni bambino nato, oggi estesa anche per i bimbi adottati) e il Ministro ai Beni Culturali del secondo governo Prodi, è stato leader della Margherita fino al suo scioglimento nel Pd, poi è uscito dal Pd e ora guida l’Api. È stato persino Ministro dell’Ambiente per quattro giorni (governo Ciampi: si dimise per protestare contro il Parlamento che negò l’autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi). Oggi, di cosa si occupa?

R) Non da oggi, ma dal 1989, dunque da tempi non sospetti, mi occupo di sostenibilità, quando ancora non ne parlava nessuno. Per questo insieme ad Alleanza per l’Italia ho lanciato una proposta positiva in tema di green economy, partendo dalla convinzione che si tratti di un settore strategico per innescare la crescita e dare nuove chance di sviluppo al Paese. Ne è venuto fuori uno studio – “Green economy: per una nuova e migliore occupazione”, pubblicato e presentato alla fine della campagna elettorale per le elezioni politiche 2013 – promosso dal Partito Democratico Europeo (di cui è fondatore e presidente insieme al francese Francois Bayrou, NdR). Una ricerca che nasce dalla competenza di due economisti come, Alessandro Lanza – ex direttore della Fondazione Mattei – e Marzio Galeotti - che insegna a Milano Economia Ambientale – e dall’intuizione di Firouz Galdo, architetto e scenografo scomparso di recente (autore di progetti come la libreria di Palazzo delle Esposizioni, la Fondazione Giuliani, la Collezione CerasiBarillari, la galleria Gagosian).

D) Perché ritiene che questa ricerca si distingua, rispetto ai tanti studi di settore?

R) Si tratta di uno studio molto concreto, curato da due giovani ricercatori della Bocconi, Federico Pontoni e Niccolò Cusumano, che adotta per la prima volta una metodologia mai utilizzata in Italia: utilizzando i dati Istat – quelle che tecnicamente si chiamano matrici intersettoriali – e applica ai settori analizzati le opportunità di crescita che derivano dagli investimenti diretti, indiretti e nell’indotto. L’obiettivo concreto è quello di valutare gli impatti della green economy in termini di occupazione da oggi fino al 2020.

D) Quali sono stati i settori analizzati?

R) Il perimetro dell’analisi è stato definito includendo i settori “green” che hanno le più immediate ricadute occupazionali e industriali: energie rinnovabili, efficienza energetica, ciclo dell’acqua e rifiuti, servizi ambientali, tra cui protezione e cura della biodiversità, trasporti sostenibili. A questi sono stati affiancati settori, per così dire di nicchia, analizzati attraverso casi di studio: smart city, formazione sostenibile, ecoturismo. Per ciascun settore, abbiamo elaborato due scenari: uno “base” (che prevede il raggiungimento degli obiettivi europei), e l’altro così detto “go green”, volto a far divenire l’Italia leader mondiale della green economy.

D) Mi dà un po’ di numeri?

R) Nello scenario base, lo studio prevede che si investano circa 227 miliardi di euro da oggi fino al 2020 (circa 28,3 l’anno): secondo i calcoli effettuati, l’impatto sull’occupazione (sempre al 2020) sarà di circa 1,4 milioni di occupati (rispetto al 2012, si avrebbe un incremento di oltre 173.000 unità), con un contributo al Pil pari al 5,7%. Per lo scenario “Go green”, gli investimenti complessivi previsti in economia verde sarebbero di circa 272 miliardi di euro con un aumento dei posti di lavoro di quasi 600.000 unità rispetto al 2012..

D) Qual è il messaggio principale che, secondo lei, emerge da questo studio?

R) La capacità dell’economia sostenibile di generare ricchezza: ogni milione di euro generato dalla green economy italiana produce un effetto indiretto e indotto di quasi 2,7 milioni sulla nostra economia: sono pochi i settori che vantano moltiplicatori tanto elevati…

D) Ha inviato questa ricerca ai leader dei partiti italiani?

R) Sì, a tutti. Non ottenendo alcun risultato! E nonostante la campagna elettorale sia stata giocata anche su parole chiave e concetti collegati all’ambiente. Peccato. Basterebbe guardare ad altri paesi europei che hanno puntato tutto su investimenti verdi.

D) Un esempio?

R) La Germania, l’unico Paese nel panorama europeo ad aver puntato sull’innovazione ambientale. Grazie all’apporto dei Verdi tedeschi, la Siemens è stata trasformata in una multinazionale verde ed è partita dal decommissioning dei suoi programmi nucleari per diventare capofila di un’offerta industriale di sostenibilità urbana. Pensiamo ai paesi emergenti e ai problemi sorti dal repentino sviluppo economico e dallo spostamento della popolazione dalle campagne alle città.

D) Forse, oggi, avreste maggiori chance di essere ascoltati: in questo Parlamento il M5S ha fatto della battaglia per la sostenibilità una delle chiavi di volta del proprio impegno politico…

R) È vero. Un dialogo con loro sarà inevitabile oltre che augurabile. Tra l’altro, questo studio è stato mandato anche a Beppe Grillo. E al netto del suo schema – di stampo trotskista, dunque di rivoluzione permanente – credo che ci sia nel Movimento Cinque Stelle molta gente preparata su questi temi.

D) Prossime tappe?

R) Pensiamo di fare, all’inizio di aprile una riunione tecnica con gli operatori economici, sociali, del mondo produttivo che, invece, hanno risposto positivamente al nostro invito. E poi vorrei organizzare una riunione più politica per questa nuova legislatura, in assoluta trasparenza. Noi mettiamo a disposizione di tutti uno strumento, che è di conoscenza ma anche operativo.

D) Quali pensa siano, ad esempio rispetto all’azione dei Verdi tedeschi, i limiti politici dei Verdi italiani?

R) Sono totalmente speculari ai cugini teutonici: mancano di una visione Paese, sono molto schierati, mentre il tema ambientale è per eccellenza un tema trasversale. Spesso, arroccati su posizioni un po’ auto-ghettizzanti.

D) Quali sono secondo lei gli interventi più urgenti che il nuovo governo non dovrà rimandare, in ambito di politiche ambientali e green economy?

R) I due comparti cruciali sono trasporti ed edilizia. Rispetto al primo, investendo nelle auto elettriche, nel rinnovo dei veicoli del trasporto pubblico, nuovi meccanismi di regolazione del traffico urbano. L’edilizia, il settore considerato come primo nemico dell’ambiente, può diventare amico se partisse da subito una battaglia politica che metta al primo posto investimenti verdi in questo settore: progettare edifici a emissioni zero, sia nell’edilizia privata che in quella pubblica, allora – al 2020 – avremo uno scenario occupazionale diverso. Poi dovremmo anche recuperare la componente delle bonifiche: per le aree industriali inquinate, occasione di lavoro durante la fase di bonifica, e poi di ricostruzione e rilancio su cui orientare risorse anche europee.

D) Ultima domanda: a sorpresa il nuovo Papa ha scelto di chiamarsi Francesco, come il Santo protettore degli ecologisti…

R) Meravigliosa la scelta del nome, quello del più umile dei Santi. La Chiesa certo non incoraggiò, allora, la sua rivoluzione evangelica. Oggi, i cristiani pregano per lui. E i non credenti hanno una speranza in più.

Ilaria Donatio

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“Go green”: le opportunità dell’economia verde italiana secondo Francesco Rutelli

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Venerdì 15 Marzo 2013 19:00

D) Rutelli, lei è stato nei Radicali, ha fondato i Verdi Arcobaleno, ha fatto il sindaco di Roma per due mandati (sua la legge n.113 del 1992 che ha permesso di piantare ben 120.000 alberi a Roma, uno per ogni bambino nato, oggi estesa anche per i bimbi adottati) e il Ministro ai Beni Culturali del secondo governo Prodi, è stato leader della Margherita fino al suo scioglimento nel Pd, poi è uscito dal Pd e ora guida l’Api. È stato persino Ministro dell’Ambiente per quattro giorni (governo Ciampi: si dimise per protestare contro il Parlamento che negò l’autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi). Oggi, di cosa si occupa?

R) Non da oggi, ma dal 1989, dunque da tempi non sospetti, mi occupo di sostenibilità, quando ancora non ne parlava nessuno. Per questo insieme ad Alleanza per l’Italia ho lanciato una proposta positiva in tema di green economy, partendo dalla convinzione che si tratti di un settore strategico per innescare la crescita e dare nuove chance di sviluppo al Paese. Ne è venuto fuori uno studio – “Green economy: per una nuova e migliore occupazione”, pubblicato e presentato alla fine della campagna elettorale per le elezioni politiche 2013 – promosso dal Partito Democratico Europeo (di cui è fondatore e presidente insieme al francese Francois Bayrou, NdR). Una ricerca che nasce dalla competenza di due economisti come, Alessandro Lanza – ex direttore della Fondazione Mattei – e Marzio Galeotti - che insegna a Milano Economia Ambientale – e dall’intuizione di Firouz Galdo, architetto e scenografo scomparso di recente (autore di progetti come la libreria di Palazzo delle Esposizioni, la Fondazione Giuliani, la Collezione CerasiBarillari, la galleria Gagosian).



D) Perché ritiene che questa ricerca si distingua, rispetto ai tanti studi di settore?

R) Si tratta di uno studio molto concreto, curato da due giovani ricercatori della Bocconi, Federico Pontoni e Niccolò Cusumano, che adotta per la prima volta una metodologia mai utilizzata in Italia: utilizzando i dati Istat – quelle che tecnicamente si chiamano matrici intersettoriali – e applica ai settori analizzati le opportunità di crescita che derivano dagli investimenti diretti, indiretti e nell’indotto. L’obiettivo concreto è quello di valutare gli impatti della green economy in termini di occupazione da oggi fino al 2020.

D) Quali sono stati i settori analizzati?

R) Il perimetro dell’analisi è stato definito includendo i settori “green” che hanno le più immediate ricadute occupazionali e industriali: energie rinnovabili, efficienza energetica, ciclo dell’acqua e rifiuti, servizi ambientali, tra cui protezione e cura della biodiversità, trasporti sostenibili. A questi sono stati affiancati settori, per così dire di nicchia, analizzati attraverso casi di studio: smart city, formazione sostenibile, ecoturismo. Per ciascun settore, abbiamo elaborato due scenari: uno “base” (che prevede il raggiungimento degli obiettivi europei), e l’altro così detto “go green”, volto a far divenire l’Italia leader mondiale della green economy.

D) Mi dà un po’ di numeri?

R) Nello scenario base, lo studio prevede che si investano circa 227 miliardi di euro da oggi fino al 2020 (circa 28,3 l’anno): secondo i calcoli effettuati, l’impatto sull’occupazione (sempre al 2020) sarà di circa 1,4 milioni di occupati (rispetto al 2012, si avrebbe un incremento di oltre 173.000 unità), con un contributo al Pil pari al 5,7%. Per lo scenario “Go green”, gli investimenti complessivi previsti in economia verde sarebbero di circa 272 miliardi di euro con un aumento dei posti di lavoro di quasi 600.000 unità rispetto al 2012..

D) Qual è il messaggio principale che, secondo lei, emerge da questo studio?

R) La capacità dell’economia sostenibile di generare ricchezza: ogni milione di euro generato dalla green economy italiana produce un effetto indiretto e indotto di quasi 2,7 milioni sulla nostra economia: sono pochi i settori che vantano moltiplicatori tanto elevati…

D) Ha inviato questa ricerca ai leader dei partiti italiani?

R) Sì, a tutti. Non ottenendo alcun risultato! E nonostante la campagna elettorale sia stata giocata anche su parole chiave e concetti collegati all’ambiente. Peccato. Basterebbe guardare ad altri paesi europei che hanno puntato tutto su investimenti verdi.

D) Un esempio?

R) La Germania, l’unico Paese nel panorama europeo ad aver puntato sull’innovazione ambientale. Grazie all’apporto dei Verdi tedeschi, la Siemens è stata trasformata in una multinazionale verde ed è partita dal decommissioning dei suoi programmi nucleari per diventare capofila di un’offerta industriale di sostenibilità urbana. Pensiamo ai paesi emergenti e ai problemi sorti dal repentino sviluppo economico e dallo spostamento della popolazione dalle campagne alle città.

D) Forse, oggi, avreste maggiori chance di essere ascoltati: in questo Parlamento il M5S ha fatto della battaglia per la sostenibilità una delle chiavi di volta del proprio impegno politico…

R) È vero. Un dialogo con loro sarà inevitabile oltre che augurabile. Tra l’altro, questo studio è stato mandato anche a Beppe Grillo. E al netto del suo schema – di stampo trotskista, dunque di rivoluzione permanente – credo che ci sia nel Movimento Cinque Stelle molta gente preparata su questi temi.

D) Prossime tappe?

R) Pensiamo di fare, all’inizio di aprile una riunione tecnica con gli operatori economici, sociali, del mondo produttivo che, invece, hanno risposto positivamente al nostro invito. E poi vorrei organizzare una riunione più politica per questa nuova legislatura, in assoluta trasparenza. Noi mettiamo a disposizione di tutti uno strumento, che è di conoscenza ma anche operativo. D) Quali pensa siano, ad esempio rispetto all’azione dei Verdi tedeschi, i limiti politici dei Verdi italiani? R) Sono totalmente speculari ai cugini teutonici: mancano di una visione Paese, sono molto schierati, mentre il tema ambientale è per eccellenza un tema trasversale. Spesso, arroccati su posizioni un po’ auto-ghettizzanti.

D) Quali sono secondo lei gli interventi più urgenti che il nuovo governo non dovrà rimandare, in ambito di politiche ambientali e green economy?

R) I due comparti cruciali sono trasporti ed edilizia. Rispetto al primo, investendo nelle auto elettriche, nel rinnovo dei veicoli del trasporto pubblico, nuovi meccanismi di regolazione del traffico urbano. L’edilizia, il settore considerato come primo nemico dell’ambiente, può diventare amico se partisse da subito una battaglia politica che metta al primo posto investimenti verdi in questo settore: progettare edifici a emissioni zero, sia nell’edilizia privata che in quella pubblica, allora – al 2020 – avremo uno scenario occupazionale diverso. Poi dovremmo anche recuperare la componente delle bonifiche: per le aree industriali inquinate, occasione di lavoro durante la fase di bonifica, e poi di ricostruzione e rilancio su cui orientare risorse anche europee.

D) Ultima domanda: a sorpresa il nuovo Papa ha scelto di chiamarsi Francesco, come il Santo protettore degli ecologisti…

R) Meravigliosa la scelta del nome, quello del più umile dei Santi. La Chiesa certo non incoraggiò, allora, la sua rivoluzione evangelica. Oggi, i cristiani pregano per lui. E i non credenti hanno una speranza in più. Ilaria Donatio

martedì 12 marzo 2013

L’Italia regala 1,5 mln di euro alla Bolivia per ridurre incendi boschivi
Italia regala 900mila euro per efficienza e sostenibilita’ energetica a Paesi Ince
Sette milioni di euro per “connettere” lo storione cobice
14 mln di euro l’anno. Ancora denaro pubblico per i radicali?
Terzi distrubuisce 1,366 mln di euro a “enti” i cui direttivi pullulano di politici in carica
Il Viminale consegna 2 motovedette alla Tunisia
Terzi: 100 mln di euro alla Palestina “nonostante le difficoltà di bilancio”
Dall’Italia altri 200mila euro per Haiti a organizzazione ONU
Italia finanzia 13 centri di assistenza pre-natale in Libano
L’Italia paga il restauro di un convento in Ecuador
Ministero della pubblica distruzione ha speso 739mila euro per 19 “pillole del sapere”
Ministero istruzione finanzia ricerca di meteoriti in Antartide
Immigrati da 17 mesi in albergo, spreco da 50 milioni di euro
Libano: inaugurato progetto irrigazione pagato 1,9 milioni di euro da Italia
Uragano Sandy: l’Italia stanzia 100mila euro di aiuti per Cuba
Il fischiatissimo film hard della Ferrari ci è costato 400mila euro
Terzi: altri 20 mln di euro per i rifugiati siriani e consigli ai ribelli
Italia in crisi cofinanzia il ministero 100% ecologico del Montenegro, progetto da 14 mln di euro
Italia regala 150mila euro al Kenya per educazione civica delle donne
Italia regala 1,7 milioni di euro al Kenya per agricoltura e Aids
Passera: in arrivo 900 mln di euro l’anno incentivi a rinnovabili
L’Italia regala 8 milioni di euro alla Tunisia per la sanità
Per i rifugiati 3300 euro al mese, i nostri giovani disoccupati
Solo nel 2012 l’Italia ha regalato 18,6 milioni di euro alla Somalia
Firenze: nasce lo sportello “Zorro” per denunciare discriminazioni
Inail: nuova piattaforma web da 25 milioni di euro, alla faccia della spending review!
Centro per inserimento immigrati, 2 milioni di euro
Italia in crisi regala altri 10,6 mln di euro per le infrastrutture in Afghanistan
Sprechi: portale in 4 lingue per spiegare i miliardi spesi in Iraq
Mirandola: soldi ai terremotati? No, 50mila euro agli Zingari
Terzi ricorda: l’impegno italiano in Iraq supera 3,3 miliardi di euro
Esaminato per 11 anni il dna delle feci, lupo stabile sull’Appennino bolognese
35 milioni di euro per avvicinare i bambini alla frutta
Legge Stabilità: 58 mln di euro per ristrutturare la sede Nato
Clini: L’Italia ha speso 1,5 miliardi di euro in 2 anni per la biodiversità
Nuovo acquedotto in Libano grazie al contributo dell’Italia
Italia regala 35 mln di euro all’Ecuador per evitare sfruttamento petrolifero a Yasuni
Cambiamenti climatici: l’Italia regala altri 6 milioni di dollari ai piccoli Paesi del Pacifico
Giordania, Italia dona ospedale da campo per i profughi siriani
Edilizia: scuole ‘a pezzi’. Ma il Miur pensa alle gite in barca
L’Italia dona 300mila euro al Congo per l’emergenza ebola
Carceri, Severino: 12 mila posti in più spendendo 446,8 milioni di euro
Terzi: Italia primo donatore del fondo speciale FAO su sicurezza alimentare
Mantova: 178mila euro a mese per 132 falsi profughi, spesi 2,5 milioni
3000 corsi gratuiti di guida sicura per immigrati
L’Italia spende 40 milioni di euro per scortare gli ultras
L’Uomo del Colle ha detto “Ni” – Il costo del Quirinale
Italiani contribuiscono a migliorare carcere di Lubango, Angola
Italia invia all’Egitto aiuti alimentari per 600mila persone: 2,6 milioni di dollari
L’Italia regala una centrale fotovoltaica a Panama
Vacanza di 8 mesi in hotel per 40 immigrati e camera con vista
Bomba ecologica, due milioni di euro per bonificare campo rom
Farnesina: saranno curati in Italia 1.500 feriti della crisi libica
Corte dei conti: Ai partiti 28 mln di euro di troppo per le regionali 2010
Intercettazioni: 284 mln di euro in un anno, dal 2006 +22,6%
Ok a 6,5 milioni per celebrazioni del bicentenario di Verdi
L’Italia regala 21,6 milioni di euro alla Bolivia per ambulatori rurali
Clini a Baghdad per vasto programma di assistenza protezione ambientale in Iraq
Spending review? Ministero della Difesa ordina 2 aerei extra lusso da 750 milioni
L’Italia ridotta alla fame regala centinaia di mln di euro all’Egitto. Inaudito!
Nuovo vicedirettore a EuropeAid, la commissione UE a cui l’Italia dona milioni di dollari
Siria, Terzi: Italia dona 500mila euro per i bambini sfollati
Spending review: Stanziati 210 milioni di euro per diffondere l’auto elettrica
PD, bene stanziamento 2 mln e 600mila euro per soccorso alpino e speleologico
L’Italia finanzia un programma di inclusione sociale in Costa Rica
Siria: l’Unicef ringrazia il ministro Terzi per i fondi ricevuti, ma 80% del budget speso in super-stipendi e spot pubblicitari
Spending review? RAI, a Gubitosi stipendio di 650mila euro annui
Abu Mazen a Roma per chiedere a Monti fondi per la Palestina
L’Italia taglia 2 miliardi a sanità, ma tiene corsi di latino ai giapponesi
Spending review: stanziati 500 milioni di euro per migranti del Nord Africa
Italia co-finanzia scuola per rifugiati in Kenya
Italia taglia 2 miliardi sulla sanità e regala 1,3 miliardi all’Etiopia per “rafforzare competenze della popolazione sull’acqua”
Spending review: liquidazione Arcus spa, che ha speso piu’ di 100 milioni in 3 anni. Ecco come
L’Italia regala 29 milioni di euro alla Somalia per infrastrutture e addestramento
In chirurgia, bisturi coreani che non tagliano e suturatrici cinesi. In terapia intensiva i quadri di Alinari
Monti: ora affrontare i problemi. E l’Italia regala dramma-terapia e gite a ospedale psichiatrico libanese
Le intercettazioni sono costate 260 milioni di euro nel 2011
L’Italia in crisi regala al Pakistan il restauro del Buddha di Jahanabad
Corte dei Conti: consulenze esterne fenomeno inquietante, concessione di favori o addirittura illecite dazioni
Italia regala altri laboratori per politecnico al Kenya: 3,2 milioni di euro
L’Italia dei pezzenti cancella 3 milioni di euro debito alle Filippine per tutela di biodiversità
L’Italia in crisi regala 4 imprese sociali all’Albania
Ministero degli esteri: borse di studio a studenti universitari brasiliani
Monti, Lavoro: 3,6 miliardi potrebbero essere destinati al Sud per invogliare 28.000 stranieri a lavorare da noi
L’Italia darà 31 miliardi di $ al Fondo Monetario Internazionale
Italia in crisi finanzia ricerca su percorsi di accoglienza e servizi per integrazione
Roma, 24mila euro per 12 bici elettriche ad agenti: controllare deiezioni canine
L’Italia pezzente regala 3 milioni di euro alla Bolivia per la biodiversità
Italia in crisi: Ministero degli Esteri finanzia missione archeologica in Yemen
Italia in crisi regala al Mozambico scuola per il turismo: oltre 400mila euro
Italia in crisi attrezza ospedale da 107 posti letto in Mozambico
Italia in crisi spende 1,3 miliardi di euro in Etiopia per “rafforzare competenze della popolazione sull’acqua”
L’Italia in crisi regala 840mila euro all’Albania per il turismo sostenibile
L’Italia dei suicidi cancella 10 milioni di dollari di debito al Pakistan: li converte in sviluppo sostenibile
Drastici tagli alla sanità, ma gli infermieri vanno a scuola di narrazione
Italia regala altri 3 milioni di dollari all’Egitto, 5 milioni in 10 giorni
Romania: Italia finanzia con 350mila euro progetto di recupero minori rom
Consulenze d’oro: lo Stato ha speso 1,2 miliardi di euro in un anno
FONTE: http://www.imolaoggi.it/?p=3

lunedì 11 marzo 2013


Elezioni, Rutelli: Congratulazioni a Bruno per elezione alla Camera

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Martedì 26 Febbraio 2013 19:05


Francesco Rutelli si congratula con il sen. Franco Bruno, eletto alla Camera dei Deputati con un ottimo risultato. Rutelli e Bruno avevano concluso a Lamezia Terme la campagna elettorale con una manifestazione di tutti i dirigenti calabresi di ApI, a conferma del comune e continuo impegno, che proseguirà anche nella nuova Legislatura con Alleanza per l'Italia e in collaborazione con forze civiche e democratiche attive sul terri

domenica 10 marzo 2013

Francesco Rutelli
IL MUSEO DELLA SHOAH E UN RACCONTO FAMILIARE.
Giornata dei Giusti: ho espresso soddisfazione per il via libera in Campidoglio al Museo della Shoah, grazie alla pressione del Gruppo ApI. Ed è giusto collegare i fatti di oggi alla memoria di ieri. La nostra società vive di quotidiane emotività, e rimuove le radici del male che può ripetersi. Un racconto familiare, invece, talvolta può aiutare. Eccolo.
Il Museo dovrà sorgere preso Villa Torlonia, lungo la via Nomentana a Roma. A duecento metri di distanza, durante l'occupazione nazista di Roma, un giovane ebreo - Lello Piazza - fu salvato, venendo tenuto nascosto in una casa borghese di via Guattani. Lo accolse rischiando la sua vita Mario Gentili, mio nonno, assieme alla sua giovane figlia Sandra, mia madre. La Commisssione per la designazione dei Giusti, presso lo Yad Vashem, ha insignito il 25 febbraio 1996 Mario Gentili come Giusto tra le Nazioni - Righteous Among the Nations - sotto l'insegna ...Visualizza altro

venerdì 8 marzo 2013


giovedì 7 marzo 2013
Il Movimento 5 Stelle cresce ancora di 3 punti e supera il centrodestra!

Il risultato delle elezioni politiche 2013 ha sorpreso tutto il mondo e i cittadini italiani creando scompiglio all’interno del governo. Il PD ha proposto una sorta di intesa con il M5S, ma quest’ultimo l’ha respinta. IlPdl invece ha proposto un governo di unità nazionale con il Pd ma anche qua Bersani lo ha subito escluso.

L’ipotesi di tornare alle elezioni sarebbe l’unico sbocco risolutivo ma anche qua Pd e Pdl hanno respinto. L’unico favorevole al ritorno alle urne è Beppe Grillo convinto secondo lui che se si tornasse a votare il suo partito punterebbe a un successo ancora maggiore , che mandi a casa le forze politiche tradizionali e apra le prospettive a un nuovo governo guidato dal M5S.
Secondo alcuni studi sulle intenzioni di voto condotte negli ultimi giorni, cresce del 3% il numero degli elettori che hanno dichiarato di voler optare per il partito di Grillo, che lo porta a sfiorare il 29%.

Arriva il M5S in Parlamento: ecco i privilegi già spariti
Cominciano a sparire i primi privilegi e le targhe discriminanti al Parlamento. Alla Camera dei deputati, nonostante ci sia ancora qualche buontempone oppositore, grazie all’ingresso delMovimento 5 Stelle è già sparita la targhetta in ottone che precisava come il luogo fosse off limits ai comuni mortali. All’ufficio delle poste interno è già stata tolta anche l’insegna che ammoniva a dare la precedenza agli onorevoli deputati. Novità anche sull’abbigliamento dei deputati: non più l’obbligo di vestire con giacca a cravatta, ma la possibilità di entrare con abiti casual. Emilio Colombo, parlamentare di 93 anni che presiederà la prima seduta a Palazzo Madama ha però ammonito: “Se i senatori del Movimento 5 Stelle si presentano senza giacca e cravatta io non li faccio entrare in Aula”. Sparite anche le aule di “riposo per i deputati”, non esistono in nessun altro posto di lavoro in Italia. Nelle buvette sono spariti anche vini pregiati e cioccolate di grandi marchi.l
Etichette: M5Sn difesa di Beppe Grillo

Dopo il ritratto scritto nel 2008 per il New Yorker il giornalista Tom Mueller torna a occuparsi di Beppe Grillo. “È difficile conoscere la vera storia di Grillo”, scrive Mueller, “Perché la stampa italiana, sia quella liberale che quella conservatrice, è ostile al comico genovese. Grillo chiede di mettere fine al controllo della politica sui mezzi d’informazione italiani e questo potrebbe spiegare questo atteggiamento”, afferma Mueller.
“La vecchia guardia politica parla di Grillo come di un demagogo di destra, oppure come di un anarchico/sabotatore/oppositore che non ha un progetto per l’Italia, come un narcisista alla mercé del culto della personalità o come il burattino in mano a qualche minaccioso burattinaio. Questa ostilità potrebbe avere a che fare con le promesse di Grillo di ‘mandare a casa l’intera classe politica’, la più radicata e arrivista d’Europa, che lui accusa essere la causa della frattura sociale ed economica italiana”, continua il giornalista.
“Ho passato del tempo con Grillo e penso che Peer Steinbrück, che lo ha definito ‘clown’, e gli altri politici in Italia e all’estero non lo hanno capito. È un personaggio divertente, ma è anche un riflessivo e un po’ accademico. La sua biblioteca è piena di libri sottolineati che parlano di economia, energia rinnovabile e salute pubblica. Grillo ha discusso delle sue idee con gli autori di quei libri, premi Nobel come Joseph Stiglitz, Muhammad Yunus, Lester Brown e Dario Fo”.
“Se voler demolire e ricostruire il sistema politico dell’Italia fa di qualcuno un radicale, allora Grillo lo è. Anche se il suo radicalismo è metodico”, afferma Mueller. “Se Occupy Wall street avesse prodotto un leader con una visione a lungo termine e un manifesto con obiettivi concreti sarebbe stato simile a quello dell’M5s”.
L’articolo del New Yorker: “What Beppe Grillo wants”.
a 10:34 Nessun commento:
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Monte dei Paschi di Siena, muore suicida David Rossi, l’ex portavoce di Mussari Travolto dalla paura di una nuova Mani Pulite

David Rossi, il 51enne capo dell’area comunicazione del Monte dei Paschi di Siena e fedelissimo dell’ex presidente della banca, Giuseppe Mussari, si è suicidato mercoledì sera gettandosi dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni. Il 118 è intervenuto sul posto dopo aver ricevuto una chiamata alle 20.43, ma non c’è stato più niente da fare. L’ufficio, ora sotto sequestro, è stato trovato aperto, il computer acceso e la giacca sulla sedia.






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ROMA – Nascita e scomparsa in meno di due anni. Un flop politico ed elettorale targato Gianfranco Fini. Lo schiaffo elettorale di ‘Futuro e Libertà per l’Italia’ chiude, dopo appena due anni dalla sua nascita, l’esperienza parlamentare della ‘nuova’ destra di Fini che, pur non sciogliendosi, di fatto chiude i battenti in attesa di un azzeramento dei vertici e una ripartenza. Magari sotto altro simbolo e nome.

- FLI nasce come partito a Milano il 13 febbraio del 2011 dopo la frattura consumata tra finiani e Pdl alla Direzione nazionale del 22 aprile 2010 con l’ormai celebre frase di Fini a Berlusconi ‘Che fai? Mi cacci?’.

- il primo atto ufficiale si registra però il 30 luglio 2010, quando 33 deputati formano un nuovo gruppo alla Camera, seguiti il 2 agosto da un gruppo al Senato.

- Ad ottobre 2010, Fini, alla festa del Tricolore di Mirabello, suggella il divorzio da Berlusconi denunciando la persecuzione del dissenso nel Pdl che aveva deferito ai probiviri i suoi ‘luogotenenti’ Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio ‘scomunicando’ lo stesso Presidente della Camera. Il 29 settembre, tuttavia, i finiani votano la fiducia al governo Berlusconi in difficoltà nell’aula di Montecitorio.

- Sarà a Bastia Umbra che Fini al primo meet-up di Fli

- il 6 e 7 novembre 2010 – annuncia il ritiro della ‘sua’ delegazione dal governo. Chiede le dimissioni del premier e un nuovo esecutivo che arrivi alla fine della legislatura includendo l’Udc.

- Il 15 dicembre Fli aderisce al Nuovo Polo per l’Italia, coalizione che ha creato con l’Unione di Centro, Alleanza per l’Italia, il Movimento per le Autonomie ed alcuni esponenti liberali e repubblicani dando vita all’area dei ‘responsabili’.

- L’approdo successivo è nella coalizione Con Monti per l’Italia in vista delle elezioni politiche 2013. Fli presenta liste autonome alla Camera con capolista Fini in tutte le circoscrizioni, in coalizione con la lista di Scelta Civica e dell’Udc; al Senato, e nella Circoscrizione Estero sia alla Camera che al Senato, il partito di Fini invece presenta i propri candidati all’interno della lista unica Con Monti per l’Italia.

L’abbraccio con l’ex rettore della Bocconi è però fatale: Fli fallisce ogni quorum e lo stesso Fini rimane fuori dal Parlamento per la prima volta dopo quasi trent’anni di presenza ininterrotta. L’unico eletto è Mario Caruso, nella Circoscrizione Estero della Camera nella lista unica Con Monti per l’Italia. Al Senato sono eletti due senatori nella lista Con Monti per l’Italia: Benedetto Della Vedova in Lombardia e Aldo Di Biagio nella Circoscrizione Estero.



Rutelli in città per chiedere al sindaco la testa dell’assessore al Sociale Patrizia De Michelis

Avezzano. In città arriva Rutelli a chiedere la testa dell’assessore Patrizia De Michelis che avrebbe preso le distanze dall’Api. A chiedere il siluramento dell’esponente al Sociale della giunta Di Pangrazio anche esponenti locali del partito che fa capo all’ex leader della Margherita che non si sentono più rappresentati. Rutelli ha incontrato il sindaco Gianni Di Pangrazio in Comune. Ora il primo cittadino si starebbe accingendo a sostituire la De Michelis come avvenuto per la preside Marina Novelli, sostituita da Gino Di Cicco, e Cesidio Pulsoni da Roberto Verdecchia. Le deleghe in gioco sono quelle alla Sicurezza sociale, alle pari opportunità, alle politiche della famiglia, stranieri e nomadi. Patrizia De MicelisLa presa di posizione di Rutelli sarebbe avvenuta dopo il cambio di casacca del consigliere regionale Gino Milano, ex Api candidato alle politiche del 24 e 25 febbraio con il Centro democratico. Il gruppo dell’Alleanza per l’Italia ha così richiesto l’assessorato. Tra i nomi in ballo per sostituire la De Michelis, ci sarebbe Francesco Paciotti, ex Udc, attuale consigliere dell’Api e al suo posto in consiglio potrebbe arrivare Ignazio Iucci, ex consigliere dell’Udc e oggi di Alleanza per l’Italia.

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lunedì 4 marzo 2013

RIFORMA ELETTORALE? NON Ci FACCIAMO PRENDERE IN GIRO. ECCO I FATTI.

Tutti dicono che di fronte alla tempesta perfetta delle elezioni (mio copyright, v. art su Europa del 22/2), ci sarebbe una sola cosa da fare: tornare al voto dopo aver cambiato la legge elettorale. Ma si potrà fare? Ecco alcuni punti di verità.
1.il Porcellum fu votato da Forza Italia, AN, Lega, UdC. Alcuni tra quanti lo hanno votato o appoggiato fanno parte della coalizione Monti. Inoltre, tutti sanno che il PD - pur non avendo i numeri per modificarlo, aveva i numeri per far saltare qualunque provvedimento e dunque di condizionare sulla legge elettorale ogni passaggio - nell'ultima Legislatura si e' ben adattato al suo mantenimento, convinto com'era di vincere e incassare il super- premio di maggioranza alla Camera.
2. Ho fatto parte del Comitato Ristretto del Senato (1aComm) che ha affrontato la riforma elettorale. Ed anche i ddl per la Costituente (tra cui il mio), che sono stati boicottati dai dipietristi e avversati apertamente in Aula dal PD (scelta assurda, perché questa Legislatura nata morta avrebbe avuto invece qualcosa di utile da fare!). Sulla legge elettorale, ho combattuto contro il premio in seggi al 1o partito: ipotesi totalitaria, più che antidemocratica (en passant, con il 25% dei voti, Grillo avrebbe avuto il 55% dei seggi! Io avevo fatto, ed e' a verbale, anche questo pronostico). Ho anche FATTO APPROVARE il mio emendamento perché il premio vada solo a chi raccolga almeno il 40-42% dei voti. Poi tutto e' saltato. Ma - si converrà - che la coalizione Bersani canti vittoria col voto del 29% degli italiani e' surreale, non meno che se avesse vinto Berlusconi (cui e' mancato un 0,4% scarso!). Senza dimenticare che non si tratta del 29% degli italiani, ma del 75% degli elettori (cui detrarre schede bianche e nulle...).
3. Dunque, tra quanti parlano oggi di "riformare la legge elettorale e tornare al voto" ci sono praticamente tutti i killer della riforma. Con la pistola fumante in mano, perché ha sparato poche settimane fa.
4. Vogliamo mettere in fila le soluzioni per riformare la legge elettorale? Per me, sono solo due: il sistema tedesco, il doppio turno alla francese.
5. Il sistema francese andrebbe 'italianizzato', altrimenti avremmo avuto il caos di decine di ballottaggi con 4 concorrenti, e centinaia con 3 (PD, PdL, Grillo), poiché e' fondato su una doppia esigenza: dare una maggioranza in Parlamento ( e in Italia NON sarebbe scontata); escludere gli impresentabili (Le Pen). Siamo sicuri che sarebbe giusto adottarlo per escludere Grillo? Io non sono di questa opinione.
6. Poiche' il bipolarismo (amen) non c'e' piu' ed esistono almeno 4 poli, la soluzione migliore e' il tedesco: chiarezza delle alleanze prima del voto; meta' dei seggi con collegi uninominali; sbarramento alto, del 5%; le minoranze importanti sono tutelate; se non c'e' maggioranza popolare nele urne, il Parlamento decide la coalizione di governo.

venerdì 1 marzo 2013

API: RIGA BRACCIO DESTRO DI RUTELLI; ''INGOVERNABILITA'? LO SAPEVO''

Francesco Rutelli
L’AQUILA - Il vice sindaco dell’Aquila, Roberto Riga, è stato nominato segretario organizzativo nazionale di  Alleanza per l’Italia (Api).
Lo ha reso noto il leader nazionale, Francesco Rutelli, nel corso della visita di oggi all’Aquila, durante la quale sono stati annunciati progetti di “green economy”, per esempio nel campo del turismo e della cultura, in un territorio segnato ancora profondamente dal terremoto del 6 aprile 2009.
All’Aquila l’Api è il secondo partito della maggioranza di centrosinistra con tre consiglieri: nel corso dell’incontro Riga, che tra le altre cose ha la delega alla Protezione civile e all’Ambiente, ha sottolineato che si tratta di “un ruolo impegnativo e importante perché deve segnare una nuova ascesa dell’Api”.
“Sono lusingato del fatto che il partito e il suo leader abbiano deciso che la mia persona e le mie capacità possano essere utili concretamente e questo è anche un riconoscimento alla città dell’Aquila”, ha concluso Riga, annunciando anche un’azione di rilancio a livello regionale.
Nel corso dell’incontro il capogruppo in Consiglio comunale, Pierluigi Mancini, ha annunciato che nei prossimi giorni ci saranno “alcune nuove adesioni” all’Aquila.
“In Abruzzo l’Api cresce - ha spiegato Rutelli - Sono contento che Riga ci dia una mano a livello nazionale senza minimamente distrarsi dall’impegno cittadino, perché siamo un movimento che ha visto giusto in molte cose e continuerà a fare bene il suo lavoro”.
“Il movimento verde in Italia si è molto ridimensionato a differenza di altri Paesi, mentre abbiamo la possibilità di fare dell’economia verde un terreno che, come abbiamo documentato con uno studio scientifico di prim’ordine - ha sottolineato - crea centinaia di migliaia di posti di lavoro, il 50 per cento in più di occupazione di tutti gli altri settori produttivi, permette di far nascere nuove imprese e dà un contributo ad un Pil, cioè alla creazione di ricchezza in Italia che è in picchiata, in discesa, invece di risalire”.
ELEZIONI: “INSTABILITA’? LO AVEVO DETTO...”
“Sapevamo che le scelte portate in campo avrebbero portato allo stallo, all’instabilità”.
Così Rutelli a margine della conferenza commentando gli scenari elettorali.
“Non hanno funzionato le offerte presentate, noi lo avevano previsto tanto è vero che ho fatto una scelta che altri non hanno fatto: di non partecipare”, la chiosa.
“MONTI E BERSANI ALLEATI AVREBBERO VINTO”
“Il centro di Monti avrebbe dovuto allearsi con Bersani e viceversa e non è vero che un’alleanza del genere avrebbe avuto una punizione da parte degli elettori - ha aggiunto ancora - Nella vittoria di Grillo c’è anche questo aspetto: che non si è voluta fare un’alleanza politica prima delle elezioni di centrosinistra che secondo me avrebbe vinto le elezioni”.

Rutelli ha proseguito facendo notare che “in questo modo sono rimasti corti sia Bersani che la coalizione Monti. In Italia la sinistra è qualcosa di importante - ha continuato - ma non supera un quarto di voti. Il risultato delle Politiche dimostra che oggi è nato un qualcosa di enorme che prende una parte del voto di sinistra, Grillo, che si qualifica come estraneo alla sinistra e che tuttavia rappresenterà da domani, anzi da ieri un problema difficilmente risolvibile a meno che non si presenti una proposta di governo e di coalizione seria”.
Questo per Rutelli, “il motivo per cui non ho partecipato, secondo me alle elezioni bisogna andare dicendo ‘Io voglio governare con questi’. Io avrei proposto un’alleanza Bersani con il movimento di centro, così non è stato e mi auguro per senso di responsabilità  nazionale che questo si possa costruire nelle prossime settimane - ha concluso - Io non ho molta fiducia che ciò avvenga”.

PD, SEL, UDC e MONTI:
C'ERAVAMO TANTO ILLUSI...

Dice bene Matteo Renzi: "Con che faccia il PD
poteva chiedere il voto a coloro
che non aveva fatto votare alle primarie?


Il 22 novembre scorso, alla vigilia delle primarie del centrosinistra, ho pubblicato sulla mia pagina facebook questo fotomessaggio… Giocavo sul fatto che da quelle primarie sarebbe uscito al massimo il VICEpresidente del Consiglio, perché il PD non avrebbe ottenuto la maggioranza per governare. Tanti amici del PD si erano affrettati a commentare che io “rosicavo” e che il PD avrebbe stravinto alla Camera, al Senato e alla Regione Lombardia. Sic! Ma ho sbagliato anch'io... Immaginavo e speravo, infatti, che Monti e l’UDC finalmente avrebbero potuto portar via voti moderati a Berlusconi e al PDL: evidentemente era una mia illusione, andata in frantumi domenica scorsa nelle urne. Purtroppo sono ancora tanti, troppi, gli italiani che credono alle promesse del Cavaliere. C’avevo visto giusto, invece, su Bersani e sul PD. Ancora una volta si certifica che la sinistra in Italia non vince… che può andare al governo solo se è centrosinistra con un candidato moderato (com’era Prodi). E poi ha ragione Matteo Renzi (oggi sul Corriere della Sera): “Noi del PD abbiamo perso queste elezioni il giorno in cui abbiamo respinto la gente dai seggi delle primarie, quando abbiamo deciso che dovessero votare solo i militanti. Con che faccia poi potevamo chiedere a tutta questa gente che abbiamo cacciato di votare alle politiche per noi?”

Intanto, mentre PD e SEL, facendo i conti senza l’oste, si dividevano i ministeri e noi del Centro ci illudevamo che gli italiani avrebbero compreso che era stato Mario Monti a salvarci dal rischio-Grecia, il M5s di Grillo e Berlusconi sono cresciuti e diventati determinanti per dar vita ad un nuovo governo e per eleggere il nuovo Capo dello Stato. Ed ora non resta che augurare a me e al Paese che il nuovo Presidente della Repubblica sia saggio come i suoi tre predecessori e che il nuovo Parlamento approvi al più presto una nuova legge elettorale in grado di far eleggere una stabile maggioranza parlamentare che sostenga un governo del Paese altrettanto stabile. E poi di nuovo al voto. Senza perdere altro tempo.

martedì 26 febbraio 2013

LETTERA AL PRESIDENTE RUTELLI
Caro presidete :
Ti devo confessare che e da parecchio tempo che non capisco la politica dell'API . Avevi avuto una grandiosa idea del terzo polo ,era sicuramene la proposta  più sensata  per dare una prospettiva politica  al paese . Poi vi siete arenati e non ci avete mai spiegato i motivi e piano piano l'API è cominciato a morire. Il colpo mortale glil'ha data Tabacci con la grandiosa idea  del centro democratico, come fece con la rosa bianca. L'operazione è servita ad assicurare a qualcuno il posto ma politicamente è risultata irrilevante.
Credavamo  veramente nell'api ma non abbiamo saputo farla crescere ma sopratutto non abbiamo saputo intercettare le grida di disperazione di quella gente che non riesce a mettere insieme  il pranzo con la cena. Quando non si combattano norme tanto incivili da spingere al suicidio e naturale  spostarsi verso chi questo grido lo raccoglie.
So, come è  abitudine, che un cenno di riscontro  è troppo impegnativo ma non si va da nessuna parte quando si ignora la base. 
 
Cordialità Francesco Giannattasio Coord-prov.Alessandria

Rutelli a Uno Mattina: Mancato accordo Pd-Monti boomerang per entrambi

«Il mancato accordo PD-Monti ha privato gli elettori di una credibile proposta di governo. Il boomerang ha colpito entrambi; Grillo ha vinto. Ora deve essere interpellato a prendersi le responsabilità che gli spettano. Se questo non avverrà, ci saranno effetti disastrosi». Lo afferma il leader di ApI, Francesco Rutelli, a Uno Mattina. «Il primo partito, e' ovvio, non può solo mandare messaggi in rete, deve concorrere alle soluzioni. Berlusconi ha recuperato e pareggiato al Senato. Solo il Porcellum ha potuto dare al PD 200 seggi in più alla Camera con lo 0,36 di voti in più. Giusta nemesi per il PdL».
Rutelli ha anche sottolineato su facebook come «la liquidazione del Terzo Polo si e' confermata un errore. Il Centro e' più debole, nonostante il ruolo di Monti Premier e la vasta copertura mediatica. Tutti sono in grado di leggere i risultati dei partiti, a maggior ragione quelli dei partiti-liste miscellanea. Ho scelto, per queste ragioni, di non partecipare ad elezioni il cui esito mi pareva gia' scritto. Cosi' e' stato. Ma un mio periodo 'sabbatico' fuori dalle istituzioni non significa certo interrompere il cammino di Alleanza per l'Italia. Al contrario: siamo un movimento politico di minoranza, ma che ha avuto ragione da molti punti di vista e puo' avere una funzione importante. Gia' abbiamo aperto le adesioni 2013. Nei prossimi giorni decideremo le prossime tappe politiche».

«Una sola anticipazione sulle prossime scadenze istituzionali: occorre eleggere Presidenti delle Camere - ha sottolineato - con le più larghe maggioranze possibili, autorevoli e di rinnovamento». Rutelli ha concluso sul Capo dello Stato auspicando: «se la Legislatura e' in condizione di proseguire, dev'essere di svolta e di massima credibilità. Altrimenti, si dovrebbe chiedere a Napolitano di restare un anno, per fare la riforma elettorale e tornare a votare».
  • ELEZIONI: COME VOLEVASI DIMOSTRARE... E ORA?
    Chi ha letto le mie opinioni su questa pagina e' meno sorpreso di altri. Vediamo.
    1. Il mancato accordo PD-Monti ha privato gli elettori di una credibile proposta di governo. Il boomerang ha colpito entrambi.
    2. Grillo ha vinto. Ora deve essere interpellato a prendersi le responsabilità che gli spettano. Se questo non avverrà, la tempesta perfetta che e' in atto dispiegherà effetti disastrosi. Il primo partito, e' ovvio, non può solo mandare messaggi in rete. Deve concorrere alle soluzioni.
    3. Berlusconi ha recuperato e pareggiato al Senato. Solo il Porcellum ha potuto dare al PD 200 seggi in più alla Camera con lo 0,36 di voti in più! Giusta nemesi per il PdL.
    4. La liquidazione del Terzo Polo si e' confermata un errore. Il Centro e' più debole, nonostante il ruolo di Monti Premier e la vasta copertura mediatica. Tutti sono in grado di leggere i risultati dei partiti, a maggior ragione quelli dei partiti-liste miscellanea.
    5. Ho scelto, per queste ragioni, di non partecipare ad elezioni il cui esito mi pareva gia' scritto. Cosi' e' stato. Ma un mio periodo 'sabbatico' fuori dalle istituzioni non significa certo interrompere il cammino di Alleanza per l'Italia. Al contrario: siamo un movimento politico di minoranza, ma che ha avuto ragione da molti punti di vista e puo' avere una funzione importante. Gia' abbiamo aperto le adesioni 2013. Nei prossimi giorni decideremo le prossime tappe politiche.
    6. Una sola anticipazione sulle prossime scadenze istituzionali: occorre eleggere Presidenti delle Camere con le più larghe maggioranze possibili, autorevoli e di rinnovamento. E il Capo dello Stato: se la Legislatura e' in condizione di proseguire, dev'essere di svolta e di massima credibilità. Altrimenti, si dovrebbe chiedere a Napolitano di restare un anno, per fare la riforma elettorale e tornare a votare.

domenica 24 febbraio 2013

SE SI VUOLE CAPIRE VERI VINCITORI (E NON)
delle Politiche, vediamo i risultati delle ultime, del 2008. Certamente ci sono nuovi attori con peso dirompente (grillini) e soggetti e coalizioni diverse. Ma il confronto dei numeri aiuterà. Vediamo:
PdL 13.629.464.
PD 12.095.306.
Lega 3.024.543.
UdC 2.050.229.
IdV (oggi con Ingroia) 1.594.024.
Sin Arc (oggi in parte con Vendola) 1.124.298.
In percentuale, queste liste avevano raccolto circa il 92% dei voti. Difficile vincere, e soprattutto governare, con meno voti popolari rispetto a 5 anni fa. Se ho detto, da tempo, che considero inevitabile una larga coalizione - e, dunque, la sconfessione di tutti gli slogan elettorali - e' perché nessuno prenderà consensi sufficienti, anche a causa di una campagna elettorale deprimente e con pochissime idee. I seggi conquistati sono fondamentali, ovviamente, ma non saranno sufficienti, rappresentando una parte minoritaria del popolo, in vista dei tempi duri e delle decisioni difficili da

Si teme un'ondata di cambi di casacca

Sta tramontando un sistema, non un partito o una maggioranza. Le urne diranno se la governabilità verrà garantita, e chi e in che modo guiderà il Paese. Ma non c'è dubbio che avesse ragione Casini quando - alla vigilia della campagna elettorale - confidò come questo sarebbe stato «comunque l'ultimo giro per tutti». «È finita un'epoca», disse il leader centrista: «Una generazione arriva al capolinea».

È «finita un'epoca», ma siccome l'altra deve ancora iniziare, forse (forse) toccherà agli epigoni della Seconda Repubblica gestire la fase di transizione. È chiaro però che - più o meno rapidamente - cambieranno il volto e i volti della politica, che ci sarà un processo di scomposizione e ricomposizione delle forze in campo. E se così stanno le cose, il passaggio sarà traumatico, aprirà profonde faglie nelle coalizioni che si sono presentate alle elezioni, dando corso a vere e proprie transumanze in Parlamento.

Al termine della prossima legislatura, insomma, la geografia del potere non sarà più la stessa, sebbene Bersani sia convinto che il centrosinistra non verrà toccato dal terremoto, «resterà stabile al contrario delle altre coalizioni». Più che una certezza, la sua è una scommessa, avvalorata dalla fragilità degli schieramenti avversi. C'è l'idea che il fronte montiano, «un taxi più che una alleanza» secondo il segretario del Pd, si sbriciolerà, e che una parte dei suoi componenti tornerà verso l'area dei Democratici, da cui è partita.

Certo, un risultato modesto del Professore potrebbe avviare una diaspora per certi versi già iniziata, se già oggi i centristi accusano sottovoce Monti di averli cannibalizzati, e se i montiani denunciano i centristi di far campagna solo per se stessi, elevando a prova un sms diffuso da Cesa, e in cui c'è scritto: «Mobilitiamoci tutti per voto Udc alla Camera». Sembrano scene da un divorzio di un'alleanza che pure si era proposta (e formalmente si propone ancora) di diventare un magnete per attirare pezzi del mondo berlusconiano in uscita dal Pdl.

In effetti anche per il Cavaliere è suonata la campana, e per quanto abbia militarizzato le liste, in caso di sconfitta farebbe fatica a tenere unite le truppe. Se poi Grillo dovesse superarlo nelle urne, il declino potrebbe essere anche brusco oltre che rovinoso, e difficilmente manterrebbe la presa sui propri gruppi parlamentari oltre che sugli alleati. Già ma verso quali lidi si dirigerebbe questa carovana? Perché Alfano - che continua a confidare nel successo - sottolinea come Monti abbia «perso la sua forza attrattiva»: «Non solo la vis del Professore è finita, ma molti di quelli che sono andati con lui si sono già pentiti». E tra le rovine di un centrodestra comunque da ricostruire, stare in una forza del 20% sarebbe ben diverso che migrare verso un accampamento in disarmo, se così andasse davvero il voto.

Le elezioni non si sono ancora tenute e già si discute delle future transumanze, quasi che il terremoto preannunciasse il cambio di era geologica. Ma è possibile che da un simile cataclisma il Pd possa restare immune? C'è un motivo quindi se Alfano punta il dito contro «lo scouting» che Bersani intende fare tra i grillini: «È un inglesismo dietro cui si cela un tentativo di calciomercato per garantirsi i numeri», qualora dovessero vincere. Si tratterebbe di un'«opa ostile» verso M5S, che non è detto abbia successo, oppure sarebbe «il tentativo di applicare nel Parlamento nazionale il metodo Crocetta», il governatore che in Sicilia «è dovuto scendere a patti con i Cinque Stelle per farsi approvare dall'Assemblea regionale il bilancio»: in entrambi i casi, secondo il segretario del Pdl, «è una manifestazione di debolezza».

Sta tramontando un sistema, non un partito o una maggioranza. Quanto difficile sarà il processo, lo fece capire Napolitano a Washington, parlando del suo «ultimo compito» prima di passar la mano. Si prospetta un periodo difficile, fin dall'inizio della legislatura. E i timori di una lunga gestazione per la nascita dell'esecutivo sono vissuti come il minore dei problemi, quasi si volesse esorcizzare il vero rischio, e cioè che i numeri delle future Camere non siano componibili, e che nemmeno la pronosticata alleanza tra Bersani e Monti abbia la maggioranza al Senato.

È un'ipotesi che nel Pd quotano «al dieci percento», e che viene vissuta come un incubo, perché «a quel punto - come spiega un autorevole dirigente democratico - tornare al voto sarebbe un suicidio, ma anche dar vita a una grande coalizione con il Pdl sarebbe un suicidio». Ecco il fantasma che il leader dei democrat vuole scacciare prima delle urne: «Sarà impossibile un accordo con la destra». Commento di Casini: «Consiglierei a Bersani maggior prudenza». E Grillo è lì che aspetta, dentro e fuori il Parlamento.
Francesco Verderami

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