martedì 16 aprile 2013

http://www.stefanoesposito.net/wp-content/legge_elettorale.pdf

lunedì 8 aprile 2013

UNO STATO DA RIFORMARE


Da dopo le elezione siamo sottoposti ad una sinfonia continua ,da parte dei politici e dai giornalisti ,quasi tutti schierati, che propongono riforme di ogni genere e provvedimenti che dovrebbero risolvere i problemi che affliggono il nostro Paese.

Sono tutte argomentazioni includenti e se riusciranno a realizzare un qualche provvedimento non faranno altro che aumentare le pastoie burocratiche con peggioramento dell’iter amministrativo.

L’amministrazione dello stato è arrivato all’insostenibilità della sua organizzazione : economica –amministrativa; politica: giudiziaria, sia civile che penale: nella difesa del territorio e della sicurezza dei cittadini con una sovrapposizione scellerata di centri di gestione. Infine la sanità che ci costa sempre di più con servizi sempre più scadenti.


Per sostenere questa disorganizzazione abbiamo: il numero maggiore di politici che sono i meglio retribuiti ; il più grande numero di burocrati retribuiti come nababbi; il più alto costo del lavoro con la paga più bassa dei dipendenti,esclusi naturalmente i dirigenti; il più alto numero di comuni,provincie e regioni che sovrappongono le loro competenze ,creando ingorghi ,inefficienti e sprechi ;un’organizzazione sanitaria regionale che gareggiano a chi spende di più elargendo pessimi servizi; un sistema pensionistico allucinante con pensioni d’oro ed altre che non assicurano nemmeno un pasto al giorno; organizzazione scolastica dove l’insegnamento è l’ultimo dei problemi ; la tutela del territorio e dei beni artistici è trascurata in modo vergognoso. Tutta l’organizzazione dello stato è deficitaria . Per contro abbiamo la costituzione più bella del mondo con la quale ,l’applicazione settoriale, ha determinato un società disuguale ove il diritto deve essere conteso nelle aule dei tribunali tra montagne di leggi caotiche ed in contrapposizione. In questo paese che è stato la culla del diritto ,oggi tanti si suicidano per sopraffazione del diritto da parte della burocrazia statale.


Fermiamoci !! Qui non è più una questione di politica di governo di una forza o altre ; di provvedimenti a favore per incentivare questo o quell’altro settore!!
Qui è questione di ristrutturare completamente ,in tutte le sue parti l’organizzazione dello Stato. Una organizzazione statale che ha fatto il suo tempo e non è in grado di rispondere alle necessità di una società complessa,dinamica proiettato in un mondo globalizzato con il quale bisogna confrontarsi.

sabato 6 aprile 2013

Francesco Rutelli
VERGOGNA ASSOLUTA IMPERDONABILE: ITALIA ALL'ULTIMO POSTO EUROPEO PER I FINANZIAMENTI PUBBLICI ALLA CULTURA. I dati Eurostat indicano una percentuale dell'1,1% del PIL, rispetto al 2,2% della media europea. Dati che vanno ovviamente bene analizzati; ma ci sono tre punti da sottolineare subito:
1. La tendenza è stata peggiorata durante il governo Berlusconi, con un calo pesante delle risorse - già scarse - assegnate al MIBAC, per le restrizioni applicate da regioni ed enti locali e per il taglio irresponsabile degli incentivi a privati e sponsor. Ma il governo Monti non ha saputo correggere questa tendenza. 2. La desertificazione delle risorse per la tutela del patrimonio e i restauri provocherà la moltiplicazione di situazioni critiche - degrado, danneggiamenti, crolli - causate dalle inadeguate manutenzione e custodia. 3. Questa crisi avrà un'incidenza negativa sul lavoro degli italiani. In termini diretti, perché lo Stato non sarà in grado di assumere le figure tecniche necessarie, neppure in sostituzione di quelle in uscita; con la chiusura di migliaia di piccole imprese operanti nei servizi culturali; con la perdita di centinaia di migliaia di turisti culturali, con gravi conseguenze per il turismo, che assicura oggi - come settore allargato - circa il 10% dell'occupazione a livello nazionale.
Purtroppo, molti nostri politici (e concittadini) considerano la cultura come "qualcosa che non dà da mangiare"; o, tutt'al più, come il companatico. Questa posizione è essa stessa frutto di una incultura demenziale. La cultura è pane della storia, dell'identità e del futuro dell'Italia.
Mi piace ·

giovedì 28 marzo 2013

Francesco Rutelli
UE: RUTELLI INCONTRA VERHOFSTADT (ALDE), RIVEDERE MECCANISMI

(ANSA) - ROMA, 27 MAR - ''L'Europa non e' colpevole della crisi economica, semmai e' la vittima delle pretese di alcune nazioni che vogliono i vantaggi e non le responsabilita' della storica sfida che deve unire 500 milioni di europei. L'Europa va cambiata profondamente nei suoi meccanismi, nella sua trasparenza e, soprattutto, nei progetti che migliorino la vita dei cittadini''. E' il commento di Francesco Rutelli, Copresidente del PDE a conclusione dell'incontro con Guy Verhofstadt, Presidente del gruppo ALDE al Parlamento Europeo, svolto insieme a Guido Improta, sottosegretario allo sviluppo economico e Franco Bruno, deputato di Alleanza per l'Italia. Come e' noto il PDE, di cui fa parte ApI, e' cofondatore del Gruppo Liberal-democratico a Strasburgo, la terza forza del Parlamento Europeo. ''Salvare la prospettiva europea - commentano Rutelli, Improta e Bruno in una nota congiunta - anche in vista delle elezioni del 2014, con un radicale rilancio dell'integrazione politica ed economica e' interesse dell'Italia e degli italiani. E' anche l'unica maniera per imboccare la strada dell'Europa del XXI secolo: finalmente gli Stati Uniti d'Europa. Non e' piu' sufficiente rievocare i successi storici dell'Europa, si tratta di sconfiggere il populismo con innovazioni profonde che siano condivise dai popoli europei'', concludono. Durante l'incontro tra la delegazione ApI e la delegazione del Gruppo dei Liberal Democratici europei si sono anche gettate le basi per iniziative pubbliche in programma nei prossimi mesi tra Roma e Bruxelles. (ANSA).

martedì 19 marzo 2013


Euro, arriva la conferma dell’UE: ci hanno sempre truffato

13 martedì mar 2012

Pubblicato da aurita1 in Banche, Daneistocrazia, Governo, Monti, Politica, Signoraggio, Usura

≈ 403 commenti

Tag

articolo 117, auriti, banca centrale europea, bce, bcn, borghezio, draghi, euro, Europea, eurosistema, interrogazione, maastricht, mario borghezio, monti, Scurria, Signoraggio, stati membri, trattato, truffa, Unione, usura

di Francesco Filini

Finalmente arriva la risposta all’interrogazione presentata dall’Europarlamentare Marco Scurria sulla natura giuridica dell’€uro, e finalmente arriva la conferma: ci stanno truffando. Ci hanno sempre truffati. Ma andiamo per ordine.

Marco Scurria aveva chiesto chiarimenti sulla risposta data dalla commissione europea alla prima interrogazione sulla proprietà giuridica dell’euro presentata dall’On. Mario Borghezio, nella quale si affermava che nella fase dell’emissione le banconote appartengono all’Eurosistema, mentre nella fase della circolazione appartengono al titolare del conto sulle quali vengono addebitate. Attenzione perchè le parole negli atti ufficiali e nel linguaggio tecno-eurocratico vanno soppesate per bene. Quindi il commissario Olli Rehn rispondeva a Borghezio che la proprietà delle banconote cartacee (dove troviamo ben impressa in ogni lingua dell’Unione la sigla della Banca Centrale Europea) è dell’EUROSISTEMA. Ma cos’è quest’Eurosistema?
“L’Eurosistema è composto dalla BCE e dalle BCN dei paesi che hanno introdotto la moneta unica. L’Eurosistema e il SEBC coesisteranno fintanto che vi saranno Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro.” Questa è la definizione che si legge sul sito ufficiale della BCE. Quindi le Banche centrali nazionali stampano le banconote e si appropriano del loro valore nominale (ad Es. se stampare un biglietto da 100 ha un costo fisico per chi lo conia di 0,20 centesimi – valore intrinseco – le BCN si appropriano anche del valore riportato sul biglietto stampato). E l’On Scurria chiedeva quali fossero le basi giuridiche su cui poggiava l’affermazione del Commissario Olli Rehn:

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000302/2012
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Marco Scurria (PPE)

Oggetto: Natura giuridica della proprietà dell’euro

In risposta ad un’interrogazione scritta sul medesimo tema presentata dall’on. Borghezio fornita il 16 giugno 2011, la Commissione informa il collega che “al momento dell’emissione, le banconote in euro appartengono all’Eurosistema e che, una volta emesse, sia le banconote che le monete in euro appartengono al titolare del conto su cui sono addebitate in conseguenza”.
Può la Commissione chiarire quale sia la base giuridica su cui si basa questa affermazione?

Nei tempi stabiliti dal Parlamento Europeo arriva la risposta:

IT
E-000302/2012
Risposta di Olli Rehn
a nome della Commissione
(12.3.2012)

L’articolo 128 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea costituisce la base giuridica per la disciplina dell’emissione di banconote e monete in euro da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali). La proprietà delle banconote e delle monete in euro dopo l’emissione da parte dell’Eurosistema è disciplinata dalla legislazione nazionale vigente al momento del trasferimento delle banconote e monete al nuovo proprietario, ossia al momento dell’addebito del conto corrente bancario o dello scambio delle banconote o monete.

Olli Rehn non fa altro che ribadire che dopo l’emissione, ossia dopo la creazione fisica delle banconote o più verosimilmente dell’apparizione in video delle cifre sui terminali dell’Eurosistema (totalmente a costo zero, se si esclude l’energia elettrica che mantiene accesi i computers…) la proprietà dei valori nominali appartiene al nuovo proprietario, ovvero a chi ha accettato l’addebito, a chi ha accettato di indebitarsi. Non solo. Olli Rehn, per giustificare l’affermazione secondo la quale rispondeva a Borghezio che l’Euro appartiene nella fase dell’emissione all’Eurosistema, cita l’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, dove nel comma 1 si legge:

La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.

E’ chiarissimo. Non c’è scritto da nessuna parte che la proprietà giuridica dell’euro emesso appartiene alla BCE o alle BCN. C’è soltanto scritto che la BCE può autorizzare l’emissione di euro a se stessa e alle BCN, dovendo controllare l’inflazione nella zona euro, così come stabilito dal Trattato di Maastricht. Ribadisce che solo l’Eurosistema può stampare le banconote o creare elettronicamente i valori nominali. Ma nessun riferimento giuridico, nessun trattato, nessuna legge, nessuna deliberazione, niente di niente ci dice che l’Eurosistema ha la facoltà di addebitare la moneta. E’ evidente che si appropria di questo grande ed esclusivo privilegio.
Ciò che diceva il prof. Giacinto Auriti trova finalmente conferma in un atto ufficiale della Commissione Europea: le Banche Centrali si appropriano del valore della moneta perchè emettono solo addebitando, prestando, e il prestare è una qualità esclusiva del proprietario. Auriti chiamava questo meccanismo la truffa del signoraggio, parola sulla quale oggi si fa volutamente grande confusione, essendo per la massa direttamente associabile alla farfallina di Sara Tommasi e a qualche improbabile personaggio del mondo della politica che fa avanspettacolo che le si accompagna.

Non a caso l’indomito professore dell’Università di Teramo aveva denunciato la Banca d’Italia (organismo privato in mano per il 94% a banche commerciali e fondazioni bancarie) per truffa, associazione a delinquere, usura, falso in bilancio e istigazione al suicidio (grave piaga dei tempi nostri). Infatti la moneta, essendo il mezzo di scambio con il quale i cittadini riescono ad interagire tra loro dando vita al mercato, ovvero riuscendo a scambiarsi reciprocamente beni e servizi prodotti grazie al loro lavoro, deve appartenere esclusivamente a chi lavora, ovvero al popolo. Chi si appropria indebitamente del valore della moneta non fa altro che sfruttare il lavoro del popolo, lucrare sulle fatiche e sulla produzione altrui chiedendo che gli vengano pagati gli interessi sul prestito erogato. Questa è la gigantesca distorsione del nostro tempo, questa è la Grande Usura. E sotto il giogo di questa malefica piaga, sono finiti tutti i popoli d’europa che oggi pagano sulla propria pelle una crisi sistemica e indotta, figlia di un paradigma che dal 1694 (anno di costituzione della prima Banca Centrale, la Bank of England) si è imposto sulla vita dell’uomo.

Il meccanismo dell’indebitamento degli Stati da parte di organismi privati quali sono le Banche Centrali Nazionali è presente quasi ovunque. La Federal Reserve conia negli USA il dollaro, la Bank of England conia nel Regno Unito la Sterlina, la BCE conia l’Euro. Ma per quanto ci riguarda, esiste un’abissale differenza, che rende il sistema ancora più perverso: gli Stati dell’Unione non possono ricevere il credito direttamente dalla BCE (cosa che invece accade in modo diretto e subordinato negli altri paesi, ed Es. negli USA dove il Congresso ordina di stampare e la FED esegue) ma devono finanziarsi sul mercato, la parolina magica con cui ci prendono per i fondelli. In poche parole funziona così: la BCE crea denaro a suo piacimento, lo da in prestito alle banche commerciali (Draghi ha recentemente creato circa 1000 miliardi di euro prestandoli all’1%) e queste possono decidere se acquistare o meno i cosiddetti BOND, i titoli del debito (con tassi che vanno dal 5 al 7%). Non è possibile, quindi, per i paesi della UE attuare una propria politica monetaria, pur volendo accettare il meccanismo dell’indebitamento pubblico.

Tutto è nelle mani della Grande Usura. I signori della Goldman Sachs, banca d’affari targata USA, siedono vertici delle grandi istituzioni bancarie, Mario Draghi ne è l’emblema. Ora hanno deciso di gestire direttamente anche le Istituzioni politiche, Mario Monti e Papademos sono i primi alfieri al servizio della Goldman.
La politica è messa sempre più all’angolo, ostaggio del sistema finanziario che controlla partiti, sindacati e mondo dell’informazione.

L’unica soluzione che abbiamo è quella di informare il più possibile. Questi meccanismi perversi devono essere conosciuti da tutti, nonostante il boicottaggio del sistema dell’informazione del regime usurocratico. Lo sforzo deve essere titanico, la volontà e la determinazione non devono piegarsi di fronte a niente.

A tutti noi un in bocca al lupo.

English version
About these ads

Archivio blog