mercoledì 9 giugno 2010

SOCIALDEMOCRAZIA E RIFORMISMO

di Paolo Corvarola

Anche il Riformismo, connesso con l'evoluzione socialdemocratica del pensiero socialista, è componente importante del bagaglio ideologico di ALLEANZA PER L'ITALIA. Chi scrive, per esempio, si riconosce in questa corrente.
A partire dagli anni Quaranta dell'Ottocento, si sviluppa in Francia una prima frangia di pensiero democratico-sociale, con istanze di riforma politica e sociale sostenute da spiriti democratici, di matrice borghese, e solo in un secondo momento tali istanze sarebbero state fatte proprie dal movimento operaio. Qualche lustro dopo, questa corrente emersa dall'iniziale socialismo utopico di inizio secolo, fece i conti con il socialismo scientifico di KARL MARX.
Il confronto con il marxismo indirizza le due forme di pensiero allo scontro più che all'accordo.
I socialdemocratici vogliono da subito portare avanti gli ideali del Socialismo in un contesto democratico, e ritengono che la transizione verso la società socialista debba essere attuata gradualmente, con un processo a tappe, avvalendosi di mezzi democratici, come il suffragio universale, e non con una svolta rivoluzionaria.
La base ideologica del pensiero riformista fa riferimento ai due teorici tedeschi della seconda metà del diciannovesimo secolo Eduard Bernstein e Karl Kautsky, entrambi formati dal marxismo e successivamente "eretici" rispetto al dogma marxista. Bernstein, in particolare, nell'opera I PRESUPPOSTI DEL SOCIALISMO E I COMPITI DELLA SOCIALDEMOCRAZIA, 1899, rivede il marxismo, identificandosi nelle politiche dello Stato sociale e accettando la democrazia parlamentare. Non discute il mercato capitalistico, chiede un intervento regolatore dello Stato e redistribuzione del reddito in senso egualitario, volendo incrementare il processo egualitario con il suffragio universale, la scuola pubblica consistente e aperta soprattutto ai ceti inferiori e una progressività nelle imposte. Bernstein mette in soffitta la radice rivoluzionaria e operaia del marxismo, aprendosi anche alla rappresentanza dei ceti medi.
Kautsky adotta il Programma Minimo (o minimalismo) contrapposto al Programma Massimo (o Massimalismo), riformismo contro sbocco rivoluzionario, pur ponendo al termine del percorso la necessità della società socialista.
Intanto, sorgono i primi Partiti Socialisti. Il primo, anni Settanta dell'Ottocento, è quello tedesco, seguito dal francese. In Italia il PSI vede la luce nel 1892. Partito legalitario, in antitesi al sovversivismo delle correnti anarchiche. Nel 1889 si era creata la Seconda Internazionale, vera e propria Internazionale Socialdemocratica, che crollerà nel 1914, quando l'approvazione delle condizioni di guerra da parte dei socialisti tedeschi, spacca l'Internazionale in riformisti, considerati traditori dell'internazionalismo antibellicista proletario e massimalisti, pronti a cogliere l'occasione per una svolta rivoluzionaria. Essa arriverà nel 1917, con la Rivoluzione Bolscevica. Da allora, i rivoluzionari marxisti presero il nome di Comunisti.
Nel secondo Dopoguerra la maggioranza dei partiti socialdemocratici, fra il 1945 e gli anni Ottanta, abbandonò definitivamente ogni proposta di superamento del capitalismo, sostenendo riforme sociali all'interno delle istituzioni liberal - democratiche. Il suggello di questo si è avuto col celebre congresso della SPD a BAD GODERSBERG nel 1959.
E' emersa con gli anni Ottanta la cd. TERZA VIA, una politica riformista moderata volta a corrispondere meglio alle esigenze delle moderne società democratiche. Si è incentrato l'interesse sui servizi pubblici, sui diritti umani e sulle richieste di sviluppo, tagliando la tassazione e deregolamentando il campo industriale per favorire gli investimenti. Si richiedono soprattutto sanità e istruzione pubbliche, di abbandonare la nazionalizzazione, cavallo di battaglia dell'antico Socialismo e del Comunismo, e di avviare una privatizzazione, totale o parziale, di aziende e servizi di proprietà dello Stato.
Ma nell'orizzonte di tale Terza Via non si può prescindere dai principii di LIBERTA', EQUITA', GIUSTIZIA SOCIALE e SOLIDARIETA'.
Ora l'Internazionale Socialista, di cui fa parte il Partito Democratico Italiano, va verso uno schieramento progressista che integri sempre più le frange di sinistra del liberalismo (liberalismo sociale) e del cristianesimo democratico (cristianesimo sociale)
Questo apporto è uno dei patrimoni ineliminabili della nostra ALLEANZA PER L'ITALIA.

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