lunedì 6 febbraio 2012

La Camera,
premesso che:
i recenti dati resi noti dalla Guardia di finanza sul recupero dell'evasione fiscale fotografano un quadro allarmante: nel 2011 sono stati scoperti redditi non dichiarati per oltre 50 miliardi di euro e imposta sul valore aggiunto evasa per oltre 8 miliardi di euro, mentre 7.500 è il numero degli evasori totali scoperti nell'anno 2011;
nello specifico, dai dati risulta che nelle indagini sulle frodi e i reati fiscali sono stati denunciati 12 mila soggetti perlopiù per aver utilizzato o emesso fatture false (1.981 violazioni), per non aver versato l'imposta sul valore aggiunto (402 casi), per aver omesso la dichiarazione dei redditi (2 mila violazioni), o per aver distrutto o nascosto la contabilità (oltre 2 mila casi). Sono stati oltre 902 milioni gli euro sequestrati immediatamente ai responsabili dei reati fiscali. Con riferimento all'evasione fiscale internazionale i redditi non dichiarati, messi in luce dalla Guardia di finanza, sono pari a circa 11 miliardi di euro nel 2011. Le indagini si sono concentrate, in particolare, sui trasferimenti «di comodo» delle residenze di persone e società nei paradisi fiscali e sullo spostamento all'estero di capitali per non pagare le tasse in Italia;
è evidente che l'evasione fiscale determina effetti devastanti sull'economia di un Paese come l'Italia e rappresenta un ostacolo nel cammino verso il risanamento e lo sviluppo, una vera e propria piaga che le stime attestano ormai sui 120 miliardi di euro;
per troppo tempo le norme tributarie di difficile interpretazione hanno agevolato fenomeni elusivi e incrementato il contenzioso; le politiche, che nel corso degli anni hanno sostenuto l'adozione di condoni e scudi fiscali, hanno inferto un duro colpo all'attività di contrasto all'evasione, regolarizzando la posizione di quanti, fino a quel momento, avevano agito nell'illegalità;
le iniziative intraprese con l'ultima manovra economica, il decreto-legge n. 201 del 2011, forniscono strumenti essenziali nella lotta al fenomeno dell'evasione: tra questi vi è l'obbligo, per gli operatori finanziari, di comunicare all'anagrafe tributaria le movimentazioni che hanno riguardato ogni utente ed ogni informazione utile ai fini dei controlli fiscali e la limitazione della soglia legale di utilizzo del contante, al fine di garantirne la tracciabilità, che si aggiungono agli altri strumenti a disposizione dello Stato per combattere l'evasione, quali il redditometro e studi di settore sempre più analitici;
una priorità, tuttavia, come emerso anche dal rapporto realizzato dal gruppo di lavoro guidato dal presidente dell'Istat Giovannini sull'evasione fiscale e l'economia sommersa, è rappresentata dall'esigenza di quantificare il fenomeno dell'evasione e di poter disporre di dati ufficiali e trasparenti;
la stima precisa del fenomeno, basata su modelli utilizzati anche all'estero, quali, ad esempio, il tax gap, cioè la differenza tra quello che dovrebbe essere il gettito e quello che in realtà è, se pubblicata annualmente, consente di verificare i progressi ottenuti nella lotta all'evasione ed eventualmente valutare l'efficacia delle azioni condotte;
in tal modo, parte dell'evasione recuperata potrebbe essere utilizzata per consentire la riduzione delle aliquote fiscali;
i controlli e le indagini bancarie sono strumenti efficaci nelle differenti azioni di contrasto all'evasione, ma appaiono tuttavia non ancora del tutto sufficienti;
l'evasione sottrae le risorse per le politiche sociali e la collettività, impedisce  il corretto funzionamento del mercato e della concorrenza ed è all'origine dell'economia sommersa,
impegna il Governo:
a realizzare annualmente una stima effettiva ed ufficiale della portata del fenomeno dell'evasione attraverso la verifica della misura delle imposte dovute e non pagate, sia complessivamente che per singolo tributo, al fine di valutare i progressi e l'efficacia degli strumenti di contrasto all'evasione rispetto all'anno precedente;
a prevedere iniziative di semplificazione della normativa tributaria al fine di garantire maggiore trasparenza e chiarezza nell'interpretazione ed evitare, in questo modo, fenomeni elusivi e di aggiramento di norme;   ad adottare iniziative finalizzate a garantire certezza del diritto e rapidità del giudizio nel contenzioso tributario;
ad adottare iniziative per predisporre l'ulteriore progressiva riduzione del limite di utilizzo del contante;   a promuovere una revisione della normativa in tema di sanzioni amministrative e penali per i reati connessi al fenomeno dell'evasione;
ad adottare iniziative per rafforzare il ruolo della Guardia di finanza e la sua azione di contrasto all'evasione e per garantirne un migliore coordinamento con l'Agenzia delle entrate.
(1-00845)   «Pisicchio, Fabbri, Lanzillotta, Mosella, Tabacci, Brugger».

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