Non può sfuggire all’attento osservatore la situazione di
disagio che caratterizza la sezione Piemontese di Alleanza per l’Italia. Ad una
analisi superficiale si può perfino avere l’impressione della
smobilitazione. Non
è così, non deve essere così, tutti noi dobbiamo fare in modo che non sia così,
perché nella
sopravivenza di API c’è molto del futuro politico del nostro Paese.
Iniziamo col dire che API prima di essere un
Partito è un Progetto, i suoi fondatori non sono animati da manie di
protagonismo tant’è che ancora oggi, a 18 mesi dalla sua nascita il Partito si
regge su figure, anche di altissimo prestigio quali Rutelli e Tabacci, che amano
definirsi leader provvisori. Anche il Piemonte non sfugge a questa regola e il
Segretario Vernetti unitamente a tutti i componenti del Direttivo sono
assolutamente “Provvisori” e attendono la legittimazione di un Congresso.
Questo per dire che API è un cantiere che ha
per obiettivo un Progetto: costruire il Centro Politico Moderato del Paese e
scardinare il Bipolarismo.
La scelta della strada da percorrere per conseguire
l’obiettivo è una prerogativa della leadership e non è sempre detto che debba
essere condivisa; io stesso in più occasioni ho manifestato il mio dissenso in
merito alle decisioni prese da Gianni Vernetti ma resta in entrambi la
consapevolezza dell’obiettivo che vogliamo raggiungere.
Recentemente, in Piemonte, il Partito ha subito
l’abbandono da parte della sua componente cattolica che è confluita nell’UDC
ritenendola la sua casa naturale.
Con l’uscita dal Partito di Calgaro, Borgione, Olmeo e
molti altri, quella che era una composizione equilibrata si è modificata
radicalmente facendo prevalere all’interno di API Piemonte la componente Laica e
Liberale e lasciando i soli Francesco Gianattasio, Giulio Giunti
e il sottoscritto a rappresentare, all’interno del Direttivo
regionale, un area cattolica ormai fortemente minoritaria.
Anche la politica del Partito in Piemonte è parsa virare
in direzione di quelli che furono i dettami del vecchio PLI (di cui sembra quasi
che API sia divenuto una succursale),
alcuni dei quali assolutamente condivisibili ma in maggioranza lontani da
quello che è il mio modo di intendere la politica. API doveva essere
il nuovo ma in Piemonte sembra diventata la riedizione del Vecchio, un vecchio
glorioso ma sempre "Vecchio".
Resta tuttavia la condivisione dell’obiettivo e questa mi
fa accettare anche la posizione minoritaria che sto vivendo oggi anzi, mi
stimola ad essere ancor più combattivo per riaffermare le mie idee.
API è fondamentale per la realizzazione di un
nuovo Centro Moderato. Non si faccia l’errore di considerare le componenti che
ne condividono il Progetto come la stessa cosa perché non lo sono
affatto.
L’UDC rappresenta da sempre una posizione utilitaristica
ed è comunque espressione di forti interessi privati inoltre, ha un elettorato
che storicamente strizza l’occhio alla destra.
FLI, della destra era fino a poco fa una delle componenti
fondamentali e si considera tuttora un partito di destra, sia pur su posizioni
assolutamente più moderate.
Paradossalmente, possiamo dire che UDC e FLI si rivolgono
allo stesso elettorato con una predilezione per l’area cristiana da parte dei
primi. Insomma: sono in competizione tra loro.
API rappresenta indubbiamente, sul piano dei
numeri, l’anello più debole della coalizione ma è l’unica componente ad avere
uno spirito riformatore e progressista, con un elettorato che, non solo guarda a
sinistra ma è da considerarsi il vero ed unico Centro Sinistra rimasto nel
Paese.
Le potenzialità di API sono enormi anche se la sua
organizzazione, ancora cantieristica e sommaria, è lasciata alla buona volontà
dei singoli. Proprio questa caratteristica rappresenta però una grande
opportunità per chi voglia avvicinarsi alla politica, per tutti coloro che
vogliono proporre le proprie idee e diventare protagonisti.
Invito tutti coloro che si riconoscono negli ideali del
vero Centro Sinistra a congiungersi a noi in API Piemonte e partecipare ai
lavori di un piccolo Partito che ha grandi ideali ed è la casa ideale per
iniziare o continuare un impegno politico scoraggiato dagli atteggiamenti di una
Sinistra deprimente.
L’attuale provvisorietà delle posizioni di leadership in
seno ad API Piemonte è una ulteriore garanzia della possibilità di tutti coloro
che ci raggiungeranno di far valere le proprie opinioni e veder riconosciuti i
propri meriti ed il proprio impegno.
Vi aspettiamo numerosi e personalmente auspico che ancor
più numerosi siano i Cattolici che ci permettano di tornare ad avere il giusto
equilibrio all’interno del nostro Partito.
Grato per l'attenzione
Marco Corrini
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