martedì 15 marzo 2011

RIFLESSIONI SULLE CENTRALI NUCLEARI

Nucleare: la Merkel chiude 2 centrali ''anziane'' Il Giappone spaventa l'Europa. La Prestigiacomo: "Il programma non cambia". La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha deciso - dopo Fukushima - di chiudere gli impianti nucleari più vecchi, che erano rimasti aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali. Invece chiuderanno subito. Lo ha annunciato la Merkel riferendosi a due centrali, che si trovano in Assia e nel Baden-Wuettemberg. La Germania inoltre sospenderà per 3 mesi la decisione del previsto prolungamento della vita dei 17 impianti nucleari tedeschi alla luce del disastro di Fukushima, in Giappone. Frena anche la Svizzera, l'Italia no Il Giappone accende il dibattito sulla sicurezza dell'energia nucleare. In Europa frenano Germania e Svizzera, mentre l'Italia - ha chiarito il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo - andrà avanti come previsto. "La linea italiana rispetto al programma nucleare non cambia": ha detto il ministro a Bruxelles. Eppure sono già molti i paesi che stanno rivedendo i loro piani. Germania: chiudono le centrali più vecchie E la Germania è tra questi. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato che chiuderanno subito gli impianti nucleari tedeschi più vecchi, e cioè i due siti che si trovano in Assia e nel Baden-Wuettemberg e che attualmente sono rimasti aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali. Ma non finisce qui. Il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha riferito che la decisione del governo di Berlino, assunta lo scorso settembre, di prolungare mediamente di 12 anni la vita delle vecchie centrali atomiche, potrebbe ora essere rivista. "La moratoria durerà tre mesi": ha spiegato la Merkel. "Dopo la moratoria la situazione sarà analizzata in modo diverso e più attento". La Svizzera sospende le procedure per i nuovi impianti Prima di Berlino, era stata la Svizzera a muoversi. Il ministro dell'ambiente Doris Leuthard ha annunciato la sospensione delle procedure relative alle domande di autorizzazione per le nuove centrali nucleari. Una decisione - ha poi precisato - che resterà tale finchè non sarà stata fatta un'analisi approfondita degli standard di sicurezza. La Prestigiacomo: "Avvoltoi" Il dibattito arriva naturalmente anche in Italia, ma il governo non cede di un millimetro. “Avvoltoi”: ha chiamato il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo quelli che in queste ore hanno tirato in ballo la polemica sul ritorno al nucleare in Italia. Una polemica “macabra, strumentale e di pessimo gusto”, perché piega ai propri fini la tragedia giapponese. Ma dopo i fatti di Fukushima, con i reattori di una centrale energetica che esplodono in uno dei paesi più sicuri al mondo, è inevitabile, il dibattito si riapre. E si fa accesissimo, in vista del referendum di giugno. Ue in allerta: domani la riunione Se molti guardano alla Svizzera, che ha deciso lo stop al piano di rinnovo delle centrali nucleari nel paese, c’è da dire che anche l’Europa non starà ferma. Per oggi è atteso il vertice dei ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea, e per domani è in calendario una riunione straordinaria delle autorità nucleari e industriali europee per discutere i rischi degli impianti di produzione nel continente. Nessun dietro front Ma in Italia le posizioni ufficiali non fanno pensare a un dietro front, anzi. Dopo le parole della Prestigiacomo: “gli impianti nucleari di Fukushima sono costruiti con una tecnologia di 50 anni fa, molto diversa dalle centrali di terza generazione che saranno realizzate nel nostro paese”, anche il ministro degli Esteri Franco Frattini non mette in discussione i piani italiani: “Il Giappone ha rischio sismico elevatissimo e centrali non dell'ultima generazione, e che malgrado un sisma di 9 gradi non sono esplose. L'Italia non è paragonabile al Giappone per intensità sismica, e nessuno ha mai immaginato di fare una centrale nucleare in Italia in zona sismica”. “Serve energia pulita” Frattini, anzi, ha alzato il tiro sulla necessità per l’Italia di produrre energia atomica: “Tutti si strappano i capelli quando succede un incidente. Noi dobbiamo pensare a che cosa succederà se non ci attrezziamo con un'energia di ultima generazione nucleare e quindi di energia pulita”. Rutelli cambia idea Ma dalle opposizioni insorgono. Dopo Di Pietro, il primo a sollevare i dubbi sull’opportunità di investire miliardi di euro in energia nucleare, i Verdi, che parlano di “follia atomica”, anche il Pd si schiera: “Siamo, stati siamo e saremo contro il piano nucleare del governo”, ha detto il leader Pierluigi Bersani. Mentre il segretario di Alleanza per l’Italia Francesco Rutelli solleva dei dubbi: “Alla luce di quanto sta accadendo in Giappone, un punto interrogativo enorme si proietta sul programma nucleare italiano”. Fini: “non farsi prendere da onda emotiva” Chi resta pro nucleare sono invece Udc (Casini ha dichiarato: “resto favorevole”) e Futuro e libertà. In un’intervista a SkyTg24 Gianfranco Fini ha invitato a non agire “sull’onda dell’emozione, dicendo che il problema della sicurezza nucleare “va al di là dei confini nazionali”. “Ci sono centrali in Slovenia e in Francia e se lì ci fossero dei disastri colpirebbero anche noi”, ha aggiunto, concludendo: In Italia si parla di centrali nucleari di ultimissima generazione”. Presto il referendum Ma il referendum sarà a giugno. E gli ultimi fatti giocano a favore di chi non vuole le centrali italiane. Alle ultime voci si è aggiunta anche la Cgil. “La Cgil non condivide il piano presentato dal governo”, ha detto la leader del sindacato Susanna Camusso. Legambiente, nel frattempo, prepara la campagna. Il Codacons: "L'Italia faccia dietro front" Dopo la catastrofe che ha il colpito il Giappone, il Codacons si unisce al coro di quanti in Italia chiedono un passo indietro sul nucleare. “Alla luce degli ultimi avvenimenti, il programma nucleare italiano va bloccato – afferma il presidente Carlo Rienzi – e deve essere aperta una seria e approfondita riflessione sulle centrali di 'quarta generazione', in grado di offrire maggiori garanzie di sicurezza sia per i cittadini che per l’ambiente”. “Il nucleare di terza generazione - chiarisce l'associazione dei consumatori - rappresenta un ritorno al passato e una rinuncia alle innovazioni riconosciute a livello mondiale. I reattori di 'quarta generazione', invece, e i progetti dei relativi prototipi (che hanno ottenuto tutte le certificazioni necessarie della Iaez) rappresentano il 'nucleare pulito' che consentirebbe nei prossimi 20 anni di costruire reattori commerciali con un più elevato livello di sicurezza, bassa tossicità e breve tempo di decadimento, maggiore protezione contro rischi di proliferazione di armamenti nucleari e attentati ed elevata economicità”. Dopo la tragedia del Giappone – conclude il Codacons - Ministero dello sviluppo e Agenzia per la sicurezza nucleare devono sospendere il programma nucleare e aprire un serio dibattito sulle centrali di nuova generazione. Ultimo aggiornamento: 15/03/11

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