mercoledì 7 settembre 2011


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Intervista

Ristorto: “a volte mi sento un po’ come Fini”

Le aspettative per la convention di Mirabello, le alleanze provinciali, il bisogno di una politica nuova. Il coordinatore provinciale di Futuro e Libertà racconta la crescita del partito sul territorio, aspettando il 2012
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“Quando, l’anno scorso, ho visto Fini puntare il dito, e con uno scatto d’orgoglio uscire dal Pdl, mi sono immediatamente identificato in lui, forse anche perché avevo vissuto, l’anno prima ad Acqui Terme, un’esperienza molto simile”. Daniele Ristorto (nella foto), coordinatore provinciale di Futuro e Libertà, accompagnato dal segretario giovanile del partito Antonello Zito, ci racconta a che punto è la costruzione del terzo polo sul nostro territorio, e come intende muoversi in vista delle elezioni amministrative di Alessandria, Acqui Terme e Serravalle.

Ristorto, partiamo dallo scenario nazionale: Futuro e Libertà nacque col botto, e come scatto d’orgoglio. Ma oggi? State aspettando che Fini fra qualche giorno da Mirabello vi indichi la strada?
Certamente è stato un anno duro, non solo per Fli, ma per il Paese. E certamente tra noi c’è grande attesa per la convention nazionale autunnale in corso di svolgimento, e per l’intervento di chiusura del presidente Fini, che ci sarà l’11 settembre. Anche perché in questo momento l’Italia ha davvero bisogno di uno scatto di reni, considerato come siamo messi..

Intanto però in provincia di Alessandria Fli c’è…quanti circoli avete?
Siamo ramificati ormai su tutto il territorio, grazie ad un importante lavoro di volontariato svolto in questi mesi dai militanti, ossia da noi tutti. Abbiamo due circoli ad Alessandria, 1 a Casale Monferrato che sta crescendo rapidamente, uno ad Acqui Terme, uno a Novi Ligure e 1 a Tortona. Consideri che siamo nati soltanto lo scorso febbraio, come partito nazionale, per cui questo è per noi un risultato notevole. Non solo: al primo congresso provinciale, che abbiamo tenuto a fine luglio ad Alessandria, ho percepito entusiasmo e determinazione da parte dei militanti: si va avanti, come dice Gianfranco Fini, e si avanti per cambiare davvero l’Italia.

Ma alleati con chi? Ad Alessandria, ad esempio, il vostro candidato sindaco per il 2012 sarà Barosini?
Gianni è una persona di valore, e qualche nostro militante, sia pur a titolo personale, ha già dichiarato che lo appoggeremo. E’ un po’ presto, perché prima deve naturalmente esserci una fase di confronto tra noi, e con Barosini, che ha già in effetti ufficializzato la propria candidatura. Posso dire che Futuro e Libertà crede nel terzo polo, e intende esserne parte essenziale. E che sia ad Alessandria, che ad Acqui e Serravalle dobbiamo presentare candidature forti e autorevoli.

Per poi appoggiare il centro sinistra al secondo turno?
Questo davvero è tutto da vedere. Noi facciamo la nostra corsa, e il nostro primo obiettivo è vincere, o comunque andare ai ballottaggi. Se non succederà, valuteremo.

Chi è il vostro militante medio? Ci sono, in particolare, dei ragazzi che stanno guardando a Futuro e Libertà? A questa domanda facciamo rispondere direttamente Antonello Zito, casalese, coordinatore dei giovani di Fli.
Le faccio il mio caso: sono un ragazzo di destra, che ha lasciato Alleanza Nazionale quando fu inglobata nel Pdl. Meglio ateo che nella chiesa sbagliata, pensai. Ho continuato, con alcuni miei coetanei, a seguire la politica, e quando un anno fa Fini ha operato lo strappo ho sentito che era il momento di provarci. Ragazzi che vorrebbe cambiare le cose ce ne sono, eccome. Anche se spesso si sentono soli, e impotenti. Io sono un lavoratore precario, come tanti miei coetanei: e ora ho deciso di riprendere anche gli studi, con tutto il peso che avrà fare lo studente lavoratore, e occuparmi anche di politica.

Torniamo al coordinatore Ristorto, e parliamo del suo percorso: lei da dove arriva?
Io ho 43 anni e sono di Acqui, e lì ho sviluppato un lungo percorso come amministratore pubblico. Consigliere comunale dal 1993 con la Lega Nord dell’epoca di Dino Bosio, per intenderci. Poi assessore dal 2001 fino al 2009, prima con lo stesso Bosio e poi con Rapetti. Mi sono occupato di concertazione economica, di sociale, di lavori pubblici e di ambiente. Insomma ho avuto modo di capire come funziona il meccanismo della gestione di un Comune.

Poi qualcosa si è rotto?
Esatto. Diciamo che dal 2007 in poi ho cominciato a sentirmi a disagio in un esecutivo sempre più schiacciato sulle posizioni del Pdl. Il sindaco Rapetti fece le sue scelte, e io gli manifestai via via il mio dissenso. All’inizio del 2009 decisi di presentare una mia lista civica per la presidenza della Provincia, e Rapetti mi tolse le deleghe di assessore. Un salto nel buio, se vogliamo. Ma ci credevo, e soprattutto non avevo più ragioni per rimanere dov’ero.

Un po’ come Fini, insomma…
Non voglio esagerare, per carità. Ma nel mio piccolo mi sono buttato, e ho avuto anche un risultato non disprezzabile, appoggiando poi al secondo turno l’attuale presidente Filippi.

E oggi fa parte dello staff dell’amministrazione di Palazzo Ghilini, dico bene?
Sì, con un contratto a tempo determinato, come segretario dell’assessore Massa.

E di Palazzo Rosso, che sta dall’altra parte della piazza, che idea si è fatto?
Se penso al risultato clamoroso ottenuto dal sindaco Fabbio alle urne 4 anni fa, e al clima che c’è oggi in città, mi sembra passato un secolo. Non entro nel merito delle singole vicende, ma insomma c’è davvero da riflettere su tante questioni, e credo che gli alessandrini abbiano una gran voglia di aria nuova. Noi speriamo, francamente, di contribuire a portarla.
7/09/2011

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