domenica 23 ottobre 2011

LECCE - “Il vento sta cambiando”: non è un preannuncio climatico, ma la ferma convinzione che si eleva dal palco di Piazza Libertini, a Lecce, per bocca del presidente della Camera, Gianfranco Fini, nell’appuntamento pomeridiano con la convention del Terzo Polo dal titolo “Riparte il Sud, cresce l’Italia”. Il vento è quello della politica che dal Meridione soffia per spazzare via lo stallo di una nazione, ritenuta sempre più allo sbando, perché retta da un governo che ha smarrito il contatto con la realtà e che è incapace di dare le risposte necessarie alla crisi.

Le parole del fondatore di Futuro e Libertà, che aprono l’incontro pubblico, vengono sottoscritte dagli altri tre leader dell’asse del “rilancio meridionalista” d’Italia (Pier Ferdinando Casini per l’Udc, Francesco Rutelli per l’Api e Raffaele Lombardo per Mpa) nei loro rispettivi interventi. Il messaggio dei quattro artefici di questa aggregazione è chiaro e, al contrario di quello che indicherebbe la propria confessione, non lascerebbe spazio alle mezze misure nel prossimo futuro delle urne: “Il terzo Polo sarà l’unica novità delle prossime elezioni – ribadiscono tutti -, restando alternativo alla destra e alla sinistra”.

Pubblico numeroso sotto il palco, anche se non c’è la folla delle grandi occasioni: tra la gente, anche numerosi politici ed amministratori locali come il sindaco di Nardò, Marcello Risi, e soprattutto il fedelissimo della Poli Bortone, Gerardo Filippo, e anche Giovanni D’Agata, esponente dell’Idv. Sul palco, accanto ai leader i vari Italo Bocchino, Rocco Buttiglione, Lorenzo Cesa, Angelo Sanza, Salvatore Ruggeri, Salvatore Tatarella, Antonio De Poli. E spunta anche Adriana Poli Bortone, venuta a salutare l’ex compagno di partito, Fini: una presenza non rimasta inosservata, per via del riavvicinamento recente al centrodestra leccese e alla sua disponibilità a concorrere per le primarie di coalizione.

Fini: “Urne vicine. Vogliamo un’alleanza col popolo italiano”.
“Le urne sono molto più vicine si quanto qualcuno pensi”: Fini sveste per una sera i panni del presidente della Camera e indossa quelli di leader politico, pronosticando come un vate il ricorso anticipato alle elezioni, nonostante i numeri che il premier Silvio Berlusconi sfoggia in Parlamento a colpi di fiducia. E l’ex An lancia il Terzo Polo come la ricetta giusta per una concreta alternativa al “populismo del presidente del consiglio” e “al centrodestra che ha tradito i suoi valori originali” e, allo stesso tempo, alle “affabulazioni più meno retoriche della sinistra”, che “non a caso, qui in Puglia sfoggia il maestro delle affabulazioni, Nichi Vendola”.

Fini non risparmia stoccate alla Lega di Bossi, che traina il centrodestra e il governo in “un populismo egoista che danneggia il Sud”: “Da loro ci separa un abisso, visto la loro xenofobia che rifiuta ogni ipotesi di integrazione”. Tra i temi politici, il leader di Fli boccia il condono come “offesa per i lavoratori”, appellandosi all’orgoglio di chi ha votato il Pdl, per dire che il partito non possa essere inteso come “un club di milionari ma di lavoratori, commercianti” e che “tutti devono contribuire secondo il principio per cui chi ha di più deve dare di più”.

Per Fini, è il tempo di “rompere gli indugi” anche per quei parlamentari del Pdl, che iniziano a vedere le contraddizioni di Berlusconi, che “con quattro cinque voti in più, non governa, ma vivacchia”: “Il premier – ha affermato -, attende solo la crisi di governo per chiedere di sciogliere le camere e andare direttamente al voto”. Allo stesso tempo, per il leader di Fli, se elezioni saranno, non ci sarà alcuna alleanza precostituita da parte del Terzo Polo, che non può ragionare “con chi ritiene che la Tav sia inutile” o che “la riforma delle pensioni sia un tabù”, perché “non ci interessa né un’alleanza contro Berlusconi, né contro Bersani”: “Noi – ha concluso Fini, appellandosi ai valori dell’amor di patria, della legalità e della giustizia sociale - vogliamo un’alleanza con il popolo italiano”.

Rutelli: “Forti, perché non ci siamo appecorati”.
Dopo Fini, è il turno di Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l’Italia: l’ex sindaco di Roma ed esponente del Pd, loda i suoi compagni di avventura del Terzo Polo, specificando come sia partita una “leale collaborazione” oltre “gli schemi che ci hanno diviso nel passato”: “Siamo qui – ha puntualizzato – e siamo forti, perché abbiamo avuto il coraggio di differenziarci da questo bipolarismo malato, che non ha fatto il bene della nazione. Non ci siamo ‘appecorati’ come altri”.

Anche Rutelli ha ribadito l’equidistanza del Terzo Polo da un centrodestra “ostaggio della Lega antimeridionalista” e da un centrosinistra estremista, di cui “Grillo rappresenta l’esasperazione più lampante”: “Questa – ha dichiarato – è davvero l’ultima chiamata per l’Italia”.

Lombardo: “Dal bipolarismo nessun vantaggio al Sud”.
Il leader del Movimento delle Autonomie, Raffaele Lombardo, stoppa le rincorse al Terzo Polo degli altri schieramenti: “Non è vero che da noi non si governa: in Sicilia, siamo forza di governo e il nostro obiettivo è di esserlo anche a livello nazionale”. Quindi, Lombardo ha elencato le diverse costanti penalizzazioni del Sud negli ultimi vent’anni, fino ai diversi “tradimenti al Meridione” del governo Berlusconi: dalla Banca del Sud ai grossi investimenti infrastrutturali, sino all’ultima proposta degli euro bond per il Sud. “Noi vogliamo far saltare questo bipolarismo scassato – ha chiarito - che non ha portato alcun vantaggio al Meridione”.

Casini: “Abbiamo già scelto: no ad entrambi i poli”.
Chiude il giro di interventi il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, fiancheggiato dai fedelissimi Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione, non sconfessando il proprio tradizionale richiamo alla “serietà”: “Questo è il tempo di rimboccarsi le maniche, di fare scelte impopolari, di esercitare la responsabilità, dove usare il linguaggio della verità e non degli spot”.

Anche per Casini, il governo ha dimenticato il Mezzogiorno, mentre a chi chiede al Terzo Polo di scegliere dove stare, replica: “Abbiamo già scelto da tempo, rompendo con l’illusione berlusconiana a suo tempo ed andando da soli, pagando un duro prezzo personale”; per questo “il problema è capire se la sinistra è d’accordo con la lettera della Bce e se vuole costruire la Tav”: “Diciamo no – ha chiarito - alla foto ingiallita dell’Ulivo prodiano e all’alleanza Berlusconbossiana, perché questo è un bipolarismo di caricatura”. Per il leader centrista, “è ora di finirla con i superuomini”, ossia “quelli che pensano che il mondo finisce quando finiscono loro”: “I cimiteri – ha concluso - sono pieni di gente che si riteneva indispensabile”.

Sfida elettorale a Lecce: restano le incognite.
La soluzione solitaria del Terzo Polo rischia di condizionare anche le scelte alle prossime amministrative leccesi: occhi puntati in particolare sul destino di Adriana Poli Bortone, che, ritornata vicina al centrodestra, non vorrebbe, però, perdere i “contatti” col Terzo Polo, intrattenuti negli ultimi anni, per tentare con una coalizione più ampia di riprendere il governo di Palazzo Carafa. La senatrice non è intervenuta, mantenendo un profilo discreto nella convention, ma non è un mistero che ritenga interlocutori fondamentali i membri del polo di centro. Che, per il momento, invece, sembrano percorrere altre strade. Per il momento, appunto.
(sabato 22 ottobre 2011)
Mauro Bortone


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